
Vi è un legame particolare tra Il Pirata, partitura giovanile di Vincenzo Bellini, ed il Teatro Alla Scala: l’opera infatti qui debuttò nel 1827 e sempre qui rinacque nel 1958, dopo un lungo periodo di oblio, in una memorabile serie di repliche con protagonisti Maria Callas, Franco Corelli ed Ettore Bastianini.
A distanza di 60 anni da quello storico evento la ripresa di questo titolo è stata affidata per il ruolo di Imogene a Sonya Yoncheva, soprano tra i più interessanti nel panorama attuale, e, nelle ultime repliche alla giovane e promettente Roberta Mantegna. Durante la seconda replica, un improvviso calo di pressione durante l’intervallo ha però impedito alla Yoncheva di proseguire l’opera, portata trionfalmente a termine dalla Mantegna.
Sonya Yoncheva e Roberta Mantegna interpreti eccellenti
Già dal suo ingresso sulla scena Sonya Yoncheva aveva sfoggiato un timbro pieno, corposo, che le consentiva di accentuare i lati drammatici della partitura belliniana. La tecnica era impeccabile e gli acuti svettanti e sicuri e, nonostante il vero banco di prova che tutti attendevano, fosse la scena della pazzia che chiude l’opera, l’esibizione durante il primo atto era stata di assoluto rilievo e lasciava presagire un ottimo prosieguo di serata.
La scena della pazzia è invece stata affrontata a testa alta dalla brava Roberta Mantegna che, annunciata la sostituzione durante l’intervallo dal sovrintendente Pereira, ha riscosso un meritatissimo successo personale. Il timbro è più lirico, rispetto alla Yoncheva e le parti belcantistiche risultavano luminose e cristalline. Due vocalità differenti ma altrettanto efficaci sulla scena.
Al loro fianco Piero Pretti ha disegnato un Gualtiero dai tratti eroici, estremamente accurato nel fraseggio. Qualche incertezza nelle note più acute non ha comunque inficiato una prova di tutto rispetto. Nicola Alaimo, nel ruolo di Ernesto, è parso più a suo agio rispetto alla sera del debutto. La vocalità non è forse ideale per questo ruolo ed il timbro ha rivelato qualche opacità; ostacoli comunque superati grazie ad una tecnica solida ed una grande musicalità. Nel complesso apprezzabili le prove di Francesco Pittari (Itulbo), Riccardo Fassi (Goffredo) e Marina De Liso (Adele).
Riccardo Frizza, che ha optato per una lettura assolutamente integrale della partitura, ha dedicato molta attenzione al canto, sempre ottimamente sorretto ed accompagnato, grazie anche ad un’orchestra sempre attenta e compatta, nonostante i tempi a volte un po’ dilatati. Magnifica, come sempre, la prova del coro diretto da Bruno Casoni.
Spettacolo visivamente elegante
Emilio Sagi ha costruito uno spettacolo tanto elegante quanto stilizzato, caratterizzato da una scenografia a specchi, progettata da Daniel Bianco, che spesso si richiudeva su sé stessa, ad accentuare il senso di claustrofobia di Imogene. Molto suggestiva la scena finale caratterizzata dal monumento funebre di Ernesto sul quale si è svolta la scena della pazzia. Al termine applausi convinti per tutti gli interpreti, con punte di entusiasmo per Roberta Mantegna.
Spettacolo: Il Pirata
Visto al Teatro alla Scala di Milano.