IL LABORATORIO
“Spetta a noi il peso di questi tristi tempi.
Dobbiamo dire ciò che sentiamo dentro
e non perché siamo costretti a dirlo.
Il più vecchio di noi ha sofferto
Noi che siamo giovani
non vedremo mai così tante cose
né vivremo tanto a lungo.” W. Shakespeare
Il mondo di Shakespeare è un mondo violento e dolcissimo, disseminato di trappole mortali, di improvvisi trasalimenti, di emozioni sconosciute, di dolori incommensurabili e albe meravigliose.
L’attore che intenda affrontare questa scrittura deve inoltrarsi in un universo delicatissimo e multiforme.
Le grandi interpretazioni del passato (L.Olivier, O.Welles, P.Scofield ed altri) ci indicano una strada possibile. Una strada fra le innumerevoli.
Questi testi ci portano ad un confronto diretto e molto ravvicinato con il nostro mondo interiore e necessitano di un’adesione emotiva assoluta. Lo “stile” deve essere accantonato: qui, in primo piano, restano la scrittura, la parola e il pensiero del drammaturgo, che non possono essere in alcun modo traditi, pena il fraintendimento assoluto dell’opera shakespeariana. L’attore, in questo caso, è uno “strumento”. Attraverso i suoi mezzi la scrittura shakespeariana crea evocazioni, incubi, ossessioni, conflitti, sentimenti complessi, gelosie, strategie politiche, tradimenti, ansie e catarsi drammatiche. Il registro espressivo del grande drammaturgo è paragonabile al moderno codice cinematografico. La parola è la protagonista dell’immaginario shakespeariano e attraverso essa è possibile accedere a diverse questioni di attualità sconvolgente.
Da dove nasce in un uomo la vocazione a governare? Che modalità ha, che necessità ha tale vocazione? Il governare è un fenomeno strettamente legato, anzi, incorporato, con un altro fenomeno: quello del detenere il potere. Quali effetti ha in un uomo che è sempre stato corretto, morale, giusto, il conferimento improvviso ed inatteso del Potere assoluto? Questa riflessione ci introduce ad un aspetto chiave del teatro di Shakespeare : l’aspetto politico, saldamente intrecciato con quello umano. Ad es. : Chi controlla l’uso del linguaggio (come Marcantonio nel Giulio Cesare) ha in mano le folle, controlla il consenso e può cambiare i comportamenti degli altri uomini, della massa. I vecchi non cedono il potere. La situazione è ormai incontrollabile e la deriva culturale ed umana della società è irreparabile. La corruzione impregna gli animi.
Il ricambio generazionale non è possibile perché tutti gli istinti e le necessità sono stati soffocati.
Re Lear si muove in un mondo arcaico, la Britannia di alcuni secoli prima di Cristo, ma si direbbe che le condizioni in cui l’opera fu composta e il tempo di cui tratta siano profondamente in relazione al nostro mondo di oggi. Quest’opera ci parla del concetto di “vecchio” e “nuovo” nella nostra società, ci pone di fronte alla nostra idea di progresso e alla percezione che tutti noi abbiamo del futuro.
Il vuoto da cui è circondato Lear è forse lo stesso vuoto ideologico ed etico del mondo contemporaneo.
Nell’Othello il privato viene trasformato in pubblico. Oggi i media in tempi rapidissimi informano tutto il mondo di vicende privatissime dei governanti, strumentalizzandole per fini politici o sensazionalistici.
Sappiamo tutto della vita privata di Presidenti e capi di governo.
Il concetto di “privato” vacilla e quasi non esiste più. Ogni nostro gesto, invece, è pubblico, registrato da mille telecamere, ripetuto e analizzato, ogni nostra conversazione ascoltata ed intercettata, sia da una televisione, da un organo di polizia o da un’amante gelosa. La dimensione interiore emotiva viene praticamente cancellata.
E’ ciò che Umberto Galimberti definisce “la pornografia e la prostituzione del proprio intimo”.
La vita intima di Othello viene sbattuta sulla pubblica piazza, diviene preda delle intromissioni indecenti da parte di estranei. Tutto comincia a falsarsi. Ciò che conta non è più la concretezza del rapporto tra i due protagonisti del rapporto d’amore, ma ciò che terze persone pensano e dicono su quel rapporto.
Othello non è un “nero geloso”. Egli non è in grado di gestire la malvagità di Iago e le sue velenose intromissioni non perché sia un idiota o un credulone geloso, ma semplicemente perché non può concepire la malignità, non la considera possibile. La grande colpa di Othello non è la gelosia. E’ l’ingenuità.
Nel teatro di Shakespeare si rischia la vita, si gioca con le passioni, la fragilità, l’innocenza, la dolcezza e la violenza dell’uomo. E’ un gioco con il destino: si ritroverà la strada smarrita? Ci sarà almeno un sopravvissuto?
D’improvviso la bacchetta magica si spezza, il filo si interrompe, il teatro crolla, il sipario si strappa, è finita l’illusione, non c’è più stupore e con gli occhi colmi di nostalgia, dolcezza e rabbia, non si potrà più giocare, non si potrà più accendere la fiamma, evocare fantasmi, s-vanire.
Resterà unicamente la solitudine e l’amarezza.
Forse alla fine, resterà per sempre quella povera isola sospesa sul filo dell’orizzonte, luogo più reale del reale, non toccato dalla complessità della vita quotidiana, dall’arroganza della politica, dalla protervia degli intellettuali della corte, dalla compravendita delle cariche pubbliche, governato unicamente dal sogno e dall’illusione, un piccolo teatro in chiusura, sospeso nel nulla, sull’abisso.
Daniele Salvo
IL DOCENTE
Diplomato alla Scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi.
Perfezionatosi al Corso di Perfezionamento del Teatro di Roma (diretto da Luca Ronconi), al “Corso per registi” Teatro di Roma (diretto da Mario Martone) e al “Corso per registi europei” della Royal Shakespeare Company di Stratford Upon Avon (Unione Teatri d’Europa).
Ha realizzato diversi importanti lavori come Regista . Ricordiamo tra gli altri : “Aiace” di Sofocle (con Elisabetta Pozzi e Maurizio Donadoni) (Teatro Greco di Siracusa, 2010), “La Tempesta” di W.Shakespeare (con Giorgio Albertazzi nel ruolo di Prospero)(Globe Theatre Roma 2010), “Edipo a Colono” di Sofocle (con Giorgio Albertazzi nel ruolo di Edipo) (Teatro Greco di Siracusa), “King Lear” di W.Shakespeare (con Ugo Pagliai nel ruolo di Lear), “Giulio Cesare” di W.Shakespeare (Globe Theatre, Roma), “Othello” di W.Shakespeare (Globe Theatre, Roma), “Evgenij Onegin” di Puskin (Teatro Stabile di Torino), “Primavera di Praga” (Teatro Nazionale di Praga, poi in tourneé in Europa, spettacolo sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), “Gramsci a Turi” di A. Tarantino (Teatro Festival di Napoli), “I sognatori” di Majakovskij, Esenin, Pasternak, Cvaetaeva (Europa 2000), “Abelardo ed Eloisa” di P.Abelardo, “Concerto a 10 voci per l’Europa” (Piccolo Teatro di Milano “Giorgio Strehler”), “Ferdinandea,isola pensante” (Comune di Palermo), “Paradisi perduti – I vangeli apocrifi” (Olimpiadi 2006 Torino), “Mozart e Salieri” di Puskin (Teatro Goldoni di Venezia), “Siamo tutti in pericolo – l’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini” (Teatro India, Roma, poi in tourneé in Italia). Ha poi curato la regia di diversi eventi teatrali con attori noti tra cui ricordiamo: Luca Zingaretti, Paola Cortellesi , Umberto Orsini, Monica Guerritore, Remo Girone, Omero Antonutti, Ugo Pagliai e Paola Gassman, Annamaria Guarnieri, Giuseppe Cederna, Massimo Popolizio, Maddalena Crippa, Massimo Venturiello, Laura Marinoni.
Ha collaborato per circa 17 anni con Luca Ronconi come attore (in ruoli da protagonista ne “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij, “Teorema” e “Pilade”di P.P.Pasolini, “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di C.E.Gadda, “Il sogno” di Strindberg etc.) e come Regista collaboratore ed assistente. Ha lavorato con Ronconi in più di venti spettacoli, collaborando con diversi Teatri Stabili italiani tra cui ricordiamo il Piccolo Teatro di Milano “Giorgio Strehler”. Sempre in ruoli di primo piano ha lavorato poi come attore e Regista collaboratore con: Jacques Lassalle ( “Ifigenia in Tauride” di Goethe), Jean Pierre Vincent (“I sette contro Tebe” di Eschilo),Micha Van Hoecke (“La derniere dance”, “Pelerinage”, “Maria Callas”, “Dance du sabre”).
Ha lavorato poi in diverse occasioni con: Luca De Fusco, Gigi Dall’Aglio, Piero Maccarinelli, Cherif, Walter Malosti.
Ha tenuto corsi di Recitazione e Regia presso la scuola del Teatro Stabile di Torino, il Teatro Stabile del Veneto, l’ “E.N.S.A.T.T.” di Lione e l’Istituto di Teatro di Barcellona.
TESTI:
Scene da “Giulio Cesare”, “Re Lear”, “Othello”.”La Tempesta”.
TEMATICHE DI STUDIO:
Il corso mira all’acquisizione di diverse tecniche attoriali di base, (tecnica vocale, studio del movimento, recitazione) attraverso esercitazioni pratiche in lingua italiana.
Tali esercitazioni prenderanno in considerazione :
- L’analisi approfondita del testo
- La definizione dei rapporti fra i personaggi
- L’utilizzo del ritmo nella lingua italiana
- La ri-accentazione delle sillabe ad uso espressivo nella voce parlata
- L’uso della vocalità
- La parola poetica
- Training fisico e vocale
DOVE, QUANDO, ORARI , COSTI E CONVENZIONI:
Il corso, diretto da Daniele Salvo, si terrà a Reggio Emilia presso il Centro Body Art in Via Verri 14, a partire dal 22 Ottobre 2010.
Il laboratorio, che si svolgerà in 9 lezioni, è rivolto ad allievi ed attori.
Le lezioni saranno così articolate:
- venerdì sera dalle ore 20.30 alle ore 00.30 (22, 29 ottobre e 5 novembre);
- sabato pomeriggio dalle ore 14 alle ore 20 (23,30 ottobre e 6 novembre);
- domenica pomeriggio dalle ore 14 alle ore 20 (24, 31 ottobre e 7 novembre).
L’ultima ora della giornata di venerdì sarà dedicata a prove individuali
Il costo del laboratorio è di 300 euro IVA inclusa.
Sono possibili convenzioni con Bed & Breakfast e ristoranti.
Saranno ammessi al massimo 20 partecipanti. Selezione su curriculum.
INFORMAZIONI ARTISTICHE:
Melania Giglio
Cell: 388 – 3292528
email: malania.giglio@gmail.com
INFORMAZIONI E ISCRIZIONI:
Gabriella Riva
Cell: 348 – 7137851
email: rivagabry@yahoo.it
L’evento è in collaborazione con: Fahrenheit 451 Teatro