Laboratorio Permanente di
RECITAZIONE
"Il Corpo dell'Attore"
diretto dal M. Giovanni Maria Buzzatti
FREQUENZA: Sabato |14,00-18,00|
PERIODO: Ottobre-Giugno
N.MAX ALLIEVI: 10/12
PREZZO: 80,00 euro mensili
(promozione valida sino al 15 Ottobre)
Per info:
chiamaci al numero 366.4538808
scrivici a info@teatrosenzatempo.com
visita www.teatrosenzatempo.com/laboratoriaccademici
Recitare è liberatorio, creativo. E da un senso di libertà! Ma siamo sicuri che sia proprio così?
Immaginiamo i maestri di musica, noi sentiamo un flauto, un violino, un pianoforte suonato da loro e diciamo : “che musica meravigliosa, come sono bravi!” . Uno strumento musicale se ben suonato, può essere fortemente evocativo, fino a provocare emozioni profonde: gioia, lacrime Basta vedere le reazioni del pubblico durante i concerti del cantante o musicista preferito. Per quanto riguarda l’attore è esattamente lo stesso! In quanto utilizza come “strumento” di comunicazione il proprio corpo e la propria voce. Quanto più questo strumento si conosce e tanto più si potrà utilizzarlo in modo diverso per “suonare” tutte le “note” che esistono nel nostro mondo interiore e che aspettano solo di essere liberate!
Quanto si può divertire e sentirsi libero un musicista se in una gamma di sette note, ne sa suonare solo due? Lo stesso vale per l’attore. Ma l’attore può fare quello che al musicista non è concesso può mentire! Simulare, contraffare la realtà e raccontarla modificandone i tratti a proprio piacimento, utilizzando la propria abilità istrionica per attirare l’attenzione del pubblico. Fino a qui tutto bene, quando ci riesce! Ma molto spesso questa capacità non è comune a tutti coloro che si accostano al mestiere, o meglio molti ci si accostano essendo convinti di possederla e subendo poi la delusione dell’incontro con la realtà. Ci sono infatti due modalità di attuazione del mestiere d’attore: 1) Il modo mentale ed istintivo: decido di raccontare una mia idea di storia, lasciandomi andare istintivamente e casualmente alle sensazioni , emozioni che mi nascono li per li giuste o sbagliate che siano. 2) il modo DELL’AZIONE REALE. Mi diverto a vivere ciò che accade come fosse reale, utilizzando il mio corpo e la mia voce per raccontare il mio mondo interiore abbandonandomi completamente ad esso. In poche parole realizzo un atto creativo unico ed irripetibile perché io come essere umano sono unico ed irripetibile.
Questa seconda fase è quella che interessa questo laboratorio.
Che sarà articolato cronologicamente secondo i paragrafi che seguono:
A) LA CONSAPEVOLEZZA .
Acquisizione dell’immagine che trasmettiamo, non sempre il “noi stessi” che pensiamo di rappresentare coincide con l’immagine che il mondo percepisce di noi. Ogni gruppo sociale che frequentiamo, amici, parenti, colleghi, sconosciuti, possono crearsi un’immagine di noi legata all’affettività che dipende sempre solo dalle nostre modalità di relazione con quel gruppo sociale, come gestiamo la voce il corpo e la gestualità. Essere consapevoli dell’immagine che di noi stessi diamo al mondo a seconda del nostro stato emotivo è la base per imparare a modificarla secondo le esigenze del personaggio che andremo ad interpretare.
B) LE POSSIBILITA’ DEL CORPO E DELLA VOCE.
Esplorazione delle nostre possibilità fisico-vocali attraverso improvvisazioni sul mondo animale, ed improvvisazioni in relazione alla vita quotidiana con la tecnica del : VIVO ORA E TUTTO CIO’ CHE AVVIENE E’ REALE , attraverso l’utilizzo dell’occhio ESTERNO e occhio INTERNO . L’azione, improvvisazione COMICA, TRAGICOMICA, SURREALE E DRAMMATICA, sarà il campo di esplorazione ed utilizzo dello SGUARDO INTERNO-ESTERNO.
C) LA RELAZIONE (primi elementi).
Cosa significa stare in relazione con un compagno attore o con ciò che succede in scena? Molti potrebbero dire: è scritto sul copione, sul testo che vogliamo rappresentare. Basta fare quello che c’è scritto! E’ in parte vero, ma ciò che renderà più o meno interessante il mio lavoro scenico sarà la MODALITA’, il come andrò a rappresentare il mio lavoro. Se userò una modalità statica, senza colori, con poche tonalità (le note per il musicista) il lavoro sarà noioso, scontato, prevedibile non interessante. L’interesse deriva dalla presenza della RELAZIONE. Una relazione scenica è sempre dinamica, in divenire e in continua trasformazione (come dovrebbe essere nella vita!). Immaginiamo per esempio una coppia di innamorati che prima si baciano e poi improvvisamente litigano a morte urlando l’uno contro l’altro. Cosa renderà l’azione credibile? I momenti di passaggio, da uno stato emotivo all’altro, se saranno in RELAZIONE saranno credibili! La relazione si costruisce attraverso L’ASCOLTO.
D) L’AZIONE MENTALE COSTRUITA E LA COSTRUZIONE DELL’AZIONE REALE . Primi elementi sulle tecniche di ASCOLTO.
Come si è descritto sopra, l’azione scenica teatrale esiste in due modalità: 1) Il racconto, citazione, imitazione di qualcosa che si è visto ed esiste in quella specifica modalità espressiva, che noi andremo raccontare di nuovo, utilizzando quella stessa modalità (RE-CITARE) è l’esempio degli attori che si dicono tali perché copiano nelle movenze di attori ben più conosciuti e famosi. 2) E L’ATTUAZIONE TEATRALE, realizzazione personale di una necessità espressiva dettata da un bisogno intimo, personale ed originale. O anche la rielaborazione di una realtà di cui ho colto i tratti fondamentali e che vado a restituire secondo la mia sensibilità artistica. Questa seconda modalità ha a che fare con la creatività che per essere prolifica ha bisogno di essere allenata con un training specifico che si basa sull’ASCOLTO. Quanti livelli di ascolto esistono? Che livello di attenzione diamo ai rumori che ci circondano? Come il suono agisce fuori e dentro il nostro corpo? Come possiamo modificare il suono della nostra voce perché sia strumento di comunicazione della nostra emotività? Come posso fare del mio corpo uno strumento di comunicazione emotiva? Sono in grado di ascoltare il mio corpo? E quello degli altri? Queste e molte altre domande troveranno risposta in esercizi ed improvvisazioni estratti e rielaborati da diverse scuole di pensiero pedagogico teatrale : Stanislasvskij, Artaud, Grotowski, Majerchold ed Orazio Costa.
E) IL TESTO
Analisi ed individuazione delle azioni di relazione SEMPLICE e delle azioni FONDAMENTALI di sviluppo e crescita della RELAZIONE tra i personaggi, utilizzando le tecniche acquisite ai paragrafi A,B,C,D. Analisi del SOTTOTESTO e creazione dell’OBIETTIVO del personaggio. L’obiettivo è il motore che muove i nostri personaggi, che crea la necessità di agire. Un’azione dettata da una necessità finta, non sarai mai un’azione autentica e quindi per il pubblico non sarà mai credibile, facendo risultare l’attore stesso fasullo e poco interessante!