Laboratorio | Riscrivere il mito di Fabio Banfo

Laboratorio | Riscrivere il mito di Fabio Banfo

Progetto Riscrivere il Mito


I miti, come insegnano tutti i padri fondatori della psicanalisi, non sono solo leggende appartenute alla tradizione orale e poi scritta del mondo antico e della letteratura. Sono chiavi di interpretazione della realtà. Per alcuni psicanalisti contemporanei, tra cui James Hillman, sono strutture e codici della nostra mente ancestrale, che permangono in noi.
La parola mito ha poi, nella contemporaneità, attraverso la cultura pop, preso un significato diverso e spesso abusato.
Nessuno dubita che Edipo ed Elettra siano dei miti, ma Marilyn Monroe e Maradona lo sono?
Per la cultura pop sì. Se li si intende nel senso che pur essendo persone reali, essi si sono trasfigurati in leggende che appartengono a tutti, delle icone che viaggiano nel tempo e nello spazio e che hanno poco a che vedere con la persona che erano nella vita di tutti i giorni, sì, dobbiamo ammettere che in un certo senso sono dei miti.
I loro destini, da tutti conosciuti, hanno assunto un carattere di esempio, di metro di confronto e di interpretazione della vicenda umana, e, in certi casi, di catarsi.
Noi viviamo nella civiltà del persistere della memoria. Una civiltà dove tutto il sapere è di libero accesso attraverso i mass-media, e dove quindi ci troviamo nella incredibile e paradossale situazione di avere la compresenza del mondo antico e di quello moderno, sotto lo stesso cielo.
Per questo trovo molto interessante come materia di studio, l'idea di trattare il mito antico come un mito pop, e il mito pop come un mito antico.

Un esempio di questo lavoro può darlo l'ispirazione che ebbe Pasolini, quando fece recitare il ruolo di Medea alla Callas, nel suo film “Medea”. La Callas all'epoca, era già un mito vivente, e il suo volto era una icona. Ciò ha significato generare nel pubblico un vero e proprio shock, perché non era tanto l'attrice a interpretare il ruolo, quanto l'Icona che si prestava a rappresentare Medea.
In qualche modo era come mettere di fronte il pubblico ad un Mito Antico interpretato da un Mito Moderno. Una doppia rappresentazione, in un certo senso brechtiana, in quanto straniante.
Scegliere la Callas significava negare la via realistica e rinforzare quella epica.

La mia proposta è di lavorare con gli allievi attori  sulla recitazione,  sulla regia sulla drammaturgia del mito. Su che cos'è un mito. Su come si recita una tragedia classica e su come trovare una strada per renderla contemporanea.

La prima parte del lavoro consisterà nel prendere in esame alcuni miti classici, come Edipo, Antigone, Elettra, Medea, e studiare lo stile di recitazione che quel tipo tragedie richiedono.
Contemporaneamente verranno affrontati alcuni miti moderni e si cercherà di individuare i caratteri e le vicende umane più interessanti e soprattutto quelli che possono accomunarli a dei personaggi della mitologia classica.
Vorrei che ogni allievo scegliesse un mito moderno e provasse ad interpretarlo, arrivando a farne una specie di personaggio, di maschera teatrale.


Contemporaneamente gli allievi dovranno lavorare ad una riscrittura dei testi classici affrontati, una riduzione ed un adattamento, sia di linguaggio che di situazione.
Il loro obiettivo sarà quello di poter ridurre le vicende dei miti classici e di dar loro una chiave di lettura moderna, contemporanea, plausibile e credibile.
Immagino dei piccoli quadri, uno per ogni tragedia, che poi verranno incrociati nello spettacolo finale.

Nella terza ed ultima parte del lavoro, gli allievi dovranno recitare le tragedie classiche riscritte vestendo i panni dei miti pop che hanno imparato a recitare. In questa fase del lavoro verrà costruito lo spettacolo e le storie verranno incrociate le une con le altre, come se appartenessero ad un unico racconto più vasto.

Per fare un esempio, potremmo avere due allievi che vestendo i panni di Marilyn Monroe e di Che Guevara, recitano un dialogo tra Elettra ed Oreste, tratto dall'Orestea.

Per quanto riguarda lo spazio della rappresentazione, dovrebbe avere lo stesso carattere di luogo mitico contemporaneo, perfettamente riconoscibile da tutti e appartenente alla cultura popolare.

La mia proposta è di scegliere la nave Titanic, perché la vedo come l'emblema del fallimento della società industriale di creare la felicità, rappresentando bene la Hybris, l'orgoglio umano, capace solo di portare alla rovina e che caratterizza il motore di tante tragedie classiche.

Lo spazio del Titanic si offre quindi come luogo deputato per la rappresentazione del naufragio del Tempo e con esso dei miti antichi e di quelli moderni, pensato come un “contenitore” dei singoli luoghi deputati, dove far recitare le singole porzioni di tragedie.

Piano di lavoro in sintesi
-Analisi dei testi classici: Orestea, Edipo, Medea su tutti, ma con possibilità di scelta da parte degli allievi.
-Analisi del mito Pop.
-Scelta di brani esemplari dai testi classici e processo di riscrittura.
-Stesura dei progetti di regia sui singoli quadri scelti.
-Realizzazione dello spettacolo: il Titanic

Sede: Monza, Via Filippo Turati, 6 c/o Urban Center Binario7
Mercoledì dalle 20.00 alle 23.00
Inizio: Mercoledì 10 ottobre 2012

 

Per info ed iscrizioni:

tel 039.59.63.128 | organizzazione@lascuoladellearti.it | www.lascuoladellearti.it
c/o Binario7 | Via Turati, 6 | Monza