laboratorio teatrale di Groucho Teatro

laboratorio teatrale di Groucho Teatro

Presso il circolo gianni bosio, via sant'ambrogio 4, II piano, a Roma, ogni giovedì h. 19.30-21.00, a partire dal 5 Novembre 2009 CIRCOLO GIANNI BOSIO - SCUOLA DI MUSICHE Via di Sant'Ambrogio 4 - II piano UNA NUOVA INIZIATIVA LABORATORIO DI ANTROPOLOGIA TEATRALE L´impulso dell´attore: l´azione fisica più piccola per rintracciare la memoria interiore Il laboratorio di Antropologia teatrale di Groucho Teatro è finalizzato a suggerire possibili cammini per trasformare il corpo dell'attore in un 'corpo dilatato', aperto alla percezione, al ricevimento del mondo e disposto ad una reale (non realistica) e personale comunicazione teatrale. Il teatro aiuta a riconnettersi alla propria memoria atavica, attraverso la ricerca dell´impulso primordiale, puro e iscritto nella colonna vertebrale di ciascuno, a centrarsi come essere umano in grado di comprendere la realtà, di cui il teatro è specchio. Il laboratorio sarà finalizzato a fornire elementi possibili per creare un corpo-in-vita di attore, ovvero come scoprire e comunicare la luce che ognuno di noi ha dentro, evitando di cadere nei meccanicismi della tecnica, trascendendola, per scoprire le qualità di energia in noi stessi. Pensare con i piedi e trasformare il peso in energia. Inizio giovedì 5 novembre 19,30-21 - cadenza settimanale, costo 55 euro mensili Per informazioni dettagliate: groucho@grouchoteatro.it 347-6442529 www.grouchoteatro.it . Info: 0668135642 (dal martedì al venerdì ore 16/20) segreteria@ircologiannibosio.it www.circologiannibosio.it via Sant'Ambrogio 4 (2° Piano) Per iscriversi Segreteria del Circolo Gianni Bosio, 06-68135642 (ore 16.00-20.00) DETTAGLIO E OBBIETTIVI DEL CORSO L'impulso dell'attore: l'azione fisica più piccola per rintracciare la memoria interiore I laboratori di Groucho Teatro sono finalizzati a suggerire possibili cammini per trasformare il corpo dell'attore in un 'corpo dilatato', aperto alla percezione, al ricevimento del mondo e disposto ad una reale (non realistica) e personale comunicazione teatrale. Si tratta di 'seminari di tecnica'. Per l'attore la tecnica è un passo necessario nella sua crescita, ma essa deve essere associata ad una formazione intellettuale parallela. L'allenamento dell'attore non è finalizzato allo sviluppo delle abilità fisiche, non alla creazione di attori virtuosi. Non è sufficiente fare mille cose col corpo, passare ore chiusi in sala con allenamenti sfiancanti, e non allenarsi a leggere drammaturgia, o non relazionarsi con la storia e con l'evoluzione della società. Per l'attore, l'allenamento intellettuale rende l'artista un essere capace di comprendere la propria attività, le proprie opinioni in relazione a se stesso, alla propria creazione e alla società, in altre parole, un essere capace di crescere con uno spirito critico. Il teatro aiuta a riconnettersi alla propria memoria atavica, attraverso la ricerca dell'impulso primordiale, puro e iscritto nella colonna vertebrale di ciascuno, a centrarsi come essere umano in grado di comprendere la realtà, di cui il teatro è specchio. L'Antropologia teatrale, le qualità d'energia d'attore e la drammaturgia d'attore 'Pensare con i piedi' Il flusso dell'energia di un uomo parte dalla terra e l'intenzione si manifesta nei piedi, punto terminale di quasi tutti i canali nervosi. Dunque, come l'attore occidentale, in una società che ha ghigliottinato il pensiero all'altezza del collo, può riappropriarsi della propria logica organica di essere umano razionale e animale? In altre parole, come rintracciare un corpo scenico in vita, senza recitare, ma, semplicemente, ri-imparando a camminare? La ricerca dell'impluso, che dal proprio centro attraverso la colonna vertebrale traduce la sua identità nei piedi, ovvero nella gestione del proprio peso in relazione a ciò che ci circonda. Bisogna apprendere delle tecniche, per poi trascenderle, ovvero svuotarsi completamente dei propri cliché per ascoltare veramente ciò che si muove dentro e intorno a noi. E semplicemente reagire, con la parte interiore di noi stessi, da dentro per fuori, attraverso l'azione fisica più piccola. Il laboratorio che vi proponiamo sarà incentrato su tecniche dell'Antropologia Teatrale. L'Antropologia Teatrale studia il comportamento dell'essere umano in situazioni di rappresentazione organizzata. Focalizza la propria attenzione su i principi-che-ritornano, ovvero i principi psico-fisici che sono comuni nelle varie culture e che si ravvisano nel comportamento scenico dell'attore-danzatore, nella costruzione della sua presenza scenica, per destare l'interesse dello spettatore. Sono principi che ritroviamo anche in altre arti (un esempio: il principio di opposizione che ritroviamo anche in tutte le arti plastiche). Si lavorerà sui principi di energia che regolano il corpo-mente dell'attore: l'energia forte del guerriero, quella dolce della geisha, quella scaltra del cacciatore. Il laboratorio sarà finalizzato a fornire elementi possibili per creare un corpo-in-vita di attore, ovvero come scoprire e comunicare la luce che ognuno di noi ha dentro, evitando di cadere nei meccanicismi della tecnica, trascendendola. L'Antropologia Teatrale, mira dunque a scoprire principi comuni dell'essere umano, non ad analizzare specificità folcloriche di varie culture. In sintesi, la finalità è di trasformare il peso in energia. Si lavorerà sulla costruzione di azioni fisiche, dove per azioni fisiche intendiamo i movimenti più piccoli che scopre l'attore nel proprio lavoro e che hanno un'intenzione specifica, una solidità legata all'approfondimento dei principi descritti, un'organicità e coerenza di un attore che ‘è posseduto da se stesso' e i cui risultati, in un certo senso, non gli appartengono più. Dunque, non è alla forma dell'azione a cui miriamo nella nostra ricerca di gruppo e a cui mireremo nel laboratorio, ma alla sostanza , a ciò che c'è dietro all'apparenza e che non è visibile se non attraverso la catena di impulsi organici che la definiscono. E per azione fisica intendiamo anche azione vocale : la voce come corpo dotata di un suo peso, di una sua specifica forza vibratoria. Ancora una volta nostro obbiettivo è di concentrarci sulla sostanza di ciò che si vuole comunicare dietro la forma apparente (testo o melodia musicale), attraverso la valorizzazione dello spettro di armonici che fanno da tappeto rosso al flusso di vita dell'attore, alla sua voce . Un viaggio nella scoperta di se stessi, attraverso la ricerca della propria voce . Contemporaneamente si lavorerà sui materiali d'attore per la scena e la relazione col testo: come ‘dire' un testo senza che questo risulti svilito da false emozioni oppure senza che risulti irrigidito dalle tecniche o dalla partitura di azioni e intenzioni sottostanti? Come vivere realmente la sequenza di impulsi e di messaggi annidati in un testo? Come renderlo coerente e, soprattutto, credibile? In altre parole, come superare la finzione pur essendo in una situazione finta per definizione, come è il teatro? Come riappropriarsi della propria realtà attraverso la finzione scenica e attraverso la varietà di informazioni presenti nel testo? Come scoprire dentro di sé un personaggio che è parte di noi stessi, ovvero che ci ap-partiene, partendo dal testo? Infine, come montare da sé i propri materiali, cucirne i fili sottili con una coerenza drammaturgica, relazionarli con i compagni di lavoro e preservare la propria indipendenza di fronte ad un regista? ‘Ricerca' è ormai una parola usata troppo e, a nostro vedere, abusata. L'uomo che guarda dentro se stesso per comprendere ciò che lo circonda è sempre in ricerca, per definizione, e i confini con l'arte di attore, in questo senso, sono piuttosto labili. Il laboratorio sarà diretto dagli attori di Groucho Teatro, che non hanno lo scopo di porsi come maestri o insegnanti, ma semplicemente come guide nel lavoro, condividendo la propria esperienza di ricerca.