E se il corpo non opera in pieno quanto l’anima?
Chè se il corpo non è l’anima, che cos’è dunque l’anima?
W. Whitman
Insegnare; far passare dei segni. Da corpo a corpo. Alla maniera dell’arte: tendenziosamente. Un modo di fare scuola strettamente legato al palcoscenico, inteso come luogo di azioni e di sentimenti, nel tentativo di un sentire alto e altro.
Un ritorno costante agli aspetti tecnici, improvvisativi e compositivi della danza, al di là di ogni codice e abitudine. In agguato a tutte le potenzialità espressive sceniche, con attenzione particolare all’azione fisica (forma) come contorno presumibile dell’anima e quindi come possibilità più diretta e coerente di fare teatro.
Divisione generale dell’incontro: TECNICA (interpretazione) e LABORATORIO (creazione).
TECNICA:
Introduzione: Za zen, la danza immobile. Studio della stasi.
Azione: l’uso di codici coreografici inteso come mezzo e non come fine. Da esercizi di base per il “piazzamento” (a terra e in piedi) alla definizione e all’approfondimento di una sequenza di movimenti.
LABORATORIO:
L’essere scenico: l’azione neutra.
Presentazione: l’azione scenica come disposizione ed offerta.
Improvvisazione: dall’intuizione all’esecuzione. Pensare con il corpo. L’ascolto.
Composizione: dall’esecuzione, attraverso la memoria, alla creazione (opera finita e ripetibile).
Epilogo: Kin hin (il passo del ladro). Studio della mobilità.
MICHELE ABBONDANZA
Studia a New York con Alwin Nikolais e Merce Cunningham. L’incontro con Carolyn Carlson avviene a Venezia, dove entra a far parte della compagnia “Teatro e Danza la Fenice”.
Nel 1995 con Antonella Bertoni fonda la Compagnia Abbondanza/Bertoni.
Nel 1996 vince i premi: Danza & Danza “miglior interprete”, e “Cascina premia la danza” come coreografo.
Dal 1997 è docente di danza alla Scuola di Teatro “Giorgio Strehler” (Piccolo Teatro di Milano), diretta da Luca Ronconi.
dove e quando:
dal 23 al 25 aprile
presso Teatro la Madrugada, via Orti 16 - Milano
informazioni e iscrizioni:
Giulia Capodieci
giuliacapo10@gmail.com