informazioni
IL CARRO DELL'ORSA SCARL
presenta il seminario intensivo
PIRANDELLO
ESSERE ED APPARIRE
Studio sui testi
...VESTIRE GLI IGNUDI
&
SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE
Laboratorio intensivo finalizzato alle produzioni 2012 diretto da
Nicasio Anzelmo & Alessandra Fallucchi
dal 7 Marzo al 15 Aprile 2011
25 incontri di 3 ore ciascuno
3 volte a settimana (giorni feriali), orario pomeridiano dalle 1730 alle 2030.
presso le sale prove site in via Camozzi 6,
(metro OTTAVIANO)
lezione aperta finale dimostrativa.
costo del seminario: 150,00 euro
Per chi si iscrive entro il 7 febbraio il costo è di 100,00 euro!!!
Scadenza per l'invio di foto e cv: 28 febbraio 2011
email:a.fallucchi@libero.it
ilcarrodellorsascarl@gmail.com
www.nicasioanzelmo.com
oppure
www.myspace.com/ilcarrodellorsa
Luigi Pirandello rappresentò sulle scene l’incapacità dell’uomo di identificarsi con la propria personalità, il dramma della ricerca di una verità al di là delle convenzioni e delle apparenze.
Al centro della concezione pirandelliana c’è il contrasto tra apparenza e sostanza. La critica delle illusioni va di pari passo con una drastica sfiducia nella possibilità di conoscere la realtà: qualsiasi rappresentazione del mondo si rivela inadeguata all’inattingibile verità della vita, percepita come un flusso continuo, caotico e inarrestabile.
Ciascuno vede la realtà secondo le proprie idee e i propri sentimenti, in un modo diverso da quello degli altri: a fronte della realtà esterna che si presenta una e immutabile, abbiamo le centomila realtà interne di ciascun personaggio, per cui la vera realtà è nessuna.
Per i personaggi pirandelliani non esiste una realtà oggettuale, ma una realtà soggettuale, che, a contatto con la realtà degli altri, si disintegra e si disumanizza.
L'uomo però deve adeguarsi ad una legge imposta dalla società, egli si costruisce quindi una maschera. Siccome il personaggio non ha nessuna possibilità di mutare la propria maschera si verifica la disintegrazione fisica e spirituale dei personaggi che si può riassumere nella teoria della triplicità esistenziale:
1) come il personaggio vede se stesso;
2) come il personaggio è visto dagli altri;
3) come il personaggio crede di essere visto dagli altri.
Le conseguenze della triplicità sono tre:
1) il personaggio è uno quando viene messa in evidenza la realtà-forma che lui si dà;
2) è centomila quando viene messa in evidenza la realtà-forma che gli altri gli danno;
3)è nessuno quando si accorge che ciò che lui pensa e ciò che gli altri pensano non è la stessa cosa, quando la propria realtà-forma non è valida sia per sé che per gli altri, ma assume una dimensione per sé e un'altra per ciascuno degli altri.
Nella società l'unico modo per evitare l'isolamento è il mantenimento della maschera, così quando un personaggio cerca di rompere la forma, o quando ha capito il gioco, viene allontanato, rifiutato, non può più trovare posto nella massa in quanto si porrebbe come elemento di disturbo in seno a quel vivere apparentemente rispettabile.
Quando interviene l'accidente che libera il personaggio, tutti pensano che la diversità di comportamento sia dovuta all'improvvisa alienazione mentale del personaggio, a una sua forma di follia che scatena in tutti il riso, perché non è comprensibile da parte della massa. Solo la follia permette al personaggio il contatto vero con la natura (quel mondo esterno alle vicende umane nel quale si può trovare la pace dello spirito) e la possibilità di scoprire che rifiutando il mondo si può scoprire se stessi.