Teatro Araldo Torino: audizione per attori e performer stagione 2013/2014

Teatro Araldo Torino: audizione per attori e performer stagione 2013/2014

Il Teatro Araldo di Torino, in collaborazione con il consorzio BiTh (compagnie Barbari Invasori e Thealtro) indice un bando per la selezione di attori e artisti specializzati in musical da inserire nelle compagnie afferenti al Teatro, per progetti relativi alla stagione artistica 2013/2014.

LE AUDIZIONI SONO FINALIZZATE ALL’INSERIMENTO IN COMPAGNIA; PERTANTO NON SI CERCANO RUOLI

Modalità di partecipazione
E’ ammesso alle audizioni chiunque abbia compiuto il quattordicesimo anno di età entro il 5 settembre 2013.

Per partecipare è necessario compilare la domanda d’iscrizione allegata al presente bando e inviarla tramite e-mail all’indirizzo audizioni.teatroaraldo@gmail.com. E’ altresì possibile inviare la domanda tramite raccomandata a/r all’indirizzo: Teatro Araldo – Audizioni, via Chiomonte 3/A – 10141 – Torino.

Le domande, informatiche o  cartacee, devono pervenire al teatro entro e non oltre la mezzanotte del 5 settembre 2013, pena l’esclusione dalla selezione.

In sede di audizione, il candidato dovrà presentare: 

  •  Domanda d’iscrizione, compilata e sottoscritta in tutte le sue parti;
  •  Fotocopia di un documento d’identità e del codice fiscale;
  •  Curriculum vitae;
  •  Due fotografie (dim. minima 10x15 cm) di cui una a figura intera e una in primo piano;
  •  Quota di partecipazione alle spese di segreteria: 5,00 € (cinque euro).

In caso di minore, è indispensabile allegare inoltre:

  •  Autorizzazione dell’esercente la potestà genitoriale, come allegata alla domanda di iscrizione;
  •  Fotocopia di un documento d’identità e del codice fiscale dell’esercente la potestà genitoriale;

Convocazioni
Le audizioni si terranno presso il Teatro Araldo, in via Chiomonte 3/A Torino.
Entro il 7 settembre 2013, ogni candidato riceverà tramite e-mail o telefono data e orario della propria convocazione.
Indicativamente, le audizioni si terranno in orario pomeridiano e serale (14.00 – 23.00) nel periodo compreso tra il 9 e il 15 settembre 2013.
Qualora il candidato abbia particolari esigenze in merito a date e orari è pregato di specificarlo nella e-mail di iscrizione all’audizione; tali esigenze saranno soddisfatte nei limiti delle necessità organizzative.

L’esito delle audizioni, a insindacabile giudizio della commissione esaminatrice, sarà comunicato individualmente entro il 15 ottobre 2013.

Svolgimento
L’audizione sarà svolta su palcoscenico e videoregistrata.
La commissione esaminante sarà composta dal direttivo del Teatro Araldo e da personale competente delle compagnie afferenti al Teatro.

L’audizione verterà su tre prove consequenziali:

  •  interpretazione di un brano a propria scelta della durata massima di 180 secondi
    (è indispensabile provvedere la commissione di una copia del testo)
  •  interpretazione di uno dei testi proposti in allegato al presente bando
  •  lettura interpretativa a prima vista di un brano proposto dalla commissione

Qualora l’audizione richieda la presenza di compagni di scena, il candidato dovrà provvedere autonomamente.

L’audizione per i per i candidati performer (musical) verterà su:

  •  interpretazione di un brano a propria scelta tratto da un musical in lingua inglese;
  •  interpretazione di un brano a propria scelta tratto da una commedia musicale italiana;
  •  interpretazione di un brano solo cantato o solo ballato a propria scelta (no musical);

L’artista dovrà provvedere alle basi musicali in formato cd/mp3.
Tutti i materiali consegnati NON saranno restituiti, per nessuna ragione.

Testi per l’audizione di teatro

Il candidato, senza distinzioni di sesso ed età, dovrà scegliere uno dei seguenti testi da interpretare in audizione. La commissione può richiedere l’esecuzione integrale o parziale del brano, nonché porre domande sulle scelte attuate dal candidato nel preparare la selezione.

Brano 1. W. Shakespeare, Romeo e Giulietta (trad. Walter Revello)
Sia più sia meno quando verrà il primo di agosto, Giulietta avrà quattordici anni. La mia Susanna e lei (Dio riposino in pace tutte le anime cristiane!) erano della stessa età: bene Susanna è con Dio; era troppo buona per me... ma come dicevo la notte del primo agosto avrà quattordici anni,  li avrà in fede mia: me ne ricordo bene. Sono ormai passati undici anni dal giorno di quel famoso terremoto; e lei fu svezzata (non lo dimenticherò mai) proprio in quel giorno: perché io allora mi ero messa dell'assenzio al capezzolo e stavo al sole appoggiata al muro sotto la colombaia; il padrone e voi eravate allora a Mantova... eh! io ho un cervello che mi serve: ma come dicevo quando assaporò l'assenzio che era al capezzolo della poppa e lo sentì amaro bisognava vederla la pazzerella che bizza e come se la prese con la poppa! E da allora sono passati undici anni perché essa stava già ritta da sé:correva e zampettava da per tutto tant'è vero che il giorno prima s'era fatta un corno sulla fronte; e allora mio marito (Dio salvi l'anima sua! era un uomo allegro) rizzò la bambina e disse: "Come caschi bocconi? Quando sarai più furba imparerai a cascare supina non è vero Giulietta?". E per la Madonna quella birichina smise di piangere e disse: "Sì". Guardate un po' come uno scherzo alle volte riesce a proposito! Garantisco che se vivessi mille anni non dimenticherò mai quella scena. "Non è vero Giulietta?" fece lui e la pazzerella smise di piangere e disse: "Sì".

Brano 2. T. Williams, Un tram chiamato desiderio
C'era qualcuno a cui volevo bene. Questo qualcuno non è più.
Un ragazzo, un bambino; ed io ero giovane giovane. Quando avevo sedici anni, ebbi la, rivelazione - l'amore. Ma così di colpo, e in un modo così pieno, totale! E come se all'improvviso tu accendi un faro nella penombra, così si trasformò il mondo per me! Ma ero sfortunata.
Fu un inganno. Lui aveva qualcosa di diverso, una sensibilità, una mollezza, delicatezza, che non erano da uomo, benché a vederlo non avesse un'aria effeminata - eppure - c'era qualche cosa ... Lui cercò aiuto da me. Ma io non sapevo. lo non capii niente se non dopo il matrimonio, quando fuggimmo e tornammo e io mi accorsi di averlo deluso, per non so che misterioso motivo. Sapevo solo di volergli un bene immenso, ma senza poter far niente, né per lui né per me! Poi scoprii tutto. Nel modo più tremendo. Entrando in una stanza che credevo vuota: ma c'erano due persone - il ragazzo che avevo sposato, e un uomo anziano che da anni era il suo amico ... Dopo di che, facemmo finta di niente. Tutti e tre andammo in macchina alla casina del Lago, e per tutta la strada giù a ridere e a bere.
Ballammo la Varsouviana! In mezzo al ballo, il giovane che avevo sposato si staccò da me e scappò via. Qualche momento dopo, uno sparo! […]

Brano 3. H. Pinter, Il guardiano
Io andavo sempre lì. Oh anni fa, poi smisi di andarci. Mi piaceva quel posto. Ero sempre lì, in quel posto. Prima che partissi. Proprio prima. Credo che… quel posto, abbia a che fare con la mia partenza. Erano tutti vecchi, più vecchi di me. Ma ascoltavano sempre quando parlavo. Credevo… che capissero ciò che dicevo. Io parlavo. Parlavo troppo. Ecco l’errore. In fabbrica lo stesso. Se si lavorava, io parlavo, se non si lavorava, io parlavo lo stesso. E quelli, tutti quelli lì, stavano a sentire quanto dicevo. Tutto andava bene. Il guaio era che io avevo delle allucinazioni. Non vere allucinazioni, erano… io mi sentivo dentro di poter vedere… chiarissimo… tutto vedevo… tutto chiaro… silenzioso… quieto e chiaro… tutto questo… tranquillissimo… ma, forse mi sbagliavo. Comunque qualcuno deve aver detto qualcosa. Io non ne ho saputo nulla. Qualcuno deve aver detto una bugia. E… questa bugia ha fatto il giro. Io mi accorgevo che la gente diventava strana. In quel bar. In fabbrica. Non capivo. Poi un giorno mi portarono in ospedale, un po’ fuori. Mi… portarono lì. Io non volevo. Comunque… ho provato a venire via più di una volta. Ma… non era facile. Mi hanno fatto delle domande in quel posto. Mi hanno messo dentro e mi hanno fatto ogni genere di domande. Bene, io ho detto …quando volevano saperlo… quali erano i miei pensieri… Hmmm. […]

Brano 4. W. Revello, Assenza di donne - Toosa
Il segno più nefasto della mia interminabile vita è stato lavato via. Sono libera da quel mio passato. Sono libera. Si è tolto la vita da solo il mostro che madre mi chiamava. Ha sbattuto forte la testa sulle rocce e il mare l’ha portato via. Quel mare che l’aveva creato, l’ha cullato mentre ad occhio chiuso chiudeva gli occhi della vita.  E ne sono libera, ora. Niente più figlio, niente più vergogna. Anche se è morto così, il figlio mio. Ingannato da un semplice uomo, da quello che sarebbe dovuto essere il suo pasto. È morto il mio unico figlio. È morto accecato da nessuno, diceva stupidamente. Nessuno m’ha colpito. Nessuno mi ha ferito. Ma di nessuno, uno solamente.  E ora sono sola, priva di passato, di vergogne.
Avrà grande fama, diceva il padre di mio figlio. Ebbe grande morte, diranno, grossa come era il suo occhio solitario, con cui scrutava il mondo senza capirlo. Certo che morire ingannato è un brutto modo per conoscere la propria solitudine, Polifemo del mare, Polifemo mio. Ma eri così orribile e mostruoso nel cuore. Chi mai avrebbe voluto rubarti la solitudine? Chi veramente piange il tuo addio?
Odisseo non c’è più. Polifemo non c’è più. Nella mia vita, ricomincia tutto con questo vuoto, questo tornare senza macchia, senza errori, senza legami. È stato tutto. È avvenuto tutto. E ora tutto manca.
Manca anche il coraggio di piangere. Di gioia? Di tristezza? Forse…