Arriva a Spoleto il duo ricci/forte che mette in scena un lavoro ispirato a Troilo e Cressida con gli allievi di Emma Dante.
Dopo un lungo percorso creativo di scritture originali o ispirate a opere letterarie, questa volta Stefano Ricci e Gianni Forte approdano direttamente a William Shakespeare; e lo fanno rielaborando alla loro maniera Troilo e Cressida, una delle opere più inconsuete del grande drammaturgo inglese, una tragedia incompiuta che presenta spunti di grande modernità.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Biondo di Palermo e del cast fanno parte i dodici allievi diplomati alla scuola di teatro diretta da Emma Dante. TroilovsCressida (SCHEDA SPETTACOLO) sarà in scena al Festival di Spoleto dal 7 al 9 luglio e già si preannuncia il tutte esaurito.
Come mai avete scelto quest’opera “anomala” di Shakespeare?
Abbiamo pensato a Troilo e Cressida per il tema della vanità e la riflessione sul valore dell’individuo, che si sviluppa sulla base dello sguardo degli altri; un tema che ci sembrava alludere anche alla situazione di un giovane professionista quando si affaccia al mestiere del teatro: e quante volte in questo mestiere ci si perde nella rincorsa dell'approvazione altrui.
Shakespeare è quasi un punto d’arrivo.
Per la prima volta ci siamo cimentati con la riscrittura di un classico. In questo caso ci siamo avvicinati a Shakespeare facendo un percorso sugli attori; e nel lavoro c'è un approccio iniziale al personaggio, a cui segue un lento smontaggio del testo, per combaciare con la nostra espressività, che va oltre il racconto del personaggio. Il gioco è quello del desiderio nello sguardo altrui: simbolicamente una sorta di viatico per l'inizio della carriera di questi giovani attori, per comprendere anche le maglie false della seduzione che esistono nel nostro mestiere.
Cosa è rimasto di Shakespeare?
Si può dire: tutto. Il tema dell’ipocrisia che determina i valori e i rapporti. Il discorso sull'amore, che è legato al valore attribuito agli altri e non a una vera scoperta dell'altro. Smascherare la vacuità dei rapporti, l’ostinata tendenza all'apparire. Sono temi shakespeariani che incrociano i nostri temi ricorrenti. Il Bardo c'è, traslato in una dimensione visionaria, che poi è la nostra, perché questo è il nostro viaggio. Non c'interessava tanto la storia di Troilo e Cressida, c'interessava proiettarla sugli individui di oggi, quando consideriamo il potere come seduttivo, anche in senso sociale.
A Spoleto troverete un pubblico diverso da quello che di solito riempie le vostre sale.
Da sempre abbiamo cercato d’incrociare spettatori differenti, perché se è vero che ci fa piacere avere uno “nostro” pubblico che ci segue, l'idea di diversificare e trovare spazi nuovi è sempre stata la molla propulsiva del nostro lavoro – che ci ha portato ad esempio ora a Macerata a fare la regia della Turandot. Ed è sempre interessante dopo tanti anni di lavoro mettersi a confronto con uno sguardo differente: è l'unica molla che ci dà una vera spinta. Molto più interessante cercare nuove scintille con gli spettatori che pattinare in territori conosciuti.
Per info e dettagli leggi la SCHEDA SPETTACOLO.