Teatro

Alessandro Musto riporta a teatro Peppa Pig: “Uno show dalla forte valenza pedagogica”

Peppa Pig Live
Peppa Pig Live

Intervista al produttore Alessandro Musto: "Amicizia, solidarietà, ambiente: ecco i veri valori di Peppa Pig"

Dopo l’allestimento del 2014, diretto da Claudio Insegno, torna in Italia il format teatrale Peppa Pig Live!, con un nuovo episodio dal titolo La gita in spiaggia, presentato da Red Group e Applauso (quest’ultimo, licenziatario italiano dei maggiori spettacoli a marchio Disney Live).

Il family show è in tour nelle principali città italiane fino all’8 gennaio 2023: ne parliamo con Alessandro Musto, produttore e direttore artistico di questo allestimento con canzoni inedite in italiano e nuove scenografie, il quale ci dà qualche anticipazione e rivela i segreti dello spettacolo.
 

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
 

Cosa rende speciale Peppa Pig?
Sicuramente la semplicità. La serie animata nasce ormai quasi 20 anni fa ed è legata a doppio filo con il Regno Unito, dove il personaggio è diventato “ambasciatrice della cultura” per i bambini in età pre-scolare (dai ai 2 ai 6 anni).
Si tratta, inoltre, di un cartone  fortemente pedagogico, fondamentale per la formazione e l’educazione di un bambino molto piccolo. Peppa è diventata una sorta di estensione tra scuola e famiglia: i contenuti della serie sono piccole scene di vita che un bambino si può trovare a vivere (mettersi le galosce per non bagnarsi i piedi, aiutare un amico in difficoltà, ringraziare il prossimo…).

Come viene percepito “Peppa Pig Live” in Italia e in Europa?
In Europa – e soprattutto in Inghilterra – i genitori considerano questo genere di spettacolo come la prima esperienza da condividere con i propri figli. Ed è quello che noi cerchiamo di fare anche qui in Italia, anche se per un breve periodo, fino all’8 gennaio: noi vogliamo dare a tutte le famiglie la possibilità di vivere la prima esperienza a teatro con i propri figli, senza lasciarsi condizionare dagli stereotipi e dal gusto personale dei genitori. Auspichiamo che, per molti bambini, questo possa essere il primo spettacolo teatrale cui assistono.


In queste settimane, in Inghilterra il format di Peppa Pig è in cartellone, con un titolo diverso: fa tre repliche al giorno ed è sempre sold out, proprio perché per gli inglesi è quasi un’esperienza obbligatoria da far vivere ai loro figli.

Non è la prima volta che Peppa Pig arriva "live a teatro" in Italia: cosa si deve aspettare il pubblico?
C’è una storia diversa, quindi un episodio nuovo: Peppa e i suoi amici partiranno tutti insieme per una gita in spiaggia, c’è una particolare attenzione al rispetto dell’ambiente. Le canzoni sono inedite e sono le stesse che girano in tutto il mondo.
Se non erro, la versione andata in scena nel 2014 prevedeva un intervallo. Questa volta, invece, c’è un tempo unico, perché in seguito all’acquisizione del brand da parte di Hasbro gli autori hanno verificato che la soglia di attenzione in un bambino in età pre-scolare non va oltre l’ora. Questa scelta potrebbe sembrare controproducente, a livello commerciale, ma in realtà ha una profonda valenza pedagogica.

Com’è nata la sua passione per i mestieri dello spettacolo?
Io vengo da una famiglia che ha sempre fatto questo. Mio padre (Gianni Donati, talent scout, autore e produttore, ndr) ha prodotto numerose trasmissioni televisive per le reti Rai e Mediaset e quindi mi ci sono trovato; la vita deciderà se purtroppo o per fortuna. Fortunatamente, non mi è stato imposto nulla, ho sempre vissuto tutto con la massima disinvoltura e spensieratezza che deve avere un bambino. 
Ecco perché ritengo che questo spettacolo non sia solo un’operazione commerciale – come è anche giusto che sia, da un punto di vista imprenditoriale – ma debba avere anche un risvolto educativo. Io credo che, nel nostro settore, conoscere quali sono le difficoltà che contraddistinguono ogni mansione (dal produttore al regista, dal light designer al macchinista) possa aiutare a essere più completo. 
La vera passione sta nella curiosità di voler imparare sempre, anche come si avvita un bullone.

In che modo la pandemia ha modificato il processo creativo e  gli aspetti logistici di un allestimento teatrale?
Lo spettacolo ha vissuto, sta vivendo e vivrà un cambiamento. Io credo che l’unico aspetto positivo di una tragedia come quella pandemica, che stiamo ancora vivendo, è di aver compiuto una sorta di selezione artistica e professionale: chi aveva veramente la voglia (e anche la possibilità) di mettersi in gioco, ha dovuto percorrere strade diverse. È diventato tutto talmente imprevedibile... è come se avessimo iniziato daccapo a produrre spettacoli per bambini: non si può paragonare tutto quello che succedeva prima del 2020 a quello che succederà in futuro, perché è cambiato tutto. C’è qualcosa che non sta funzionando, non a livello di appeal degli spettacoli, ma proprio nella società (quella italiana, in particolare), che è distratto da altre cose, sicuramente più importanti. Rimane comunque un  gap culturale da recuperare, rispetto ad altri paesi europei.

Alla fine dell’intervista, Alessandro Musto rivolge un invito al pubblico: “Venite a teatro, perché il vero spettacolo non sarà Peppa Pig, bensì i vostri figli che guardano lo show”.

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