Teatro

Andrea Renzi : "Io, la Trilogia e Toni Servillo"

Andrea Renzi : "Io, la Trilogia e Toni Servillo"

Continua con successo la tournèe dello spettacolo vincitore del Premio Ubu 2008, Trilogia della Villeggiatura, diretto e interpretato da Toni Servillo e prodotto da Teatri Uniti e Piccolo Teatro. Tra i protagonisti del classico goldoniano spicca Andrea Renzi, attore 46enne, volto noto di film importanti diretti da Ozpetek, Benigni, Salvatores, Virzì, Capuano e Sorrentino. Renzi, che cosa distingue la vostra “Trilogia” da quella firmata nel 1954 da Giorgio Strehler? Questo spettacolo è figlio del suo regista. Toni Servillo ha sicuramente preso spunto dal testo straordinario di Strehler. Durante le prove ne ha studiato il copione e le schede dei vari personaggi. L’influenza è forte. Lui però ama approfondire continuamente, andare oltre, stravolgere e tenere vivo lo spettacolo. E’ ossessionato dall’espressione totalizzante dell’attore. Sul palco noi subiamo una continua mutazione, scopriamo, replica dopo replica, nuove zone del personaggio. Come si trova a lavorare con Servillo? Beh, è straordinario. Toni è un grande professionista ma ciò che più stupisce di lui è la grande sensibilità e la capacità di far emergere la spontaneità di ciascuno di noi. Tra i registi con i quali ho lavorato è decisamente quello che più presta attenzione al ruolo dell’attore. Forse perché è presente ad ogni nostra replica, vive in prima persona il palco con noi. Ci parli dei vostri due personaggi. Io interpreto Leonardo, giovane che ama perdutamente Giacinta e che rispecchia il prototipo dell’italiano medio. Si finge coraggioso e generoso ma, in realtà, è un irresponsabile, incapace di gestire i propri beni. Toni, invece, è Ferdinando, un uomo che corteggia, pieno di speranze, una vecchia stralunata pur di avere in cambio la sicurezza economica. I temi che presentate sembrano piuttosto attuali… Direi che le tematiche della “Villeggiatura” sono attuali ma si riflettono diversamente sulla nostra società. Il nostro paese è cambiato, la condizione della donna è mutata. Così come il denaro e l’uso che se ne fa. Poi ci sono i giovani, i veri sconfitti di questa storia. Si abbandonano alla malinconia. Alla fine sono le vere vittime del sistema. Che tipo di scenografia è stata scelta per rappresentare le tre fasi della villeggiatura? Le scene di Carlo Sala sono improntate sulla semplicità e sull’alternanza tra dentro e fuori, spazi aperti e chiusi. Nella prima parte, “Le smanie”, la vicenda si svolge in due case, quella di Filippo e quella di Leonardo. Qui avviene la preparazione per la partenza. Il lavoro ritmico si basa sull’accelerazione recitativa. C’è euforia, un’estenuante ricerca della felicità. I personaggi si indebitano senza freni pur di partire per la villeggiatura. Nella seconda parte, “Le avventure”, gli spazi scenici si fanno più ampi. Si da sfogo al divertimento, all’ozio e alla luce. Nel terzo e ultimo capitolo, “Il ritorno”, i quattro innamorati commettono errori, tra inganni e raggiri. Per loro non c’è un lieto fine. Dove la vedremo nei prossimi mesi? Di sicuro a teatro. Mi divido tra le repliche della “Villeggiatura”, che da poco hanno toccato quota 200, e quelle del “Magic People Show”, prodotto sempre da Teatri Uniti. Con la Trilogia andremo a Madrid, poi a New York e nel 2010 di nuovo a Parigi. Amo questo respiro europeo. Il teatro è il centro della mia attività e continuerà ad esserlo.