Teatro

Attilio Fontana: “Catapultato nel mondo di HAIR”

Attilio Fontana: “Catapultato nel mondo di HAIR”

Teatro.Org ha incontrato uno dei protagonisti della versione italiana del musical “Hair”, diretta da Giampiero Solari, con la direzione musicale di Elisa. Attilio Fontana in questo spettacolo interpreta il ruolo molto estroverso e quasi estremo di Berger, mentre in realtà lui è una persona molto timida. L’ex “Ragazzo Italiano” è un performer in grado di districarsi con grande disinvoltura, tra teatro, fiction e musica e, in questa intervista, ci parla di come sia stato “trascinato” nell’avventura di “Hair”, del suo nuovo disco appena uscito e dei suoi prossimi progetti per la tv. Attilio, abbiamo molto da dire, quindi cominciamo dal tuo ruolo nel musical “Hair” Io conoscevo il film prima e in realtà la scrittura del musical è molto diversa. In questi casi l’opera viene sempre un po’ rivisitata, quindi sono stati dati dei colori magari più estremi rispetto ai ruoli del film. Qual è stato il tuo lavoro d’attore su questo personaggio? Berger l’ho voluto fare perché è agli antipodi del mio carattere. Non ho molto spesso occasione di interpretare personaggi diversi dal mio carattere. E’ un ruolo molto ludico, mi piace giocare, mi piace fare il provocatore. Secondo me Berger ha tante sfumature, però una delle cose più belle è che lui vuole vivere quell’epoca con tutto quello che comporta. Come attore di fiction, invece, tu hai interpretato sempre ruoli più “intimistici... Quali sono le differenze? Quanto meno il teatro ti dà la possibilità di divertirti di più, si deve un po’ “caricare il motore”. Per quanto riguarda ad esempio la fiction “Caterina e le suo figlie”, dove interpreto Enrichetto, un figlio gay che non vuole nasconderlo alla madre, c’è un po’ più di timidezza, che fa parte del mio carattere. Chiaramente, cambia molto il modo di lavorare, più immediato, la preparazione delle scene è più meccanica nella fiction. A parte il classico contatto diretto col pubblico, qual è un altro elemento più immediato in teatro? In teatro, e soprattutto nel caso dei musical, l’elemento più immediato è la musica. “Hair” è un bellissimo musical e la musica ha la fortuna di essere una delle forme artistiche che ti arriva dentro la pelle e non sai neanche perché. I giornali hanno parlato molto della fase preparatoria del musical. Cosa ti ha lasciato il periodo delle prove? Io sono stato praticamente paracadutato su questo “Hair” perché mi fu chiesto di fare le audizioni quando avevo un altro impegno, quindi ho fatto un’audizione successiva perché la produzione non aveva ancora il personaggio di Berger. Mi hanno chiamato e mi hanno detto: “Sei Berger, debuttiamo tra una quindicina di giorni, vieni a Biella domani!” Sei in uscita con il tuo nuovo album, che s’intitola “A”… E’ una raccolta di racconti che io ho scritto in questi due anni. Un disco al quale tengo molto, scritto col chitarrista Franco Ventura, col quale collaboro da anni, e racchiude il mio desiderio di raccontare i miei testi, le mie musiche. E’ un disco gradevole, molto “contaminato”, racconta soprattutto le atmosfere sudamericane, tutto suonato, senza l’ausilio dei computer. Sappiamo che prossimamente sarai impegnato nell’allestimento dell’opera che hai scritto, “Actor Dei”… Speriamo di ripartire in tour dal prossimo ottobre… e di altre cose ti posso anticipare che tornerò a interpretare Enrichetto in “Caterina e le sue figlie 3”: un personaggio che riserverà sviluppi abbastanza deliranti! Per la foto si ringrazia Silvia Arosio