"Dopo 175 film, la questione rimane sempre quella: al cinema, se non è buona la prima, la rifai; in teatro non è possibile". La Cardinale si racconta in quest'intervista: dal suo ritorno in scena, a qualche amarcord...
Tornare a teatro dopo oltre dieci anni di assenza dal palcoscenico, accanto alla moglie dell’uomo con il quale ha condiviso un percorso di vita lungo quasi trent’anni: una sfida importante, a livello professionale e umano, per Claudia Cardinale, protagonista insieme con Ottavia Fusco della commedia di Neil Simon ”La strana coppia” (versione femminile), già rappresentata in Italia da Monica Vitti e Rossella Falk: un omaggio a Pasquale Squitieri, recentemente scomparso, che per primo aveva creduto in questo progetto, realizzato dal suo assistente prediletto, Antonio Mastellone, utilizzando gli appunti del regista.
L’attrice reagisce con una risata spontanea quando le viene ricordato il suo debutto teatrale, in età matura, nello spettacolo La Venexiana, sotto la preziosa guida del regista Maurizio Scaparro.
“E’ vero. Ma dopo 175 film, la questione rimane sempre quella: al cinema, se non è buona la prima, la rifai; in teatro non è possibile. Devo dire che, con ‘La strana coppia’, stiamo avendo dappertutto un pubblico veramente straordinario, che ci aiuta ad andare avanti, perché è dalla nostra parte".
La strana coppia è uno spettacolo evergreen. Ma cosa vuol dire “strana coppia”, secondo lei?
Esattamente quello che esprimono i nostri personaggi sul palcoscenico: io sono una maniaca della pulizia e sto sempre con la scopa a pulire e Ottavia Fusco, invece, butta tutto per terra. Siamo completamente diverse, anche nella vita, dove a unirci, nell’ultimo periodo, c’è stato solo Pasquale Squitieri.
Ad aprile festeggerà 80 anni, in scena al Teatro Augusteo di Napoli, proprio con questo spettacolo. Un rimpianto e un rimorso professionale?
No, mai. Né rimpianti, né rimorso alcuno. Sono stata fortunata, perché continuo a lavorare. Adesso ho altri tre film da fare, uno dei quali verrà girato a Roma.
Negli anni Sessanta è stata definita la donna più bella del mondo: quanto ha inciso la bellezza sulla sua carriera?
Io non ci credo a questa storia! (ride, ndr.). Si è trattato di un caso. Nel 1957, durante la Settimana del cinema italiano a Tunisi, si svolse il concorso per «la più bella italiana di Tunisia»: c’erano tutte le ragazze sul palco e, inaspettatamente, ne arriva una che mi infila la fascia addosso. E così, senza nemmeno essermi presentata, vinsi in premio un viaggio a Venezia, durante la Mostra del cinema. Al Lido andai con mamma e, ovviamente, erano presenti molti registi produttori. Mi venne offerta la possibilità di frequentare il Centro sperimentale di cinematografia a Roma: abbandonai gli studi dopo un solo trimestre, rendendomi conto, allo stesso tempo, di essere fotogenica.
In passato, il rapporto tra artisti e fan era diverso e sicuramente più positivo, tanto che Longanesi pubblicò, nel 1966, il libro Cara Claudia… Lettere dei fans alla Cardinale. Tra quelle lettere, ricorda un fan in particolare?
Sì, è vero. Io conservo un enorme cassa contenente lettere di ammiratori che continuano a scrivermi da tutto il mondo. Una volta qualcuno ha bussato alla mia porta: era un giovanotto che veniva da New York e mi ha detto: ’Sono venuto per vivere con te’… Ovviamente non ha vissuto con me!
Per info e date della tournée: Scheda dello spettacolo.