Sembrava dovessero apparire di nuovo assieme solo per un 'cameo', a ricordo di un passato mitico che ha lasciato un segno indelebile ai tempi in cui il Derby era un cabaret milanese dove tutta una generazione, o due, ha imparato a ridere in compagnia. Cochi e Renato, un duo capace di sorprendere per effetto dada, surreale, per ironia, musica e battute al fulmicotone, ha fatto parte di un fenomeno, quello del cabaret milanese, che ha decretato successo e popolarità a numerosi personaggi allora sconosciuti, come Diego Abantatuomo e a tanti altri già noti, come Enzo Jannacci.
i Cochi Ponzoni, che avrebbe seguito il teatro d'autore e Renato Pozzetto, che avrebbe fatto tanto cinema di cassetta, si divisero a metà degli anni '70 e sembrava che solo i ricordi li avrebbero rivisti insieme. Invece eccoli qua, al Teatro Nuovo di Milano fino a domenica 12 ottobre e poi in tour per l'Italia a presentare un nuovo spettacolo intitolato La coppia infedele. Il sempre disponibile Renato Pozzetto mi concede ancora una volta un'intervista e la sua inconfondibile voce strascicante mi fa sorridere prima ancora di ascoltare le risposte per intero. Voglio chiedergli...
Lo spettacolo che ha debuttato qui al Teatro Nuovo contiene sketch nuovi o vecchi?
Scriviamo cose nuove se no il pubblico s'incazza.
Ma la gente non vuole sempre riascoltare certe canzoni o battute?
Le battute sono una cosa, le canzoni sono un’altra. Se sente Gino Paolo che ripropone le sue canzoni più volte, la cosa è normale. Più le canzoni piacciono e più sono richieste, invece la battute si consuma. Ogni volta che cantiamo una canzone ci rendiamo conto di questo fenomeno e noi le cantiamo dal vivo, con l’orchestra in scena. Ne abbiamo di nuove come abbiamo chiacchiere nuove, momenti di umorismo e di prosa, cose che raccontiamo.
Vi state ancora divertendo?
Sììì, il nostro spettacolo è onesto. Prima per noi, poi per stupire il pubblico. Lo spettacolo di quest’anno lo abbiamo fatto proprio perché ci èstato richiesto a gran voce e da più parti.
Ve lo aspettavate che, dopo tanti anni di silenzio, la vostra coppia potesse suscitare tanto affetto?
No, no. Quando siamo riapparsi in teatro è stato un ritornare sulle scene dopo 25 o 30 anni, sperando che il pubblico gradisse. Poi abbiamo usato vecchie idee, magari abbandonate, perché a un certo punto avevamo prese le nostre strade e lasciato tante idee nel cassetto. Sono rimaste solitarie, come San Francesco e ora le abbiamo rispolverate e riprese.
Allora, insieme a novità, ci saranno i grandi cavalli di battaglia?
Ora apriamo con la Gallina, perché ci è stata davvero tanto richiesta..
Vi riesce meglio dedicarvi solo a momenti di evasione o anche ad argomenti impegnati?
Già in ‘Questa è una canzone intelligente' di cose ne abbiamo dette tante. Quest’anno ne abbiamo una intitolata Malpensa, perché racconta la storia d’amore di un nano con la faccia d’aeroplano che ama una donna che si innamora di un pilota... E abbiamo avuto dei problemi perché sembrava avere troppi doppi sensi.
Ora, cosa altro desiderate per il vostro futuro?
Di star bene di salute. Io mi sto dedicando ai miei cinque nipoti bellissimi. E' una novità, un piacere che non mi aspettavo fosse così intenso. E poi le idee da portare in palcoscenico aiutano a vivere, oltre che le medicine.
Ne prendete tante?
Ne prendiamo tantissime. Qualcosa prenderà anche Cochi, forse meno di me.
Dove andrete dopo il Teatro Nuovo?
Il tour ci porta in Italia: dopo Milano, che vede il nostro debutto nazionale, giriamo in Lombardia, Veneto, Toscana, Liguria, finendo forse a Natale o giu di li. Poi potremmo continuare, anche lo scorso anno abbiamo ripreso a gennaio.
C'è qualcosa che vorreste fare al cinema o in televisione?
Nooo, ma ogni tanto mi arriva qualche copione. Ma sono un po’ svogliato e aspettiamo il momento in cui arrivi una proposta davvero interessante.
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