Pochi forse conoscono le varie tappe della vita professionale di Corrado Tedeschi.
Dopo gli esordi calcistici - oggi ‘semplicemente’ tifoso sampdoriano, ha però militato nelle giovanili in serie D definendosi "un Inzaghi junior in campo" - arriva il diploma al Teatro Stabile di Genova, e a seguire varie esperienze come animatore e presentatore in radio e televisioni private liguri con il soprannome di "Dado".
Alle diverse conduzioni in tv, tra Rai e Mediaset, alterna anche partecipazioni teatrali; tuttavia, quella che era inizialmente solo una passione, diventa la sua principale occupazione. Molti spettatori lo ricorderanno sicuramente in diverse produzioni del Franco Parenti di Milano, del quale è primo attore da parecchi anni ormai, ma dal 2013 veste i panni di un ambiguo commediografo in “Trappola mortale”, la pièce di Ira Levin datata 1978. Il prossimo debutto è fissato per l'8 maggio al Teatro Manzoni. Un’occasione imperdibile per rivolgere alcune domande al noto attore livornese.
Cosa ti ha spinto ad accettare un copione come quello di “Trappola mortale”?
In Italia c'è la tendenza a far fare ad un attore lo stesso ruolo per tutta la carriera. Io invece credo che un attore vero debba cimentarsi in ogni genere. Fare un personaggio così lontano da me è la sfida che ho voluto accettare e che spero di vincere (al pubblico la sentenza).
Non c’è nessun aspetto del tuo personaggio nel quale ti rispecchi…
Per quanto mi riguarda "purtroppo" sono molto lontano dallo scrittore di "Trappola mortale". Tuttavia, non posso negare che sia un personaggio molto interessante, dalle mille sfaccettature e che per queste ragioni avrebbe molto successo nell'ambiente dello spettacolo italiano.
Michael Caine e Christopher Reeve sono stati, rispettivamente, il commediografo Bruhl e l’allievo Anderson nella trasposizione cinematografica del 1982. Come gestire il confronto con l’interprete del film di Sydney Lumet?
Nella mia carriera ho intepretato tanti personaggi, impersonati in precedenza da interpreti del calibro di Frank Sinatra, Rex Harrison, Humphrey Bogart, Noel Coward e John Malkovic. Nonostante gli illustri precedenti, sono uscito vivo da queste prove e conto di riuscirci anche con "Trappola mortale".
Avidità e continua ricerca del potere sono due dei temi ricorrenti. Domanda banale ma quasi inevitabile: secondo te quanto sono presenti nella società moderna?
Avidità e sete di potere sono alla base della nostra società, da qui la straordinaria attualità del testo.
Il perfetto incastro tra momenti di suspense e umorismo fa di “Trappola mortale” un’opera particolare, “due terzi thriller, un terzo commedia”. È stato facile passare da un registro narrativo all’altro?
E' stato fantastico, l'attore "brillante” può fare molto bene il drammatico, difficile il contrario. Per me non è stato difficile anche perché ho frequentato il teatro "classico". Lo metto tra virgolette perché c'è ancora qualcuno che considera il teatro brillante un genere minore.
In quest’opera ogni trappola ne nasconde un’altra, quasi una metafora della natura umana e delle varie anime presenti in un individuo, in lotta tra loro. Ti è mai capitato di ritrovarti in situazioni simili, senza ovviamente arrivare alle estreme conseguenze?
Per il momento non ho ancora assassinato nessuno e non credo che lo farò ma questo ambiente è molto competitivo e molti "colleghi" farebbero qualsiasi cosa per il successo....
A parte la trama avvincente e ricca di colpi di scena, cosa continua ad affascinare il pubblico della storia e dei personaggi?
Avidità e sete di successo, paura, colpi di scena… tutti elementi difficili da trovare in un testo contemporaneo, che, ci tengo a ricordare, è opera di Ira Levin, autore di "Rosemary 's baby". Penso di aver detto tutto.
Si potrebbe portare in televisione un noir di questo tipo, magari a puntate? Se si, ‘esclusi i presenti’, chi vedresti bene nei ruoli dei due protagonisti?
Certo! Sarebbe stupendo ma tremo al pensiero di chi sarebbero gli attori prescelti. Sono sicuro che sarebbe uno dei soliti cinque che dopo aver interpretato il poliziotto, il malavitoso, il prete, Affari tuoi, farebbe Il mio personaggio di "Trappola mortale" probabilmente con un pesante accento romanesco o siculo....
Com’è stato lavorare assieme ad Ettore Bassi? Conti di ripetere l’esperienza?
Ettore è un grande professionista, una sicurezza come compagno di lavoro, rispettoso dei ruoli e correttissimo, non potevo chiedere di meglio. L’unica cosa che non gli "perdono" è di essere decisamente più giovane.