Teatro

Francesca Reggiani e quello che le donne (non) dicono

Francesca Reggiani e quello che le donne (non) dicono

“Tutto quello che le donne (non) dicono” è il one man show tutto al femminile con cui Francesca Reggiani domina il palcoscenico. Lo spettacolo debutterà al teatro Derby di Milano mercoledì 4 marzo e sarà in scena fino all’8. Solo lei sul palco, le luci giuste, l’atmosfera evocativa delle grandi occasioni e si alza il sipario. Dopo le ultime esperienze televisive e cinematografiche, l'attrice comica torna in teatro, dove esprime tutta la sua intelligenza raffinata e sagace. Il monologo è stato scritto dall'attrice insieme a Valter Lupo e Gianluca Giugliarelli e rappresenta un viaggio nell'Italia contemporanea, fatto di tante parole, veloci e puntuali, molta ironia e uno sguardo attento sull'attualità, criticata con osservazione puntuale. Senza dimenticare le imitazioni femminili più conosciute dal pubblico in tv: Sabrina Ferilli, Sofia Loren, Monica Bellucci. E ci sarà anche una new entry: il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Come nasce lo spettacolo? “Di solito la formula del one man show è un genere prettamente maschile. Io ho voluto confrontarmi con il pubblico direttamente, senza intermediazioni per dimostrare che anche una donna può sostenere brillantemente il palco. Così insieme ai miei autori abbiamo scritto il testo, in pratica un contenitore variegato che propone diversi spunti”. E come si articola? “E’ una stand up commedy, cioè io dialogo con in pubblico rivolgendomi direttamente a chi sta seduto in platea: la prima parte è incentrata sulla critica sociale e anche un po’ politica, perché voglio focalizzare alcune contraddizioni evidenti; la seconda invece è dedicata ai sentimenti e all’evoluzione della coppia. Un monologo allegro quindi, ma che vuol anche far riflettere. “Certo. Il mio intento è far pensare, vedere da un’ottica diversa la realtà che ci circonda. E che è poco gentile soprattutto con le donne, perché con le prime rughe arriva anche la perdita della credibilità sociale. Basta pensare a quello che è successo all’ultimo festival di Sanremo e le critiche per il testo della canzone della Zanicchi: sarebbe stato inimmaginabile accadesse la stessa cosa se ci fosse stato un uomo sul palco che rivendicava la propria virilità senile”. L’ironia è importante nella vita fuori dal palco? “Aiuta tutti i giorni. Un umorismo più o meno serio che adatta i paradossi alla realtà, per forza fa vivere meglio. Almeno io la penso così”. Oltre all’appuntamento teatrale, proseguono anche i suoi impegni televisivi. “Sì, sprosegue il programma in onda su Comedy Central “Bastardi” e tra qualche mese inizierò il doppiaggio della seconda serie di “Medicina Generale”. Mi piace alternare teatro e tv, proprio perché sono profondamente diversi e allo stesso tempo complementari. Intanto il pubblico dovrebbe venire a teatro a vederla perché… “Perché è uno spettacolo che fa sorridere. Anzi, mi piace pensare che faccia proprio ridere e magari dare speranza. Il costo del biglietto è compensato dalla spensieratezza consapevole che si riceve. Io stessa ho cercato di guardarlo con l’occhio di una spettatrice per capire al meglio quale fosse l’impatto sul pubblico. E mi è piaciuto”. Il divertimento quindi è assicurato, l’irriverenza pure.