“Parchi sommersi” nasce dal desiderio di ritornare a guardare in faccia gli spettatori, un’idea di teatro che metta il pubblico a confronto con la storia che si sta raccontando
Dal 5 giugno 2023 al Parco Lambro di Milano andrà in scena Parchi sommersi. Sarà un Teatro nel parco, l'esperienza immersiva e interattiva con le cuffie wireless creata dalla Compagnia Òyes che riflette su come si trasformano il territorio e gli abitanti. Poi pronti per altri parchi: Parco Nord e Parco delle Cave. Ne abbiamo parlato con l’ideatore, Francesco Meola, Fondatore della Compagnia Òyes.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Cosa fa e chi è, Compagnia Òyes?
Tutto è cominciato tredici anni fa: nel 2010 io e altri otto ex allievi dell’Accademia dei Filodrammatici fondiamo la Compagnia Òyes. Da subito ci concentriamo sulle crepe che osserviamo nella società e da lì partiamo per creare drammaturgie originali, sviluppate attraverso scritture sceniche e improvvisazioni. La volontà che ci ha sempre guidato è stata quella di mantenere vivo il processo di ricerca di nuovi linguaggi, stili e materiali drammaturgici, senza perdere il confronto con la tradizione, con i grandi autori classici e contemporanei.
Avete vinto vari premi, infatti.
Sì, abbiamo creato una decina di spettacoli e abbiamo vinto, tra i vari riconoscimenti, anche il Premio Hystrio Iceberg come migliore compagnia emergente italiana. Grazie a questo riconoscimento e alla partecipazione a diversi festival, come Primavera dei Teatri e Inequilibrio, siamo riusciti a portare i nostri spettacoli in tour, per farli conoscere. Negli anni si sono anche sviluppate collaborazioni con importanti realtà come La Corte Ospitale e coproduzioni con teatri stabili.
Poi, con la pandemia, abbiamo cominciato anche a pensare a dei progetti collaterali, al di fuori dei teatri. “Parchi sommersi” è nato proprio da questa esigenza, dal desiderio di ritornare a guardare in faccia gli spettatori e il mondo, da un impulso che ci fa muovere verso un’idea di teatro che metta davvero il pubblico a confronto con la storia che stiamo raccontando.
“Parchi Sommersi” parte infatti da Parco Lambro. Cosa fate?
Spiego, ed è importante, la genesi del progetto, che nasce da una riflessione su Milano come luogo dove si stratificano vite, mode e stili.
Riteniamo che nell’ultimo secolo la città sia diventata una metropoli che, correndo in fretta verso il futuro, ha rischiato più volte di dimenticare il passato, vittima del suo frenetico distruggersi e ricrearsi.
"Parchi Sommersi” vuole concedere un tempo di sospensione e di ascolto, per cogliere nelle trasformazioni di un parco il riflesso dell’evoluzione di un territorio.
In pratica, la performance consiste in una passeggiata in cuffia per una trentina di spettatori alla volta. Il parco viene raccontato facendo risaltare i diversi aspetti che lo compongono: quello natural-urbanistico, in quanto ecosistema inserito in un contesto cementificato; quello storico sociologico attraverso l’analisi di esperti e frequentatori; infine, un aspetto intimo, perchè siamo convinti che ogni storia abbia bisogno di calarsi in un parabola personale per rivelare la sua natura universale.
Perché partire dal Lambro, e quali altri parchi milanesi verranno toccati?
Si tratta di un luogo che ha vissuto molteplici metamorfosi nell’arco di secoli, che permette di toccare con mano le trasformazioni socio-culturali di Milano. Potrei elencare i tanti strati sepolti, ma preferisco concentrarmi su un periodo esemplare per farvi cogliere la ricchezza di questo territorio.
Come si racconterà nello spettacolo, il Parco Lambro è stato scenario e specchio di fenomeni sociali complessi: dai pop-festival della rivista “Re Nudo” degli anni '70, al dilagare dell’eroina negli anni '80, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui si presta a essere luogo di incontro e socialità per diverse comunità migranti.
Riflettere sulla parabola di questo luogo può essere un interessante spunto per interrogarsi su quale rapporto esista tra gli spazi urbani e i fenomeni sociali, e su come i luoghi che abitiamo e le scelte urbanistiche che vengono prese dai governanti possano avere un’influenza positiva o negativa su di noi.
Stiamo lavorando anche ai prossimi capitoli: a settembre presenteremo il progetto futuro che scaverà nella storia e storie del Parco Nord. In seguito vorremmo indagare anche il Parco delle Cave.
E se piove?
In caso di pioggerellina, lo spettacolo si farà lo stesso. Ovviamente consigliamo di portare ombrello, scarpe pesanti e una giacca impermeabile. La performance verrà rimandata solo in caso di pioggia intensa. In quel caso verrà subito fissata un’altra data nel mese di giugno.
E' adatto anche a bambini e ragazzi? E se sì, da che età?
La storia raccontata può essere ascoltata da dei bambini che abbiano compiuto almeno il decimo anno di età, accompagnati dai propri genitori. Occorre ribadire che la performance è una camminata per un’ora e mezza, a un ritmo molto blando: serve che i bambini siano predisposti al cammino e a un leggero esercizio fisico.