Teatro

Gianluca Guidi: 'Porto Oscar con me su e giù per lo Stivale'

Gianluca Guidi: 'Porto Oscar con me su e giù per lo Stivale'

"Credo che questo spettacolo rimarrà nella storia del teatro italiano, perché è così amato, anche in versioni non proprio vicine a quella “storica”, tanto da aver dimostrato una longevità maggiore di quanto si potesse sperare"

Cambio di rotta per Gianluca Guidi che, dopo venticinque anni sul palcoscenico – passati tra commedie brillanti, musical e concerti jazz – si cimenta in un innovativo one man show che rende omaggio all’autore che conosce meglio: Oscar Wilde.
Lo spettacolo ha debuttato con successo la scorsa estate, in forma di anteprima, nell’ambito del festival teatrale di Borgio Verezzi (Savona, luglio) e di Benevento Città Spettacolo (settembre) ed è attualmente in tour nella nostra penisola. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente, perché fosse lui stesso a raccontare questa nuova esperienza:

"Si tratta di un passo un po’ diverso rispetto a quelli fatti finora nella mia carriera. Ero stanco di dire più o meno sempre le stesse cose sul palcoscenico. Quando la Medina Produzioni, di Lello Abate e Barbara Rendano, mi ha proposto di interpretare Oscar!, ho subito chiamato un amico come Massimo Popolizio per “aiutarmi a uscirne vivo”, ecco. E’ la prima volta che interpreto uno spettacolo del genere e quindi avevo bisogno di un “fratello maggiore” che mi guidasse con la sua regia. Ho chiesto a Germano Mazzocchetti di musicare alcuni sonetti di Shakespeare e di Yeats per questa cosa e ne è nato un one man show che utilizza come scenografia schermi sui quali vengono proiettate immagini in continuazione altre cose realizzate molto bene da Marco Schiavoni".

Se in futuro dovessi ripetere questo tipo di esperienza, a quale autore ti affideresti?
Dipende. Come per i musicisti, l’ambizione di tutti è Mozart; per un attore diventa Shakespeare. Già il fatto di essermi potuto dedicare a Wilde è un passo compiuto (e desiderato).

In questo spettacolo, c’è qualcosa di ancor più particolare rispetto a un altro one man show, come ad esempio La resistibile ascesa di Gianluca G.?
Beh, quello riguardava me, era più semplice. Erano affabulazioni divertenti col pubblico, corredate di canzoni. Questo è un testo diverso, di fatto molto teatrale.

Dalla seconda metà di febbraio, però, sarai nuovamente in scena con Taxi a due piazze
Lo riprendo per l’ultima stagione, mi auguro, perché ormai sono arrivato a oltre 500 repliche. E’ uno spettacolo che mi ha dato tantissime soddisfazioni. L’arrivo di un amico che lo fa con me, Giampiero Ingrassia, ha dato un po’ di ossigeno a questa operazione che, per quanto mi riguarda, era conclusa, insomma, come altre cose che ho fatto nella mia carriera e che non rifarei. Taxi a due piazze lo rifaccio perché è un capolavoro nel suo genere. Credo sia la farsa più bella in assoluto che io abbia mai letto o visto rappresentata sulla scena.

Un'altra tappa importante della tua carriera è stata Aggiungi un posto a tavola, che in questa stagione, ha compiuto 40 anni dal debutto. Riflessioni ex post?
Credo che questo spettacolo rimarrà nella storia del teatro italiano, perché è così amato, anche in versioni non proprio vicine a quella “storica”, tanto da aver dimostrato una longevità maggiore di quanto si potesse sperare. Io non lo rifarei più, perché “non si torna mai sul luogo del delitto, quando il delitto è venuto bene”.

Tu sei attore, ma anche regista e produttore. Come stai vivendo questo periodo di marcata crisi culturale?
Come lo vivono tutti, con grande attenzione. Io sono abbastanza fortunato, lavoro e non mi posso lamentare. Certo, indipendentemente dalla crisi, nella nostra nazione, molto per il teatro non si fa, questo è un dato di fatto. Certi teatri pubblici tengono il passo con l’Europa, altri come quasi tutti quelli privati, non ce la fanno, ma semplicemente perché non c’è attenzione da parte delle istituzioni al mestiere che facciamo. Si è sempre svolta un’attività di regolamentazione  derivante da errori macroscopici commessi in passato, da ciò che dovrebbe essere a quello che in realtà è il teatro italiano. Forse la cosa peggiore in Italia è considerare la cultura un vizio…

Progetti futuri?
Beh, intanto porterò in scena Oscar! ancora per tutta la prossima stagione 2015/2016. Dopodiché vediamo, speriamo ancora di essere vivi!