Ce lo racconta Luisa Corna: un appuntamento ormai fisso del fine settimana meneghino: cena, drink, spettacolo e divertimento.
E' un appuntamento ormai fisso della domenica sera meneghina: cena, drink, spettacolo e divertimento. E' il Manzoni Derby Cabaret, che vede esibirsi comici in ascesa e big che fanno loro da "mentore". La giuria vota e si arriva alla primavera con un vincitore, il nuovo astro della comicità italiana. Sul palco, anche una band dal vivo e Luisa Corna, cantante e co-conduttrice dello show. Ecco cosa ci racconta.
Un format partito un po' in sordina ma che ormai va avanti da anni.
E' vero, era partito un po' sottotono, ma ora siamo alla quarta stagione. L'idea era nata perché la domenica sera il teatro, da tradizione, è chiuso... e invece noi volevamo farlo "rivivere". Quindi le due menti (Maurizio Colombi, co-conduttore e Alessandro Arnone, direttore del teatro n.d.r.), hanno pensato a questo primo talent sulla comicità, con buffet e degustazione vini, col pubblico che partecipa e la giuria. A un prezzo assolutamente accessibile.
In cosa è cambiato lo spettacolo?
In realtà lo abbiamo solo rodato ed è rimasto più o meno lo stesso perché funzionava: tre comici in gara, tre big e poi gli ospiti. Con la giuria che cambia, ma con gli inamovibili Luzzat Fegiz e la mitica signora Foscale che ha oltre 90 anni ed è la vera anima del teatro Manzoni.
Qual è il valore aggiunto di uno spettacolo del genere?
Ha quel sapore di storia, degli esordi del cabaret a Milano, quello della tradizione importante del Derby. Visto in teatro, poi, ha una forza molto diretta con il pubblico che interagisce. E piace perché fai una serata diversa, completa.
Che pubblico vede in sala?
Un po' di tutto: ci sono quelli che tornano (e sono tanti), ci sono famiglie con bambini e poi vedo davvero tanti giovani, anche sui vent'anni. Abbiamo visto crescente attenzione da parte del pubblico, che man mano ritornava anche per sostenere i comici. Ora, una serata così, è come una festa in famiglia, tanto che il teatro è quasi sempre pieno. Questo perché, alla fine, la comicità coinvolge tutti.
Cos'è per lei il teatro?
Io il teatro l'ho vissuto come cantante, nel musical, come comicità. Ha sempre quella magia, quella splendida sinergia con il pubblico che altrove non c'è. Il teatro ha quel qualcosa che non cambia mai, di eterno.