Teatro

Il ritorno a teatro di Eva Grimaldi, protagonista l'amore

Il ritorno a teatro di Eva Grimaldi, protagonista l'amore

Fino al 21 febbraio l'attrice e showgirl veronese è in scena al Teatro San Babila di Milano, protagonista di una moderna commedia degli equivoci corale su un tema di inevitabile attualità in tutto il mondo: il matrimonio gay.

E’ felice, Eva Grimaldi (all’anagrafe, Milva Perinoni), di tornare in teatro dopo dieci anni, e, per la prima volta di recitare a Milano, grazie alla commedia brillante a tinte forti Il marito di mio figlio, scritta e diretta da Daniele Falleri; dove l’attrice veronese – che ha debuttato in tv come guardarobiera del Drive-In di Antonio Ricci – interpreta Amalia, madre “sessantottina” e provocante di Michael (Ludovico Fremont), che, insieme a George (Andrea Standardi), ha deciso di sposarsi, non prima di aver informato le rispettive famiglie…

Come è avvenuto l’incontro con Daniele Falleri e la sua commedia?
Si tratta di un incontro che ho avuto nel lontano 2010, un giorno prima di partire per l’Africa. Incredibile! Mi ha dato questo copione, l’ho letto mentre ero in albergo e poi il progetto ha preso altre strade. Mi è stato riproposto l’anno scorso ed è stato una gioia per me riprenderlo in mano,  perché trovo il testo bellissimo,è una commedia che tocca degli argomenti molto “chiacchierati" negli ultimi tempi. Era già moderno quando è stato scritto. Daniele Falleri oltre a essere una “penna moderna”, è anche un bravissimo regista e grazie a lui, dopo dieci anni, sono tornata in scena a Milano ed è la prima volta che sto recitando a Milano. Trovo che il pubblico del Nord sia molto caloroso. Mi sembra di stare in Sicilia!

Una innocente risata da parte del pubblico potrebbe scaturire da una sorta di pregiudizio, in questo caso?
Sì, può essere, anch’io l’ho pensato. Tra il pubblico ci sono delle persone non più giovani che ridono, soprattutto nel secondo tempo, quando assistono alla “trasformazione” di mio marito Agostino (l’attore Pietro De Silva, n.d.r.). Spesso, però, c'è più omofobia in un giovane che in una persona anziana. Io consiglio apertamente a coloro che avessero dei pregiudizi di venire a vedere questa commedia corale, dove il protagonista è l’amore.

Ogni personaggio della commedia ha un proprio momento in cui si esprime attraverso un breve monologo. Che rilevanza ha questo aspetto rispetto al messaggio che lo spettacolo trasmette?
E’importante, perché “ti metti a nudo”, facendo vedere “l’anima” del personaggio. Il monologo è sempre e comunque affascinante in teatro. E c’è sempre qualcosa di tuo che metti nel personaggio.
Quando, nel ruolo di Amalia, io dico “Gli uomini mi trattavano come una donna-oggetto”, così è stato anche per Eva, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta.

Cosa ha mantenuto in teatro della Eva Grimaldi attrice di fiction e cinematografica?
Il mio arrivo si sente, sono come un tornado, gesticolo molto! Amalia ed Eva hanno tante cose in comune, soprattutto se penso alla mia vita privata: la mamma che dice ad Amalia “Presi uno alla volta, gli uomini sono tutti improponibili”… Quante volte mia madre mi diceva “Milva, attenta, ché son tutti uguali gli uomini”, e ancora adesso me lo dice.

C’è anche da dire che come soggetto il testo di Falleri è una storia che potrebbe essere abbastanza “televisiva”…
Molto! Secondo me si potrebbe fare benissimo al cinema e farebbe un grande successo, ne sono certa. Ma in Italia, lo sappiamo, c’è un problema di distribuzione.

Com’è il rapporto con i colleghi sulla scena?
Fantastico! Pia Engleberth è un’attrice straordinaria, una grande compagna di viaggio. Pietro De Silva viene da film  molto importanti come “La vita è bella”. Sono tutti attori di serie A.
Con Andrea Roncato abbiamo fatto delle fiction insieme, è un giocherellone, ma è un grande professionista ed è molto generoso in scena, dote molto rara per un attore comico. Roberta Garzia è una brava attrice, l’avevo già vista in scena in altri lavori, è una “macchinetta di memoria”. Io, lei e Andrea Standardi, che interpreta George, siamo entrati “in punta di piedi”, perché siamo gli attori nuovi del gruppo, rispetto all’edizione del 2012. E’ fondamentale essere un bel gruppo, perché se ci sono degli attriti dietro le quinte, si percepiscono anche in scena, e il pubblico – che è molto intelligente e sensibile – lo sente, se ne accorge.

Prossimi progetti?
Questa tournée la riprenderemo, ampliandola, nella stagione 2016/2017. A breve – non so quando – uscirà un film con Alessio Boni, un thriller molto bello che abbiamo girato sul lago d’Iseo, dal titolo “Respiri”, dove interpreto un personaggio molto diverso da tutti quelli che ho fatto, una donna fredda.