Teatro

Il suggeritore, maestro d'eloquenza o truffatore?

Il suggeritore, maestro d'eloquenza o truffatore?

Il Teatro dei Filodrammatici presenta fino al 13 marzo in prima nazionale uno spettacolo scritto e diretto da Bruno Fornasari, co-direttore del medesimo teatro milanese che gode di una postazione privilegiata in città, a fianco del Teatro alla Scala. Lo spettacolo vede in scena Tommaso Amadio, Michele Maccagno, Clio Cipolletta, Stefano Cordella e Marta Lucini, che presentano un soggetto teatrale nuovo: lo ‘spin doctor’ e come i paesi più avanzati per democrazia, etica e civiltà abbiano creato simili, ambigue figure. Per capire più a fondo la questione ho parlato con Bruno Fornasari, un giovane attore e regista con un curriculum impressionante, che va dalla prosa alla lirica, dal musical al multimediale.

Dopo essere stato regista assistente al Teatro Stabile di Brescia, ha proseguito un suo lavoro di ricerca sulla drammaturgia dell’attore realizzando Tragisonicamente, spettacolo per due narratori e gruppo rock, tratto da Prologo di B. M. Koltés. Nel Teatro musicale ha collaborato con Stage Entertainment Italia come 'regista residente' di MAMMA MIA! al Teatro Nazionale di Milano e ha realizzato la versione teatrale di Gian Burrasca, con testi di Lina Wertmuller e la collaborazione di Ezio Frigerio e Franca Squarciapino, spettacolo scelto nella pay-per-view da Mediaset Premium, con trasmissioni dedicate su Rai e satellite. Cortesissimo e disponibile, ecco cosa ci racconta.

Come ti è venuto in mente di portare in teatro una storia simile?
Il testo affonda in una realtà che arriva dal marketing, dal settore dell’economia:usando le debolezze del meccanismo comunicativo: gli spin doctors. I giornali  e tutti i media, ormai, rispondono a notizie ansa e in fretta gli spin doctor devono far uscire notizie che ristabiliscano un certo ordine nelle idee dei cittadini.

Ti riferisci a certi uffici stampa?

Anche prima di quelli. Certi personaggi sono assunti da gruppi politici o economici che usano gli strumenti mediatici per dare informazione. Questo si riconosce come un vero e proprio mestiere fin dall’inizio del secolo scorso: il primo spin doctor ufficiale conosciuto è Edward Bernays, il nipote di Freud Sigmund. Era noto per aver inventato di sana pianta, per vendere più carne, la famosa ‘colazione all’inglese’ con uova e pancetta, eggs and bacon. E anche per aver aperto il mercato del tabacco alle donne: con lo slogan ‘torcie di libertà’ ha fatto digerire agli uomini il fatto che le donne fumassero.

Perbacco! E poi?

A lui si attribuisce l’affermazione ‘repubblica delle banane’: nel corso di una delegittimazione contro il Guatemala, che vendeva banane a costi inferiori delle mele americane mettendo in crisi il mercato statunitense. In tal modo riuscì a rendere poco desiderabili i prodotti di quel Paese. Costui è la figura iniziale nota. Il più illustre fra quelli recenti è Alistair Campbell, spin Doctor di Tony Bair che pare abbia contribuito alla sua vittoria. Si dice che fosse stato allontanato per essersi messo troppo in luce, tanto da apparire più intelligente di Blair stesso.

E questo, però non deve mai succedere, vero? Ma come mai te ne interessi, tu?

Ho visto che è un tema molto caldo nei paesei anglosassoni e io lavoro molto di là.

Intendi in Gran Bretagna?

Sì ma è importante anche negli Stati Uniti, ovviamente. Già ai tempi di Nixon si racconta che un’intervista con un giornalista inglese lo convinse, dopo il Watergate, a chiedere scusa al popolo per poi dimettersi. Fu costretto proprio durante le domande di un giornalista a capire che non poteva più reggere.

Già, a differenza di quanto accade da noi. E poi?

Alcuni spin doctor di Clinton vennero in Italia chiamati da Rutelli… Uno spin doctor non può lavorare senza conoscere bene le usanze e i costumi della gente per cui lavora e prima di offrire i propri servizi si deve ben informare sui fruitori del suo lavoro.

Non si direbbe, però che abbiano fatto bene a Rutelli...! Dai, com’è lo spettacolo invece?

Lo spettacolo è il racconto di uno spin doctor che decide di smettere di lavorare per il suo presidente, in un paese a regime democratico in Europa, perché si è stufato del suo mestiere che serve a omettere, nascondere... non vuole più contribuire a questo sistema e trova il modo di far cadere il presidente, ovvero lo tradisce. Parte dell’argomento dello spettacolo include la comunicazione dal basso verso l’alto, bottom up, quando si scoprono i social network.

Wow, intrigante. Chi vedremo sul palco?

Il protagonista e gli altri quattro, in tutto tre attori e due attrici, si trasformano in dodici personaggi per creare tutte le situazioni: uno studio televisivo, una casa, un ufficio, una piscina, vari interni ed esterni tipo montaggio cinematografico che si inseriscono nel racconto, con moto veloce e filmico.

Beh, non vedo l’ora di assistere al tuo spettacolo. Ora parlami di te: che fai?

Qui al Filodrammatici ho fatto La fattoria degli animali, poi Animali notturni di Maiorga e Love and Money di Dennis Kelly. Sono anche il regista residente italiano di ‘Mamma mia’, da mesi al Teatro Nazionale, perché è un musical anomalo, molto parlato e cercavano un regista ibrido. Io ho già fatto dei musical e insegno anche alla Scala azione di regia, analisi del testo per scenografi e costumisti.

Cosa imparano i tuoi allievi?

Imparano a pensare al fatto narrativo e non solo a quello decorativo. Erika Carretta, che in questo spettacolo ci fa le scene e i costumi, l’ho conosciuta proprio nei corsi che tenevo anni fa e ora lavora con noi e con la Scala.

Com’è la scenografia ne 'Il suggeritore'?

La scena ha un contorno ispirato alle tendine dei festival tipo Canzonissima, tipo anni ’90: tendine sottili per favorire svariate immagini, come fossero fumetti o un programma tv sit com. Abbiamo parruche e costumi sgargianti per ricordare quella epoca o cose più sobrie, come se il mondo fosse finto, mai vero. Come lo evoca lo spin doctor.