Teatro

Incontro con Carlo Bruni, autore e regista de 'I Reduci'

Incontro con Carlo Bruni, autore e regista de 'I Reduci'

E’ in questi giorni, sul palco del Teatro delle Passioni di Modena, I Reduci, spettacolo diretto dal regista pugliese Carlo Bruni, scritto insieme a Michele Bia e Michele Santeramo, e interpretato da cinque giovani attori. Si tratta della prima, vera uscita nazionale per questo giallo sentimentale basato sul tema del ricordo e sull’importanza fondamentale che la memoria ha nella nostra vita.

Bruni, chi sono “i reduci” del suo spettacolo?
Ciascuno di noi è reduce. Tutti siamo superstiti di una battaglia mai combattuta. Viviamo in un tempo di grande solitudine, siamo feriti dal crollo profondo della civiltà ma allo stesso tempo non possiamo definirci né vincitori, né sconfitti. Io ho 50 anni e mi sento così, pur non avendo vissuto in prima persona momenti tragici come, ad esempio, la guerra. Questo spettacolo mette in evidenza la sensibilità e il dolore di chi è legato a certi ricordi e chi, invece, non riesce a farli riaffiorare.

Qual è la storia che raccontate sul palco?
La vicenda si svolge a casa di un medico, il quale riceve due suoi pazienti. Il primo non è in grado di ricordare più nulla, il secondo dimentica le cose più semplici e banali. Vi è poi la moglie del dottore, interpretata da Nunzia Antonino, che vive il dramma opposto, cioè ha bisogno di dimenticare. Sarà lei a soffrire di più per la situazione. Vi sono due piani diversi ma paralleli sui quali si sviluppa la storia. Uno incentrato sul dialogo intenso fra questi quattro personaggi, un altro che coinvolge un investigatore, impegnato a capire cosa sta succedendo e a risolvere il giallo.

Ci può descrivere la scena?
Spazio e luci, curati da Vincent Longuemare, sono fondamentali allo svolgimento dello spettacolo. In un interno, circondato da fredde pareti bianche, sono state posizionate una pedana molto inclinata e una specie di seggiolone alto, simile a quello usato dagli arbitri durante le gare di tennis, sul quale l’investigatore sarà seduto dall’inizio alla fine.

Perché la scelta di debuttare, dopo alcune tappe pugliesi, al Passioni di Modena?
Dopo le due anteprime estive al MittelFest 2008 e al Festival Castel dei Mondi, siamo stati in giro per la Puglia. Ora è giunto il momento di presentare ufficialmente, a livello nazionale, “I Reduci”. Il Teatro delle Passioni è un punto di riferimento per chi fa ricerca come noi. E’ uno dei pochi che da la possibilità di sperimentare cose nuove e di creare una sorta di intimità con lo spettatore. Il mio intento è sfidare l’attitudine italiana all’immobilità. Proporre un nuovo tipo di teatro che alimenti la riflessione, che emozioni il pubblico. Un teatro della comunità, nel quale attori e spettatori si confrontano e si emozionano con le gioie e i drammi tipici della quotidianità.

Foto: una scena de "I REDUCI"