Abbiamo incontrato e intervistato l’attrice e “lettrice ad alta voce” Lucia Caponetto, genovese, che oltre al teatro vive con passione l’audiolettura.
“Leggere ad alta voce”: pensi a questa frase, e subito torni alla scuola, quando si leggeva davvero in cattedra e a voce alta. Ma la lettura pubblica è un’arte che affonda le sue radici nell’interpretazione e quindi nel teatro.
Abbiamo incontrato l’attrice e “lettrice ad alta voce” Lucia Caponetto, genovese, che oltre al teatro vive con passione l’audiolettura. Con un lavoro quello del lettore o lettrice ad alta voce che si sta affermando parallelamente agli audiolibri, che riporta all'arte teatrale della declamazione.
Lettrice ad alta voce. Una definizione ottocentesca, quasi dickensiana, che riporta alle meravigliose letture pubbliche. Una forma di intrattenimento dal vivo che assurgeva a monologo teatrale, quasi. Quando e come hai iniziato?
Ho cominciato a leggere ad alta voce nel 2014 con il romanzo della scrittrice, anche lei genovese, Sara Rattaro, dal titolo Niente è come te. Mi aveva chiesto di leggere alla prima presentazione a Palazzo Ducale: ricordo come fosse ieri l'agitazione e l'ansia da prestazione. C'era moltissima gente e l'applauso dopo la prima lettura mi aveva riempito di gioia.
Oggi c’è un grande ritorno all’uso della voce anche grazie ai podcast, alle stories sui social, alla radio. Come mai, secondo te?
Penso che la nostra vita sia sempre più frenetica, facciamo migliaia di cose e vorremmo farne il doppio: la lettura richiede tempo e moltissime persone che la sera non riescono a leggere – perché sono stanche o si dedicano a figli –possono dedicarsi invece all'ascolto di giorno, per esempio in auto o in treno. Personalmente ascolto spesso audiolibri mentre sono in auto. Ascoltare le voci e farti trasportare: è bellissimo!
Per non parlare poi dei non vedenti che grazie ai podcast, alle piattaforme di audiolibri come Audible o Storytel possono ascoltare i romanzi che desiderano.
Qual è la preparazione per leggere un libro in pubblico?
Cerco sempre di leggerlo prima un paio di volte, scrivo appunti a margine e poi ho Graziella Martinoli, la mia insegnante di teatro e regista, che io definisco la mia guru, che mi ha insegnato a leggere ad alta voce: quando ho dubbi la chiamo e in un momento svanisce ogni remora.
Come curi la tua voce?
Innanzitutto, e lo dico con orgoglio, ho smesso di fumare due anni fa. Ho deciso quando ho perso una persona cara che fumava tantissimo e che se n’è andata per un tumore ai polmoni. Non fumavo smodatamente, ma senza dubbio mi ha giovato smettere, diciamo che l'input me lo ha dato lei e poi io ci ho messo del mio per non riprendere.
Faccio degli esercizi di vocalità e poi ci sono smorfie buffissime da fare per non mangiarsi le parole e fare in modo escano dalla bocca chiare.
Lucia nasce però attrice. Da dove nasce l’amore per il teatro?
Sai quando da bambina ti chiedevano sempre “cosa vuoi fare da grande”? Ecco, io rispondevo sempre l'attrice. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e non solo... se avessi avuto 30 anni fa la convinzione e la costanza di oggi chissà... magari sarei diventata davvero un'attrice professionista. Ma la mia famiglia desiderava che io studiassi prima...ricordo di aver fatto un provino allo Stabile prima di iniziare l'università: non andò bene, ero troppo inesperta, avevo fatto tutto da sola, non si fa così. Mi ero subito scoraggiata e ho accantonato il pensiero. MI sono laureata, ho iniziato a lavorare e poi nel 2006 ho trovato la scuola di teatro totale di Graziella Martinoli.
Dopo aver assistito ad una lezione ho detto: “dove devo firmare per iscrivermi?” E così è cominciato (o ri-cominciato) tutto quel giorno. Tantissimi spettacoli, tanto studio tanta soddisfazione e tanta ansia... fino al 2019 quando la compagnia per svariate ragioni si è sciolta.
Quale ruolo vorresti interpretare nuovamente su un palcoscenico?
"La voce umana" di Jean Cocteau è il monologo stupendo che è rimasto nel mio cassetto dei desideri. Si trova anche in versione integrale su YouYube: “La telefonata, the phone call”, nel film di Rossellini. Una strepitosa Anna Magnani lo interpretò divinamente.
Quale sarà il primo spettacolo che vorresti andare a vedere dal vivo appena sarà consentito?
Ci sono due attrici che ho una voglia pazza di andare a vedere non appena sarà possibile, non importa cosa porteranno in scena perché so che faranno un lavoro fantastico: Paola Cortellesi e Ambra Angiolini.
Un sogno nel cassetto?
A parte Cocteau? Il sogno un po' buffo è doppiare un cartone animato con accanto Marco Mengoni, Cenerentola, la sirenetta, la Bella e la Bestia non importa, purché ci sia il vissero felici e contenti. E, un po’ più realistico, vorrei essere la voce di un documentario di animali.