Teatro

Massimo Ranieri: 'Dopo 50 anni di carriera... mi sento ancora immaturo!'

Massimo Ranieri
Massimo Ranieri

Massimo Ranieri è in scena al Teatro Nuovo di Milano con il Riccardo III di W. Shakespeare; musiche di Ennio Morricone. Repliche fino al 25 gennaio (mercoledì 14, giovedì 15 e venerdì 16 esclusi). In questa intervista racconta del suo presente professionale con uno sguardo al proprio bagaglio artistico e di vita.

“Le dedicherò tutto il tempo a me possibile​". Esordisce così Massimo Ranieri, raggiunto al telefono​ mentre si trova in studio a ultimare la registrazione di un nuovo disco napoletano. A un uomo che lo spettacolo lo vive a 360°, con quasi mezzo secolo di carriera sulle spalle, nella musica a teatro e in tv, si vorrebbe chiedere di tutto. Il Riccardo III, in effetti, è un'ottima base di partenza. E con un benvenuto così, non puoi fare altro che utilizzare quel tempo che 'l'istrione' ti dedica, confidando che non scorra via il più in fretta possibile....

Questo Riccardo III, con le musiche del M° Ennio Morricone è arrivato nel 2013, nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese…
Diciamo che Riccardo non è arrivato, è sempre stato lì, desideroso di essere rappresentato. E’ un testo al quale noi attori della “vecchia guardia” non abbiamo mai potuto sottrarci. Sappiamo che è una delle più grandi – se non la più grande – tragedia di Shakespeare. Mi ha sempre affascinato e intrigato molto e alla prima occasione ho preso il coraggio a due mani e mi sono buttato. Anche senza paracadute. E’ stato poi il pubblico a farmi atterrare nella maniera più dolce e serena. Meglio di così non poteva andare.

Che Riccardo ​è​ quello che lei porta in scena?
​C'è una frase che Riccardo dice a un certo punto che mi ha aperto un mondo: ‘visto che io non posso fare l’innamorato, essendo dileggiato e snobbato da tutti per questa mia malformazione, allora ho deciso di fare il cattivo, per il mio tornaconto’. Questo vuol dire che Riccardo è un uomo di grandissima intelligenza e cultura, in mezzo a tutta quella massa di fetenti – come li chiamo io – perché trattasi di politica…In mezzo a loro, lui non è né più né meno fetente degli altri. Pronunciando questa frase, lui indossa una maschera, diventa un grandissimo attore e vuole piacere a tutti. E fa fuori chiunque si frapponga fra lui e il suo obiettivo.

Da alcune immagini, si può intuire l’ambientazione di questo allestimento, particolarmente “fumosa”…Ci troviamo tutti all’interno di un mausoleo e ho voluto che il pubblico si trovasse coinvolto in un noir, perché, mentre in un giallo noi non sappiamo chi è l’assassino, qui noi sappiamo chi è l’assassino e conosciamo la sua storia. Ho scelto gli anni ’40 perché sono un appassionato di cinema.

‘Il mio regno per un cavallo’… lei nella sua vita ha mai pensato di scommettere su qualcosa di importante?
Nella mia vita ho sempre scommesso. Faccio il mestiere più grande che possa esistere. Aspettare che il telefono squilli è sempre una scommessa. La gente, prima di venire a vedere me a teatro, deve pagare le bollette di luce e gas, ovviamente. Ma quando il telefono squilla, grazie a Dio, la scommessa è vinta.

Citando uno dei suoi brani più celebri, ‘Perdere l’amore’, lei che cosa ha perso e cosa ha guadagnato nella sua vita?
Io ho sempre guadagnato nella mia vita. E lo dico da ‘privilegiato’ della società, perché ho ricevuto molto da grandi maestri come Strehler, Scaparro, Garinei: ognuno di loro ha lasciato in me una ‘perla’ che io, negli anni, ho collezionato, realizzando una collana meravigliosa, dalla quale attingo sempre… e guai a chi me la tocca!

Lei che ha sempre lavorato anche con molti giovani, già vede qualcuno che possa percorrere le sue orme nel mondo dello spettacolo?
No, ma me lo auguro proprio di cuore. Però oggi c’è un diverso approccio allo spettacolo. I giovani non vogliono sacrificarsi, né aspettare. Sono un frutto acerbo e se tu scuoti l’alberello, prima che sia maturo, nulla viene giù. Io ancora mi sento immaturo… e sono passati quasi cinquant’anni dal mio debutto. In alcuni giovani c’è la voglia di apprendere, in altri alberga già la noia, come se tutto fosse già scritto. In certi casi, io mi ripeto che più di questo non posso fare.

E’ felice del suo ritorno in Rai con ‘Sogno e son desto’?
Sono felicissimo, ho voluto questa trasmissione e ho trovato persone che hanno premiato il mio coraggio. Amici come Morgan, Elio, Caparezza, Francesco De Gregori, Franco Battiato…

Dopo le repliche milanesi, lo spettacolo, a febbraio e marzo, farà tappa in numerose città come Vicenza, Vigevano, Torino (dal 17 al 22 febbraio), Civitavecchia, Palermo (dal 6 al 15 marzo) e Bergamo (20 marzo).