Teatro

Nino Formicola: 'Il teatro senza Zuzzurro? Un meccanismo comico da reinventare'

Nino Formicola
Nino Formicola

"Quello che io devo reinventarmi non è il meccanismo teatrale, bensì quello del comico. E’ per questo che io sto cercando di scrivere (faticosamente) uno mio spettacolo comico".

Poco più di un anno fa se ne andava Andrea Brambilla, il celebre commissario barbuto e con l'impermeabile. Si chiudeva cosi, dopo quasi trent’anni, il lungo sodalizio tra Zuzzurro & Gaspare, coppia d'oro televisiva degli anni ’80. Ma la carriera di Nino Formicola non si ferma, tanto che esattamente un anno dopo la scomparsa dell’amico e collega, il comico è tornato sul palco del Teatro Leonardo di Milano a interpretare, insieme ad Alessandro Benvenuti, Tutto Shakespeare in 90 minuti, come doveroso omaggio ad Andrea, che prima della malattia, aveva ancora recitato in alcune repliche nell’estate 2013.

E ora, Nino torna in pista in una nuova edizione del giallo comico interattivo più famoso: Forbici & Follia (Shear Madness), in scena al Teatro Nuovo di Milano dal 21 al 30 novembre.
Alla regia, Marco Rampoldi, pronto a cimentarsi con un genere interattivo, forte di un bagaglio esperienziale vissuto negli Stati Uniti, proprio insieme all’attuale team creativo dello spettacolo originale.
Nello spettacolo Nino interpreta la ‘carogna’ di turno. Lo abbiamo incontrato e ci ha gentilmente concesso questa intervista.
 

Nino Formicola, una stagione intensa, che ti ha appena visto protagonista, sempre a Milano, al Teatro Leonardo…
Lo spettacolo, Tutto Shakespeare in 90 minuti, è piaciuto tanto e lo riprenderemo a marzo e aprile 2015 in tournée in Italia. Nel frattempo, fino a fine febbraio, eccomi in tour con Forbici & Follia.

Nello spettacolo ci sarà spazio per alcuni “atteggiamenti scenici” che caratterizzano la tua comicità?
Qui è tutta un’altra storia. L’antiquario è veramente uno stronzo, ma di quelli comici però. D’altro canto, questa commedia l’avevamo scelta io e Andrea (Brambilla, n.d.r.), avremmo dovuto farla, poi lui è morto e la proposta mi è tornata attraverso altri canali. L’avevamo scelta perché è una commedia comica, ma diversa da tutte le altre da noi fatte in precedenza. Noi abbiamo sempre tenuto una linea di condotta che mai ci portava a rifare lo stesso genere di teatro comico, cambiavamo ogni volta.

Come è cambiata la risposta del pubblico nei confronti della commedia comica negli ultimi 30 anni?
Sai, se all’inizio ci venivano a vedere i ragazzini che guardavano Drive In, magari insieme ai loro genitori, negli anni ci siamo portati dietro un pubblico, aggiungendone altro, quindi in realtà abbiamo avuto più o meno sempre la stessa risposta…che non dipende dal pubblico, ma da quello che tu fai sul palco.

C’è stato un momento in cui hai pensato di fare altro dopo la morte di Andrea?
Io e Andrea nelle nostre commedie non avevamo lo stesso rapporto di coppia esistente nei nostri spettacoli di cabaret. Quello che io devo reinventarmi non è il meccanismo teatrale, bensì quello del comico. E’ per questo che io sto cercando di scrivere (faticosamente) uno mio spettacolo comico, che spero di avere pronto per l’anno venturo.