Teatro

Pericle, secondo Daniele Pecci

Pericle, secondo Daniele Pecci

Il 60° Festival Shakespeariano 2008 organizzato dall'Estate Teatrale Veronese arriva al suo ultimo appuntamento con Pericle, principe di Tiro, mai rappresentato finora al Teatro Romano dove andrà in scena dal 30 luglio al 2 agosto prossimi. Il protagonista è Daniele Pecci, attore nato in teatro ma divenuto molto popolare in televisione. Ha interpretato un personaggio di spicco, quello di Roberto Sanna, ne L'ultimo padrino con Michele Placido. Ora già passano i trailer della miniserie che andrà in onda su Canale 5, Crimini Bianchi, con Daniele Pecci protagonista nel ruolo di medico. Ma, qui a Verona, Daniele lavora senza sosta con gli attori della Compagnia del Teatro Stabile, i danzatori dell'RBR De la regia di Paolo Valerio. Pericle, principe di Tiro è un'opera attribuita a Shakespeare solo nella seconda metà del Seicento. Si colloca fra quelle del suo ultimo periodo: atmosfere fiabesche e romanzesche, lontane dalle tragedie classiche tipo Amleto e Otello. Il principe Pericle conquista la donna che sposa superando difficili prove ma la perde in mare e non riesce a darsene pace, fino a quando gli Dei, mossi a compassione dal suo dolore, gli offrono l'opportunità di riabbracciare non solo l'amata moglie ma anche la figlia nata durante il naufragio. Daniele Pecci, nonostante la frenesia delle prove, mi concede un'intervista in esclusiva per Teatro.Org. Un attore abituato al piccolo schermo da ormai oltre dieci anni, sebbene abbia esordito in teatro, come si sente a presentarsi con Shakespeare sul palco di questo Festival? Avevo già fatto i grandi classico del teatro: Pirandello, Molière, Pinter, Marlowe, Aristofane, ma non è stato facile fare Pericle. Ho studiato Shakespeare a 20 anni, mi ci sono pure laureato, eppure questo era l'unico testo che conoscevo così poco che ho dovuto rileggerlo, per ricordarlo. E' un testo di difficilissima attribuzione, ha salti psicologici e infine è molto difficile renderlo fluido. Il lavoro che sto facendo è un lavoro di imbastitura e sto cercando di tentare un personaggio credibile. Pericle si trova in grandi tragedie, poi leggerezza e scherzo dominano la scena. Quindi bisogna dosare i momenti drammatici e i momenti spiritosi, ricordando che sono uno. Stai dicendo che calarsi in questo personaggio è oltremodo complesso? Per me, qui a Verona, non avrei potuto trovare un esordio più difficile. Interpretare questo ruolo significa mettere un piede nel vuoto. Cosa c'è di così complicato? Questo testo, essendo meno coordinato di tanti altri, meno preciso di altri, possiede meno organicità... E' un'openra in cui il personaggio non ha collegamenti psicologici. Ci sono passaggi bruschi, come se ci fossero buchi nel testo: difatti molti critici ammettono che probabilmente molti pezzi sono stati mal riportati nei secoli, o mal tradotti. Me ne ha parlato pure Giorgio Albertazzi, che lo portò in scena molti anni fa con una sua drammaturgia. Noi qui si è avuta l'idea grazie alla quale si fa trovare la motivazione: un vecchio poeta torna in vita per raccontare questa saga. Trovando un senso registico, si riesce. E Paolo Valerio è stato all'altezza? Il regista ha un modo di lavorare che lascia gli attori molto liberi di trovare la loro via e noi capiremo che cosa abbiamo fatto molto più a ridosso dello spettacolo del solito. Così non ti aspettavi una tale faticaccia? Non mi ero mai imbattuto in un modo di lavorare di questo tipo, ma in teatro capita sempre di fare nuove esperienze. Sappiamo tutti che non siamo ancora arrivai alla quadratura del cerchio, manca qualche giorno. Ehi, sembri un po' preoccupato o sbaglio? No, siamo molto avanti e l'imbastitura completa c'è. Ma rimane dentro quel qualcosa, un misto di poesia, magia, incanto, sospensione della realtà... Ci rimane a tutti qualcosa dentro di Shakespeare. E mi auguro che riusciremo a immergerci nel modo giusto e offrire quel qualcosa da trasmettere al pubblico. Verrò a vederti, ci puoi contare! Allora ti prego di passare dietro le quinte e dirmi se ce la stiamo facendo, come spero. C'è altro a cui hai lavorato con altrettanto impegno, di recente? Oh sì! Ho finito di fare una fiction sulla malasanità dove sono protagonista con Ricky Memphis. Il titolo è Crimini Bianchi, sono 6 puntate, abbiamo cominciato 10 mesi fa ed è finita in aprile. Poi tutto l'Ordine dei medici si è ribellato: hanno paura della fiction in TV ma in realtà noi non ci siamo potuti spingere troppo in là con la critica nel riferire fatti e misfatti. Per questo ritengo che sia un cosa nuova da vedere e spero che abbia successo e faccia discutere.