Attrice dalla comicità naturale, Paola Minaccioni si ricorda facilmente perchè è una delle presenze più carismatiche nei format televisivi comici. Eppure, leggendo il suo curriculum, la troviamo in teatro, in radio ed al cinema, chiamata da registi importanti perchè, come diremmo nella totale semplicità: E' BRAVA!
Nella commedia "The Prozac Family" è Lucrezia, la casalinga disperata, destabilizzata dalla crisi di mezza età del consorte.
- IN "THE PROZAC FAMILY" SEI UNA MOGLIE ANNOIATA..
Sono molto annoiata, e soprattutto vado in crisi di conseguenza alla crisi di mezza età della mia dooolce metà (ride). Lui scardina tutte le regole, per lei che è sempre stata metodica, ordinata, ripetitiva e di conseguenza annoiata, immagina tu!
- COME DONNA TI SENTI PROZAC O ANNOIATA?
Ne l'uno nè l'altro! Sono lontana anni luce da Lucrezia (Prozac)! Anzi, sono molto divertita dai suoi sbalzi d'umore quando mi immagino lei alle prese con i suoi "drammi".
- NELLA COMMEDIA SEI INFATUATA DI BRUNO VESPA. POTREBBE ESSERE IL TUO IDEALE DI UOMO?
(ride) Ma no! Non è il mio ideale di uomo. Io vado sul classico: Johnny Deep, Vincent Cassel. Anche se è molto divertente nello spettacolo immaginare di parlarci e ballarci. E' stata un'idea originale..
- QUESTO E' UN PERIODO FERTILE PER TE: OLTRE A PROZAC STAI PREPARANDO UN'ALTRO SPETTACOLO TEATRALE, TI ABBIAMO VISTA NEL FILM "EX", STAI SUL SET DI "UN MEDICO IN FAMIGLIA". COME RISOLVE PAOLA IL SUO STRESS DA COMICITA'?
Paola è molto viziata!. Ho sempre fatto questo lavoro. Non ho mai vissuto una vita normale, nel senso di vivere quella pesantezza di chi svolge un lavoro che non gli piace, di dover seguire orari e regole. Quando provo gli spettacoli, mi ricordo che sono una privilegiata. Riesco ad essere comica anche negli eventi drammatici, quando devi comunque darti da fare perchè i tempi sono stretti ed ecco che escono eczemi, collassi.. Forse l'unico posto dove realmente non ho nessun tipo di problema è a teatro..la mi sento veramente a casa.
- A BREVE DEBUTTI NUOVAMENTE A TEATRO CON LA PIECE "L'IMPORTANTE E' VINCERE SENZA PARTECIPARE". DI COSA TRATTA?
E' un testo che Lillo ha scritto per me e per Federica Cifola. Quello che più mi piace è che in scena siamo 2 donne. In questo spettacolo, due amiche partecipano ad un gioco psicologico. Ogni camera trova una soluzione alle questioni irrisolte della propria vita. Mi piace l'idea, la trovo molto originale, è una proposta particolare, non la classica commedia. Ci divertiamo tanto.
- QUANTE QUESTIONI IRRISOLTE HAI?
Ehhhh...quando non ne avrò più vorrà dire che sto andando da qualche altra parte (ride)
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