Teatro

Ricky Gianco again!

Ricky Gianco again!

Sembrava una follia presentarsi ogni lunedì per un mese nel foyer del tendone del Ciak, ma ecco che il successo è giunto, riempiendo i 150 posti, con gente talvolta in piedi e appoggiata al bar. Già, perché, come ogni serata ben organizzata, c'è l'amico colto e informato che racconta cosa è successo durante la settimana (Gianni Barbacetto), c'è Lucia Vasini che presenta cose di donne, fra un artista e l'altro che omaggia l'amico Ricky Gianco, cantando con lui o per lui. Ripreso lo scorso 1 marzo quasi a furor di popolo, con una serata dedicata all'epoca hippy e psichedelica, con artisti come Federico Sanesi e Alberto Fortis, tra gli altri, mentre questo lunedì la serata sarà dedicata alla musica country. Nessuno dimentica la festa della donna, festeggiata con una strepitosa band di fiati tutta al femminile, 'In balia di Maria'. Con questi incontri, il 70enne Ricky festeggia i suoi 50 anni di carriera; scopriamo che è pieno di amici disposti a compiere lunghi viaggi solo per partecipare a questi momenti di allegri ricordi. L'8 vedremo Ivan Cattaneo, Pancho Ragonese, Stefano Covri alla chitarra, Dario Polerani al contrabbasso e Alberto Tonti, affiancati al comico Antonio Cornacchione e alla giornalista e scrittrice Iaia Caputo. Con la sua pedal steel guitar Ricky Mantoan darà il giusto sapore country alla serata. Partecipare è divertente anche per gli spettatori, che si lasciano andare come a una festa tra amici. Parliamo di questo fenomeno milanese col simpatico protagonista. Ti ho sentito la prima sera e poi lunedì scorso, dopo un mese. Complimenti, lo show è molto migliorato! Solamente dei pazzi fanno una cosa del genere senza aver mai provato assieme poi fare uno spettacolo dal vivo a Milano! Io sono andato al Ciak non alla garibaldina ma allo sbaraglio! In effetti, io ero molto scontento la prima volta, anche se sono sempre scontento, sono un po’ troppo autocritico. Ma ogni volta è andata migliorando e ho ancora varie idee per argomenti e ospiti. Ci hai lavorato, allora, anche se quasi in ritardo? Il mio e’ un lavoro molto divertente e anche massacrante, perché questo non è uno spettacolo ma un incontro conviviale. Però non puoi farti venire in mente le canzoni sempre all'ultimo minuto, come ho fatto all'inizio. Ti sei stancato molto, poi? Per carità, non siamo minatori od operai ma ogni volta è come montare uno spettacolo nuovo e, una volta rodato, di solito lo ripeti. Qui, ogni lunedì, devi trovare canzoni nuove, per me, che gli ospiti cantino, provare con i musicisti da contattare, gli amici da invitare e mica tutti possono provare due o tre volte la settimana. Non mi lamento, intendiamoci, faccio solo un’analisi. Però, come tutte le cose che noi privilegiati facciamo, ci troviamo bene. Credi che questo piccolo successo sia comunque dovuto alla novità? Grazie alla scelta di non stare su un palcoscenico ma volutamente rasoterra con la gente, non abbiamo inventato niente di nuovo. Però l’acqua calda, quando fa freddo, va bene più di quella fredda... La gente ha voglia di sentire cose sensate, è sempre meglio che stare a guardare la televisione, con insulti diseducativi ma di peggio: stupido. Anche per me stare qui ora è un piacere.Io sono felice, sono contento che sia Sandro Galbiati dello Smeraldo e Velia Mantegazza abbiano insistito, perché questa cosa all'inizio non volevo tanto farla. Infatti è una faticaccia, non è nella mia natura il super-lavoro, ma anche da piccolo aspettavo sempre l'ultimo momento a fare i compiti. Qui ho avuto da fare i conti con un ritmo continuo ma a me piace fare ricerca; in realtà avevo lavorato anche tutti i giorni in radio, tempo fa! Come reagisce la gente? Mi sono sentito dire ‘Voi la raccontate, la musica che tutti ci fanno sentire’. Lunedì 8 proponiamo il country rock per la festa delle donne, un genere che forse ha aiutato il rock’n’roll e poi si è raffinato, ripulito. Tantissimi hanno fatto questa musica ma, se la musica si è evoluta, i testi no. La canzone principale sarà Stand by your man, canzone maschilista, si citano patria, dio, bandiera e di quelli che, quando hanno l’amante, si pentono e tornano di corsa dalla moglie, alla famiglia, cioè un archetipo americano. Perfino durante la rivoluzione del ’68 il puritanesimo era una base profonda e importante. Naturalmente la country music portava al parossismo questa linea di pensiero. Racconti la vera storia della musica, in fondo? Sì, parlo di quella parte di musica che appartiene all’America, dove i veri creatori del rock erano neri e nessuno, negli States, se li filava. Gli inglesi sono riusciti a portare in Europa il meglio della musica soul, blues e rock dall’America e i bianchi hanno rubato loro tutto il meglio di quella arte, finchè nacque la Motown, la casa discografica tutta di neri. Col new sound, finalmente hanno cominciato a vendere pure loro e a farsi trasmettere dalle radio. Chuck Berry era l’unico ad avere successo con perché lui parlava come un bianco, nessuno avrebbe immaginato il colore della pelle dalla sua voce e dalla dizione che aveva. Che succede l'8 marzo? Festeggiamo la donna, viene Ivan Cattaneo, simpaticissimo, poi c’è Iaia Caputo, una scrittrice che ultimamente ha pubblicato un libro, 'Le donne non invecchiano mai' e cercherò di ammorbidirla, perché mi sembra un po’ dura. Poi ci sono undici ragazze che suonano una la grancassa, proprio quella delle bande, una la fisarmonica e le altre tutti fiati, un impatto musicale e visivo fantastico: si chiamano In Balia di Maria, il nome della suonatrice di grancassa. Poi c’è Antonio Cornacchione, col quale sto meditando di fare una canzone. Infine c’è Ricky Mantoan che suona la pedal steel guitar, strumento principe della country music.