Un muro d’acqua avvolgerà Milano dal 7 al 17 maggio, quando in scena al Teatro Smeraldo arriverà Waterwall - lo spettacolo ideato da Ivan Manzoni. Un universo liquido fatto di strutture portanti e acrobati danzanti incanterà il pubblico con una cascata alta quattro metri.
Lo spettacolo da dieci anni conquista il pubblico di tutto il mondo, dall'Italia alla Corea, dal Sudamerica al Regno Unito.
E il suo ideatore, Ivan Manzoni, ha chiacchierato con noi.
L’ispirazione per lo spettacolo da dove è arrivata?
“L’idea di base è stata unire le attrezzature meccaniche con le quali lavoravo già da tempo con l’interazione del corpo. Poi ho cominciato a sognare uno spettacolo con l’acqua, dove proprio l’elemento acquatico avrebbe potuto produrre effetti scenici ancora più belli da vedere”.
All’inizio Waterwall è stato autoprodotto. Ha trovato molte difficoltà nel proporlo?
“Non è mai semplice presentare uno spettacolo nuovo, specie se è così innovativo e costoso. Però Pietro Garinei, padre della commedia musicale italiana, se ne innamorò e lo volle al Sistina di Roma. Garinei si rendeva conto della pericolosità dello show ed era molto preoccupato. Allo stesso tempo la sua fiducia è stata il primo passo per il successo”.
Waterwall può essere rappresentato sia indoor che all’aperto. Cosa cambia?
“Io l’ho concepito per il teatro. Poi è capitato che lo portassimo anche in piazze all’aperto, allora abbiamo modificato alcune caratteristiche per renderlo fruibile all’esterno del tradizionale palcoscenico.
Outdoor infatti possono capitare le situazioni più strane. Per esempio abbiamo partecipato a un capodanno all’aperto a Sanremo sotto la neve. Così il pubblico ha ammirato i nostri ballerini avvolti dall’acqua mentre intorno era tutto innevato. A Londra, invece abbiamo aumentato troppo la temperatura dell’acqua per combattere il freddo e la differenza di calore ha provocato un vapore che ha parzialmente coperto il palco”.
Cosa succede dietro le quinte durante lo show?
“Lo spettacolo è molto impegnativo, dura circa un’ora ma è intensissimo. I quindici ballerini sono continuamente impegnati, se non in scena nel retro del palco o nelle botole per darsi il cambio. I protagonisti devenono seguire un lavoro molto complesso senza perdere la concertazione. Hanno sempre i moschettoni in mano e si cambiano i ruoli senza sosta mentre sul palco lo spettacolo continua.
Capita che ci sia qualche incidente, lo stress fisiologico a cui sono sottoposti i ballerini è veramente elevato, ma la loro bravura sta anche nel sapere improvvisare sul momento”.
Con tutta l’acqua che inonda la scena gli spettatori restano asciutti?
“Tutti asciutti tranne quattro. Infatti dalle repliche milanesi abbiamo deciso di dare la possibilità a quattro spettatori, sorteggiati tra chi avrà compilato un modulo, di salire sul palco. Dovranno farlo così come sono, al massimo potranno togliersi le scarpe. E in compenso potranno vivere un’esperienza indimenticabile insieme ai nostri ballerini. A fine show, completamente bagnati, regaleremo loro una tuta firmata Waterwall.
Invece, il pubblico in platea se seduto nelle prime fila non riceverà che pochi, isolati schizzi”.
Non è mai capitato che il pubblico volesse essere bagnato?
“Sì ce lo hanno chiesto in Cina. Il teatro aveva disposto in sistema per coprire le poltrone e distribuito gli impermeabili alle prime file. Dunque ha preteso che arrivasse il pubblico fosse bagnato. E noi possiamo regolare la quantità d’acqua”.
Un mondo d’acqua per assistere ad uno spettacolo unico e per i più temerari provare l’emozione di salire sul palco.
Dal 7 al 17 maggio
Teatro Ventaglio Smeraldo
www.teatrosmeraldo.it
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