La FONDAZIONE CARLA FENDI, che da anni porta avanti azioni di sostegno nel campo della cultura, attribuisce il premio a Elena Pagliarini, “Infermiera eroina” la cui foto ha fatto il giro del mondo.
Domenica 30 agosto alle ore 21.30 in Piazza Duomo di Spoleto, subito dopo il concerto di Riccardo Muti, si terrà la nona edizione del PREMIO CARLA FENDI, nell'ambito di Spoleto 63 Festival dei 2Mondi.
La Fondazione Carla Fendi da anni porta avanti azioni di sostegno nel campo della cultura, della scienza e del sociale, e in questo difficile momento legato alla pandemia del Coronavirus portato avanti un percorso che si è concretizzato con un contributo al Policlinico Gemelli destinato all'acquisto di macchinari sanitari, e una successiva donazione al Policlinico Gemelli e all'Istituto Spallanzani finalizzata alla ricerca di un farmaco per combattere il Covid-19.
Il Premio viene attribuito quindi a ELENA PAGLIARINI, “Infermiera eroina” la cui foto ha fatto il giro del mondo, e il contributo di 30.000€ sarà conseguentemente destinato al Fondo #NOICONGLIINFERMIERI, istituito dalla FNOPI Federazione nazionale ordini professioni Infermieristiche a favore delle vittime del Covid-19 e delle loro famiglie.
“Sono molte le persone - dice il Presidente della Fondazione Carla Fendi Maria Teresa Venturini Fendi- che si sono così professionalmente e strenuamente impegnate nella lotta contro il Coronavirus con sacrifici e alto senso di responsabilità. Nell'impossibilità di riconoscere l’abnegazione di tanti, vorremmo allora che Il Premio Carla Fendi, attribuito nel suo attestato a Elena Pagliarini, fosse un riconoscimento per chi ha tanto dato senza nulla chiedere rischiando sempre in prima persona, eroi straordinari nell'ordinarietà quotidiana, e che il contributo economico possa quindi essere di sostegno al loro fondo di solidarietà #noicongliinfermieri”.
Nel suo ruolo di main partner del Festival di Spoleto, la Fondazione Carla Fendi, in questa edizione del Premio, vuole continuare il suo impegno nella lotta alla pandemia completando le donazioni già fatte per un ammontare di 220.000€.
Il ricordo di Elena Pagliarini
Elena Pagliarini è infermiera professionista dal 2005 presso l’Ospedale di Cremona reparto Medicina Interna e dal 2015 al pronto soccorso. Elena Pagliarini è stata insignita dal Capo dello Stato Sergio Mattarella dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro al Merito insieme ad altri cittadini che si sono distinti nella lotta all’emergenza del corona virus.
"Tutto ebbe inizio il 22 febbraio. Stavo svolgendo il turno del pomeriggio quando arrivò il primo paziente con difficoltà respiratorie. Venne fatta diagnosi di polmonite bilaterale a vetro smerigliato, voleva dire COVID19.
Da quel momento tutto è cambiato.
Passavano le ore e i giorni, i pazienti aumentavano vistosamente, era una lotta contro il tempo, mancanza di posti letto, attrezzature non sufficienti e personale a livello numerico scarso. Nessuno aveva previsto un disastro terribile, Wuhan sembrava lontana dalla mia città ma in poco tempo è diventata troppo vicina. Ricordo i turni miei e dei miei colleghi, senza fine con tanta stanchezza e con tanta voglia di combattere.
Sconforto e rabbia. Sì, rabbia di non farcela, rabbia per un senso di impotenza. Ma insieme anche una forza nuova, imprevista perché essere infermiere al tempo del Covid vuol dire tanto. Vuol dire aver paura ma anche vedere la paura. Quella negli sguardi dei pazienti che con l’angoscia cercano aiuto, speranza, la speranza di non morire, di non essere intubati e di poter tornare a casa.
La stessa angoscia agghiacciante che ho provato anch’ io il 13 marzo quando mi comunicarono la positività al tampone.... Anch’ io avrei potuto essere intubata e avrei potuto non farcela. Ma non è stato così, dopo il risultato della tac ho urlato di gioia. Non avevo la polmonite e tutto è stato più lieve. Ma sono stata sempre lontana dai miei famigliari, li ho lasciati il 22 febbraio e li ho riabbracciati il 2 giugno. Oggi, dopo mesi terribili durante i quali ho visto morire anche tanti conoscenti, so di essere diventata più brava, più forte e guerriera. Ma non abbasso la guardia perché il nemico è sempre in agguato....”
“Era la notte tra il 7 e l’8 marzo. Le 6 del mattino, festa della donna, stavo per concludere il mio turno notturno...una notte di emergenza indimenticabile e di lotta contro il tempo. Stremata dalla fatica e dallo stress psicologico, pochi istanti di riposo fermati da una foto che ha fatto il giro del mondo. Una foto che racconta: angoscia, stanchezza e sconforto. Improvvisamente mi sono trovata protagonista, con imbarazzo e disagio. Poi tanti messaggi, telefonate di stima e riconoscenza. E allora insieme alla vergogna anche un po’ di orgoglio. Non ero più io, Elena, in quella foto. Ero diventata un simbolo di una categoria che stava lottando.
Quando rivedo quella foto piango, i momenti terribili non si dimenticano e non si devono dimenticare”.
Elena Pagliarini