E' il più prestigioso fabbricante italiano di pianoforti, e uno dei più apprezzati al mondo. I concorrenti costruiscono centomila strumenti all'anno, a Sacile si e no 140.
«Non volevo creare un pianoforte che fosse una copia di quelli esistenti. Il nostro suono doveva essere luminoso, solare, espressivo, ricco di colori e potente»: con poche parole Paolo Fazioli riassume l'idea all'origine della sua fabbrica di pianoforti, nata quarant'anni fa.
Ed oggi l'unica realtà a carattere non industriale nota ed apprezzata in tutto il mondo. Un traguardo che viene festeggiato anche con la pubblicazione di un libro di grande formato curato da Sandro Cappelletto, arricchito da uno splendido corredo fotografico, ed appena uscito per i tipi della Rizzoli: Pianoforti Fazioli. Dal sogno al suono.
Pianista e ingegnere sì, mobiliere no
Pianista provetto ancor prima che ingegnere, Paolo Fazioli – nato a Roma nel 1944 – aprì il suo laboratorio a Sacile agli inizi degli anni '80, sfruttando uno spazio concesso dai fratelli all'interno dell'azienda mobiliera di famiglia.
Aveva in mente il temerario proposito di realizzare esclusivamente pianoforti da concerto di altissima qualità, proprio negli anni in cui i pochi costruttori italiani d'allora chiudevano uno dopo l'altro, travolti dalla concorrenza asiatica. Tanto che dei nomi storici gli unici rimasti in piedi sino ad oggi sono Schulze&Pollmann, migrato da Bolzano a San Marino, e Steinbach di Torino.
L'impresa fu segnata sin dall'inizio della ricerca di risultati d'eccellenza, partendo dagli standard dei migliori prodotti del tempo e cercando di superarli: approfondite ricerche acustiche, continua sperimentazione tecnica, scelta accuratissima dei materiali, cura maniacale dei dettagli, puntando sull'abilità e sulla passione d'ogni singolo maestro artigiano.
Partita con ottimi consulenti quali Riccardo Risaliti, Pietro Righini e Guglielmo Giordano (esperto di elettronica uno, di dendrologia l'altro) ma solamente con due dipendenti, oggi la Fazioli conta una cinquantina di collaboratori, tutti orgogliosi del proprio ruolo. La produzione consiste in pochi, perfetti e preziosi pianoforti da concerto: oggi circa 140 all'anno, a fronte delle decine di migliaia sfornati serialmente da ognuno dei grandi costruttori come Bechstein, Steinway, Yamaha, Kawai, Bösendorfer.
Tecnicamente impeccabili, dal suono unico
E' questo il fattore decisivo che permette di realizzare nella nuova fabbrica di Sacile – costruita con criteri d'avanguardia, e dotata di un'ottima sala da concerti – degli strumenti ognuno in qualche modo diverso dall'altro, vere opere d'arte. Persino con qualche caratteristica ad personam, accontentando talune richieste degli esecutori; e qualche volta, nell'aspetto, la fantasia di estrosi designer.
E' stato un cammino lungo, faticoso ed irto di difficoltà, perseguito con intelligenza, costanza e una grande dose di caparbietà; ma alla fine l'obiettivo di arrivare al top della qualità ed acquisire fama mondiale è stato raggiunto e consolidato.
L'elenco delle sale che ospitano un Fazioli e quello dei pianisti che lo usano ed apprezzano, sarebbero lunghi: molti di quest'ultimi sono presenti – con dediche, testimonianze, foto - in questo bellissimo libro che ripercorre l'avventura del giovane ingegnere romano, raccontata con semplicità in prima persona. L'avventura d'uno che di limitarsi a fabbricare mobili proprio non se la sentiva, e che preferì rincorrere un sogno divenuto negli anni realtà: quella di un suono unico, palpitante, emozionante.
Pianoforti Fazioli. Dal sogno al suono
a cura di Sandro Cappelletto
Rizzoli Editore
Pag. 192 - € 70,00