In un libro della pronipote Francesca Albertini Petroni, il racconto delle donne che stettero a fianco di Pietro Mascagni, tra affetti familiari e passioni extra coniugali
Capita fra le mani un agile libro di Francesca Albertini Petroni, intitolato Le donne di Pietro Mascagni, lo apri e non lo lasci più sino alla fine. Lo posi, e fai un parallelo mentale con quel fedifrago tombeur de femmes che era Puccini, le cui passioni erano sempre più o meno fugaci.
Mettendo la sua famelica carnalità a confronto con un Mascagni che, sposatosi poco più che ventenne con l'incantevole e volitiva Lina Carbognani (ed avendo tre figli, Domenico, Emilia ed Edoardo) quanto a scappatelle pure lui non scherzava certo. D'altronde era un uomo dall'aspetto attraente, espansivo e ricco di carisma; e, una volta raggiunto il successo e l'agiatezza, anche elegante ed originale nel vestire, dando vita ad un vero e proprio “fenomeno Mascagni”.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Dopo i difficili inizi, un uomo di successo
Ricercatissimo e brillante in società, sapeva di esercitare una forte attrattiva verso le donne. Al contrario del collega lucchese, tuttavia, salvo qualche effimera avventura (con la cantante Nellie Melba, per esempio), il musicista livornese era portato a rapporti adulterini per così dire 'stabili', basati non solo sull'attrattiva sessuale, ma anche su una certa affinità spirituale. Ingegnandosi nel contempo di contenere con mille escamotages la giustificata gelosia della moglie, incapace di spezzare il legame coniugale. E mostrandosi nel contempo genitore e nonno interessato ed affettuoso.
Il fascino delle romagnole
Furono due le più importanti relazioni, curiosamente entrambe con avvenenti figlie della Romagna. La prima, durata alcuni anni, con la soprano forlivese Maria Farneti (1877-1955), da lui scoperta nel 1897 quando dirigeva il Conservatorio di Pesaro, e proiettata poi in una carriera notevole. Fra l'altro, interprete perfetta di Iris e creatrice di Isabeau.
La seconda, con la bagnarese Anna Lolli (1888-1972), giovane corista conosciuta nel 1910 in treno. Un rapporto strettissimo e singolare, rimasto in piedi sino alla morte del compositore nel 1945. Trentacinque lunghi anni in cui l'amata 'Annuccia', stabilitasi a Roma per stargli più vicina, visse un’esistenza appartata, sempre in ombra, sempre in attesa di una sua visita o di una sua missiva. Una donna innamoratissima, ma sopra tutto intima confidente, oltre che preziosa e saggia consigliera; pronta ad accoglierne confidenze, sfoghi, dubbi, ed a sostenerlo nelle difficoltà ed incoraggiarlo nelle scelte.
Una saga familiare, una biografia
Ne Le donne di Pietro Mascagni il racconto di Francesca Albertini Petroni prende le mosse dall'infausto incendio divampato il 7 dicembre 1970 nell'appartamento romano di Emilia - detta Emy - Mascagni, in cui andò perduta una parte dei preziosi cimeli del papà: libri, spartiti, dischi, foto, corrispondenza, persino la sua scrivania ed il suo pianoforte.
Procede poi spostandosi avanti e indietro nel tempo, un po' saga familiare, un po' romanzo, un po' biografia; e lo fa intrecciando fatti storici, eventi artistici, aneddoti e ricordi tramandati. Non solo le sue passioni amorose, dunque, ma anche i travagli compositivi, i successi teatrali, le delusioni, i dolori privati.
Le donne di famiglia
Scorrendo il libro, a prevalere però sono le molteplici figure femminili della famiglia Mascagni, impegnate in un vorticoso passaggio di testimone. Ad esse, non a caso, sono intitolati gran parte dei capitoli: dalla mamma Emilia, precocemente scomparsa, alla moglie Lina, alla prediletta figlia Emy; dalla nuora Gemy Risgallah, moglie di Domenico, alla loro figlia Maria Teresa detta Mitì, la madre dell'autrice.
Sino ad arrivare ai giorni nostri, alle pronipoti - fra cui Guia, Alice, la stessa Francesca - compatte nel sostenere la memoria del bisnonno attraverso il Comitato Promotore Pietro Mascagni.