Rischierò la ripetitività – si parla di Sanremo ovunque – ma sarebbe come rinunciare a pescare in un laghetto zeppo di trote. E che trote.
Iniziamo con la solita premessa. Sanremo non lo guardo più dai tempi di “Cara terra mia”, diciamo quasi quattro lustri, ovvero da quando la fu-coppia Albano & Romina zampettava leggiadra sul palco dell’Ariston. La prolifica coppia di Cellino precorreva le scomode verità di Al Gore e i suoi moniti sull’inquinamento, piazzandosi terza alle spalle dell’eterno secondo Toto Cutugno (prima della fuga in campagna) e del duo Leali-Oxa, che vinse con “Ti lascerò”. Fu il Festival delle “papere”, quello condotto dai figli d’arte Tognazzi-Quinn-Celentano-Dominguin. Tante le castronerie, impacciati i conduttori, ma tante anche le belle canzoni, “Cosa resterà degli anni ‘80” di Raf e “Almeno tu nell’Universo” di Mia Martini, per citarne due.
Quello fu però un Festival anche un po’ pataccone, con canzonette come “Esatto” di Francesco Salvi, i babà della Laurito e il Vasco-non-ci-casco di Jovanotti, allora ancora pischello e discusso militare in licenza sanremese.
Insomma, altri anni. Non c’era Pippo, affossato a favore dell’imberbe quartetto. La Hunziker aveva 12 anni e sognava sui poster di Ramazzotti, ascoltandosi nel walk-man (il proto-ipod!) “Adesso tu”. Di certo, la dolce svizzera poi-signora Ramazzotti (e poi dicono che devo smettere di sognare un futuro con Brad Pitt!) non avrebbe mai immaginato che, anno 2007, sarebbe salita sul palco come conduttrice, vestita come un Ferrero Rocher, a cantare (stonando all’inverosimile) il glorioso successo dell’ora EX-marito.
Finita la premessa-graffiti, del Festival 2007 ho assorbito solo qualche sporadico minuto. Dopo l’intro da brivido della Hunziker, che aveva un’acconciatura stile ananas e che cantava sorridendo come se stesse facendo una televendita, ho saggiamente cambiato canale. Per ritrovare, dopo un tempo indefinito, la Hunziker che introduce uno sconosciuto gruppo, sproloquiando sui pesci napoleone che mangiano le uova sode (?!).
E a seguire – ma non sono certa dell’ordine cronologico - il cantante dei Scissors Sisters con gli occhi spiritati che falsetta come Mango. I Scissors Sisters?? Ragazzi, ma dove sono finiti gli ospiti come Elton John, Paul McCartney, Whitney Houston, Rod Stewart? Quelli che facevano davvero la differenza? Cioè, diamo un milione di euro alla Hunziker (più 290.000 per il vestito-Rocher) per farle storpiare un capolavoro e sparare cazzate a raffica sui pesci? E facciamo venire i Scissors Sisters???
Lo zapping, poi, quasi mi fa sobbalzare: sul palco c’è un capellone di spalle, in piedi su una sedia, che sbatte le ali. Penso a un sequel mimato del piccione di Povia dell’anno scorso, ma quando l’ipertricotico scende, ecco svelato l’arcano: è Simone Cristicchi, quello che, per intenderci, voleva rubare l’identità a Biagio Antonacci. Purtroppo lo zapping impedisce di capire cosa abbia cantato, ma un Baudo commosso fa dedurre che si tratti di un tema delicato e non del piccione glu-glu.
Poi è il turno di Daniele Silvestri, anch’egli in fase ipertricotica. Il pezzo si intitola “La Paranza”, che prosegue lo strano filo conduttore ittico dopo le trote iniziali e i pesci napoleone della Hunziker. Dopo un’ennesima intro falsamente comica della bionda conduttrice –che forse pensa di essere ancora a “Striscia la Notizia”- lo spettatore è indotto a pensare al titolo: “La Paranza”. Mmm. Tanto basta a far venire un languorino, con annessa nostalgia dei fritti misti e del Vermentino in riva al mare. Una canzone dal ritmo veloce, piena di assonanze (paranza, isola di Ponza, eleganza, prudenza, danza, Brianza), allegra e ironica, ma anche di denuncia. Poco sanremese, ma ormai le canzoni da “Sanremo” si sono perse nella notte dei tempi: non dimentichiamo che l’anno scorso ha vinto il glu-glu del piccione di Povia.
Mentre il povero Albano, ora anch’egli single, da testardo uomo del Sud è deciso prima o poi ad alzare al cielo il trofeo. E ci prova propinandoci continuamente melense e ritrite melodie dal sapore stantìo, dal tema ancora una volta religioso, che fa molto telepredicatore. Segui i consigli di Silvestri, Albano. Smetti quella faccia arcigna e fatti una bella mangiata di paranza. E chiudi con un Ferrero-Rocher, che addolcisce gli animi. Chiedilo alla Hunziker, che deve averne una fornitura almeno quinquennale, vista la pubblicità occulta nel vestito.