Lirica

Arena di Verona, stagioni 2024 e 2025: stesse proposte per i prossimi due anni

Arena di Verona
Arena di Verona © Ennevi

Presentati i cartelloni delle prossime due stagioni che confermano di nuovo le stesse opere.

Come da prassi, nel corso dell’attuale Festival Operistico la Fondazione Arena di Verona ha presentato il cartellone della stagione successiva e, per la prima volta, ha anticipato anche i titoli del 2025.

Al di là dell’eccezionalità dell’evento va detto che entrambi i cartelloni non presentano particolari sorprese: da ormai alcuni lustri la programmazione dell’Arena ruota intorno ad una decina di titoli, destinati a non mutare almeno per i prossimi due anni.

2024: il centenario di Puccini

Il 2024, per il quale sono previsti sette titoli ma nessuna nuova produzione, è l’anno del centenario dalla morte di Giacomo Puccini, che verrà rappresentato con tre opere: le riprese degli allestimenti di Turandot e Madama Butterfly di Franco Zeffirelli e Tosca di Hugo De Ana con protagonista Anna Netrebko. È inoltre stato annunciato un progetto speciale che vedrà per due date La Bohème con un cast d’eccezione.

Turandot


Zeffirelli e De Ana tornano anche con i rispettivi allestimenti di Carmen e de Il Barbiere di Siviglia, mentre, come già era accaduto una decina di anni fa, ci sarà una staffetta tra due produzioni di Aida: dopo alcune repliche l’installazione astratta ed evocativa firmata da Stefano Poda cederà il testimone all’allestimento tradizionale ispirato alle scenografie progettate da Ettore Fagiuoli nel 1913 che, ripreso nel 1982, ciclicamente è tornato nel corso degli anni. 

Va peraltro aggiunto, per restare nel dibattito tra tradizione e modernità, che l’impianto scenico di Fagiuoli, per la sua concezione e per la sua capacità di sfruttare lo spazio areniano, è ancora in grado di impartire lezioni a molti registi che qui si cimentano, al punto che, nonostante i suoi 110 anni è invecchiato molto meno della regia di Gianfranco De Bosio che lo accompagna dal 1982 e che, al contrario, dimostra tutti i suoi anni. 

Verrebbe quasi provocatoriamente da suggerire che un’Aida veramente moderna potrebbe essere ancora quella con le scene del 1913 ma con una nuova regia che le sappia adeguatamente reinterpretare.

Aida

2025: un nuovo Nabucco

Cinque invece i titoli annunciati per il 2025: oltre all’Aida di Poda ed alla Carmen di Zeffirelli, presenti anche nel 2024, tornano La Traviata di De Ana del 2011, che rimpiazza la più recente ma anche più farraginosa edizione di Zeffirelli, ed il Rigoletto di Antonio Albanese. È prevista inoltre una nuova produzione di Nabucco, che andrà a sostituire quello risorgimentale di Arnaud Bernard; scelta che in parte dispiace, trattandosi di uno degli allestimenti più interessanti e più applauditi degli ultimi anni. 
Sono previste inoltre per entrambe le stagioni alcune serate-evento quali i Carmina Burana ed il Roberto Bolle and friends.

Tosca

Una selezione immutabile perché il pubblico lo richiede

Alla luce delle proposte, che si caratterizzano per una certa ripetitività dei titoli, suscitando il malcontento di alcuni, è necessaria una riflessione: l’Arena di Verona, sia per i volumi sia di spettatori che di bilancio, è il teatro che meno di chiunque altro può permettersi di prescindere dalla risposta del pubblico, affinché tutta l’organizzazione funzioni. 

Il fatto che poche settimane fa, nel corso di due date consecutive, l’ennesima riproposizione della Carmen di Zeffirelli abbia fatto il tutto esaurito mentre la nuova produzione di Rigoletto sia arrivata a metà della capienza, è un indizio di cui tenere conto. 

Ed anche il Gala dedicato a Juan Diego Flórez, nonostante sia stata una delle serate dal programma più raffinato e musicalmente più riuscite delle ultime stagioni, si è svolto in un’arena semivuota, mentre il pubblico continua a presenziare alle varie tappe del viale del tramonto dell’ex-tenore-mai-stato-baritono Plàcido Domingo, che infatti si esibirà anche l’anno prossimo.

Se i programmi sono sempre uguali è perché i titoli che fanno il pieno sono sempre quelli ed il pubblico, manifestando le proprie preferenze, indirizza la programmazione. 
Certo, sarebbe bello che un’Arena finalmente tornata agli antichi splendori grazie all’avvicendarsi di stelle di prima grandezza sul palcoscenico ricominciasse a distinguersi anche per l’originalità delle proposte, ma forse bisogna che i tempi maturino ancora.
 

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