10 ottobre 1813, un giorno da festeggiare in quel di Parma: la nascita di Giuseppe Verdi nella piccola Roncole di Busseto. Anche con un gala lirico diffuso da OperaVision.
E' un data sempre da festeggiare, quella della nascita di Giuseppe Verdi. Ed il Festival Verdi non la scorda mai, ponendola tradizionalmente al centro del suo programma musicale. Giusto nel giorno del suo compleanno - sono passati ora 210 anni da quando vide la luce nel piccolo borgo di Roncole di Busseto - ha per questo allestito al Teatro Regio di Parma un fastoso gala, che vede impegnate quattro grandi voci, un coro spettacolare e un direttore di grande rilievo.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Le voci, il direttore, il coro
Le voci, scelte fra i migliori specialisti del canto verdiano, sono quelle del soprano Eleonora Buratto, del tenore Gregory Kunde, del mezzosoprano francese Clémentine Margaine – eccezionale Azucena nel Trovatore in scena in questi giorni - e di Michele Pertusi, impegnato come Pagano nelle recite de I lombardi. Arrivato sul proscenio sostenendosi col bastone, causa il recente incidente occorsogli proprio nella terza recita dell'opera. Difficile chiedere di meglio, ci pare. Anche se – ad essere pignoli – mancherebbe a completare il parterre di interpreti una voce baritonale, timbro prediletto da Verdi.
L'orchestra sul palco ha casa qui a Parma, ed è la Filarmonica Arturo Toscanini; sul podio sale il maestro Omer Meir Wellber, dall'anno scorso direttore musicale del Festival Toscanini 2023 di Parma, con tale compagine impegnata in prima linea. Presenza autorevole e sicura, dirige con finezza, attenzione, e felice souplesse. Il Coro, ovviamente, è quello del Teatro Regio preparato con massima cura, come al solito, dal bravissimo Martino Faggiani. Voci tutte di primissima qualità.
Un programma, va da sé, tutto verdiano
La serata prende il via con la sinfonia da I Vespri siciliani, poi da Otello, segue il duetto Otello/Desdemona «Già nella notte densa» con Kunde e Buratto – entrambi magnifici - e l'invettiva angosciata di «Dio! Mi potevi scagliar», drammaticamente scolpita dal tenore statunitense, un vero miracolo di longevità. Dal Macbeth, il coro «Patria oppressa!»; e poi via via con brani da Ernani (l'aria di Silva «Che mai vegg'io, infelice...E tu credevi» ricamata da Pertusi); da I Lombardi alla prima Crociata il coro «O Signore dal tetto natio»; da Nabucco la celebre sinfonia, e poi i due cori «Gli arredi festivi» e in conclusione di serata l'immancabile «Va, pensiero». Replicato a furor di popolo, come beis, vedendo in prima fila le voci dei solisti e di Martino Faggiani. E poi da Aida il duetto Amneris/Radames «Già i sacerdoti adunansi» con Margaine e Kunde; ed infine da Don Carlo la meditabonda, dolente «Ella giammai m'amò» magnificamente resa da Pertusi, e «Tu che le vanità» tragicamente rivissuta – è il caso di dirlo – da Eleonora Buratto.
Foundraising per la casa di campagna del Maestro
Sul fondo, dietro il coro coreograficamente disposto, scorrevano su led wall celebri ritratti di Verdi, ma sopra tutto tante immagini della sua amatissima dimora di Sant'Agata, a Villanova sull'Arda. Non è un caso: il gala è stato ideato infatti a sostegno del progetto “Viva Verdi” promosso dal Ministero della Cultura, volto all’acquisizione e valorizzazione della casa-museo del compositore, messa in vendita dagli ultimi eredi della famiglia Carrara Verdi.
Il concerto è stato ripreso ed offerto in diretta streaming, qui sotto il video. Buona visione.