Lirica

Il Corsaro del Carlo Felice di Genova, con gli occhi di Byron e Verdi

La Conferenza stampa
La Conferenza stampa

Il teatro Carlo Felice di Genova propone un titolo poco conosciuto del compositore di Busseto

Verdi si cimenta con Byron, in un’opera poco rappresentata in generale e mai vista negli ultimi decenni a Genova. Il Teatro Carlo Felice di Genova ha presentato il prossimo appuntamento con la stagione lirica: venerdì 17 maggio va in scena Il Corsaro (Date e Biglietti), melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, dal poemetto omonimo di George Byron.

Sarà il penultimo appuntamento della stagione lirica 2023/2024. A dirigere sarà il maestro Renato Palumbo, con la regia di Lamberto Puggelli, le scene di Marco Capuana, i costumi di Vera Marzot e le luci di Maurizio Montobbio. 

Vista la particolarità dell’intreccio, i vari protagonisti dell’opera sono stati istruiti da un vero maestro d’armi: Renzo Musumeci Greco. Nel cast ci sono Francesco Meli (Corrado), Irina Lungu (Medora), Mario Cassi (Seid), Olga Maslova (Gulnara), Saverio Fiore (Selimo), Adriano Gramigni (Giovanni), Emilio Cesar Leonelli (un eunuco), Matteo Michi (uno schiavo).

Melodramma scritto a Parigi dal giovane Verdi

Giuseppe Verdi ha scritto questo melodramma tragico in tre atti durante un soggiorno a Parigi, tra il 1847 e il 1848, con prima a Trieste nello stesso 1848. Il Corsaro del titolo si chiama Corrado: fugge dalla prigionia su un’isola dell’Egeo per attaccare il pascià turco Seid, abbandonando l’amata Medora. 


L’attacco è sventato dai turchi, e Corrado e i suoi corsari vengono condannati a morte. Durante la notte Gulnara, prediletta del pascià e innamorata di Corrado, uccide Seid e libera il suo amato. Di ritorno sull’isola, Corrado incontra Medora ormai morente: sconvolta per la condanna a morte di lui aveva infatti deciso di togliersi la vita. Di fronte a questa tragedia, Corrado si getta in mare. La drammaturgia dell’opera si snoda tra avventure, battaglie e amori sconvolgenti.

Le dimensioni della guerra e dell'amore

La musica di Verdi esalta tanto la dimensione dello scontro quanto quella amorosa, con arie di grande lirismo e intensità drammatica. Con Il Corsaro Verdi mostra le avvisaglie di quelle sue personalissime intuizioni che di lì a poco avrebbero definito il suo stile e cambiato la storia del melodramma mondiale. 


"In una storia ricca di arie, cabalette, duetti, concertati, e declamati stentore – afferma il maestro Renato Palumbo - il mio compito sarà quello di sottolineare lo stato d’animo dei personaggi, di evidenziarne il carattere e le motivazioni, ricreando nella concertazione in orchestra le atmosfere dolenti di Medora e Corrado, gli accenti virili e aggressivi di Seid, il canto incalzante e seduttivo di Gulnara, che Verdi  coniuga con il suo solito ed ineffabile talento".

"Verdi diventa maestro di vita"

"Il privilegio di eseguire gran parte del repertorio verdiano - prosegue Palumbo - mi ha fatto capire quanta complessità e profondità di pensiero si nasconda dietro la semplicità del suo linguaggio. Un linguaggio inclusivo che doveva arrivare a tutti ben aldilà delle differenze sociali e culturali. Verdi diventa quel maestro di vita che attraverso la sua musica ci parla, ci educa e ci eleva umanamente”.


La regia di Lamberto Puggelli coglie gli aspetti più romantici e travolgenti dell’opera, con una messa in scena di forte impatto visivo, nella quale troneggiano le vele delle navi dei corsari e dei turchi, che si tramutano tanto nella gabbia che rinchiude Corrado, fatto prigioniero, quanto nell’affascinante e misterioso harem del pascià Seid. Avvincenti sono le scene di battaglia, coordinate dal maestro d’armi Renzo Musumeci Greco.