Il Giustino di Vivaldi proposto in streaming dal portale europeo Opera Vision.
L'ambientazione è ideale per Il Giustino di Vivaldi proposto in streaming dal portale europeo Opera Vision: il Drottningholms Slottsteater, antica sala teatrale dell'omonima reggia di Stoccolma.
Inaugurata nel 1766, conserva da allora il suo macchinario scenico originale, integro e perfettamente funzionante. Vale a dire un complesso apparato che riassume il meglio della scenotecnica del tempo, a ricreare mirabolanti effetti visivi: un'avanzata illuminazione, una complessa piantazione che permette fra l'altro l'apparire e sparire dei personaggi mediante botole e carrucole, l'ondeggiare dei flutti marini ottenuto con cilindri elicoidali rotanti. Nonché un repentino mutare delle scene, grazie al complesso dispositivo di funi ed al sistema detto di “carro e polo”, che in un lampo fa scorrere dentro e fuori quinte e fondali.
Director e Conductor al tempo stesso
Un apparato accortamente sfruttato dall'impianto teatrale di George Petrou. Oltre a dirigere con perizia e spigliatezza gli strumenti originali del Drottningholms Slottsteater, ensamble ben amalgamato e con eccellenti solisti, legando le diverse sezioni dell'opera con finezza di colori e vivida intensità drammatica, il maestro greco ha onteso ricostruire una tipica rappresentazione barocca; però mossa, vitale e spiritosa, e pervasa da sottili lampi d'ironia.
Sempre più spesso dedito alla regia, Petrou si è qui avvalso della drammaturgia di Tuvalisa Rangström, delle immaginifiche scenografie e dei variopinti costumi di Paris Mexis, della calda illuminazione di Stella Kaltson e delle coreografie di Jenny Nilson. Di solito non si citano, ma qui è il caso: trucco e parrucche le dobbiamo Rebecka Andersson.
Una ripresa video esemplare
Un ruolo fondamentale lo svolgono infine la regia televisiva ed il montaggio finale, che consegnano un video molto animato nell'alternanza sapiente di campi larghi, che immergono lo spettatore nell'atmosfera della piccola sala, e di piani ravvicinati e primi piani; così come nella tempestiva ripresa degli strumenti in orchestra.
E coinvolgente anche per le fulminee incursioni nei retro palco, seguendo i personaggi fuori scena o facendoci scoprire come gli operatori muovono gli antichi congegni scenici. Un'immersione totale nel bel spettacolo realizzato in questo prezioso scrigno rococò nell'agosto 2022.
Un'opera per Roma, una festa barocca
Il Giustino, presentato da Vivaldi al Capranica di Roma nel carnevale del 1724 e basato sul longevo libretto di Nicolò Beregan risalente al 1683, raduna una ventina di arie da opere precedenti – molte da Tieteberga - ed altrettante di nuova invenzione, andando in tal modo a comporre una sorta di antologia della creatività del Prete Rosso a beneficio del pubblico romano.
Una partitura ricca di invenzioni musicali – vedi la splendida aria di Giustino «Ho nel petto un cor sì forte» con un rarissimo salterio concertante - e di intensi effetti scenici, in cui si mescolano senza sosta odî e amori, guerre e crudeltà, mascheramenti ed agnizioni, mostri ed interventi soprannaturali, tempeste marine e naufragi.
Giustino e Anastasio, due protagonisti
I momenti di virtuosismo sono sparsi da Vivaldi a piene mani, e tutti qui rispondono all'appello. Due sono i protagonisti, a dispetto della titolazione. Non solo il contadino Giustino, promosso a guerriero, infine assurto a co-imperatore – in questo caso il bravissimo e duttile controtenore ucraino Yuriy Minenko, vocalità esaltante e vellutata, dall'eccellente fraseggiare – ma pure il caparbio monarca bizantino Anastasio, che vediamo affidato al nostro Raffaele Pe.
Con risultati straordinari, è inutile dirlo, per la voce intonatissima ed ammaliante, dalla linea morbida e scorrevole, e per l'aderenza stilistica assoluta. Arianna sua regal consorte, vittima di crudeli intrighi, è il soprano svedese Sofie Asplund: amorevole nel scioglierne la tormentata figura, espansiva e puntuale nel canto.
Un contorno di personaggi, un momento di gloria per ognuno
La nobile Leocasta vede intervenire un altro giovane e bravo soprano svedese, Johanna Wallroth. Il tiranno Vitaliano è appannaggio dell'ottimo tenore spagnolo Juan Sancho. Suo fratello Andronico (sotto le finte vesti muliebri di Flavia) lo rende a dovere il bravissimo mezzosoprano svedese Linnea Andreassen: caso non comune di donna che interpreta un uomo travestito da donna.
Il generale Amanzio è interpretato da un eccellente sopranista quale Federico Fiorio; il tenore cinese Jihan Shin si distingue come capitano Polidarte; le due figure della dea Fortuna e del fantasma vanno ad Elin Skorut.
(spettacolo visto on line il 23 dicembre 2023 - foto Markus Garder)
Qui sotto il video completo, per godersi lo spettacolo