Presentato il cartellone 2022/23 del teatro milanese caratterizzato da una varietà di proposte tra repertorio e riscoperte.
È una stagione estremamente variegata quella presentata dal Teatro Alla Scala per il 2022/23, in cui il numero di nuove produzioni liriche quasi si equivale alle riprese, all’interno del quale però si fatica ad individuare una netta linea culturale.
Sicuramente in queste scelte hanno influito i due anni di pandemia che hanno costretto tutti i teatri ad una serie di chiusure e riaperture a singhiozzo e che hanno reso più difficoltosa una programmazione a lungo termine, indispensabile nel mondo della lirica.
TEATRO ALLA SCALA
La stagione 2022/2023
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Questo probabilmente spiega l’alto numero di riprese cui si assommano le produzioni previste per le stagioni precedenti che, non avendo potuto debuttare, sono necessariamente confluite in quella attuale, dando l’impressione di un cartellone caratterizzato da un certo ecumenismo, nel quale si tocca un po’ di tutto ma senza imboccare una direzione ben definita.
14 titoli operistici tra cui 8 nuove produzioni e 6 riprese
Si inaugura con il Boris Godounov (INFO e DATE), diretto da Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten. Del Capolavoro di Musorgskij sarebbe stata auspicabile la versione 1872, assente dalla Scala in edizione integrale dal 1981. Assisteremo invece alla versione più breve del 1869 che probabilmente, contravvenendo a quanto prescritto ed a quanto fece Gergiev agli Arcimboldi nel 2002, non verrà eseguita tutta di seguito ma sarà spezzata da un intervallo.
Sono presenti quasi tutti i compositori ritenuti imprescindibili per una “stagione come si deve”: Verdi (Macbeth e I Vespri siciliani), Puccini (Bohème), Donizetti (Lucia di Lammermoor), Rossini (Il barbiere di Siviglia) Richard Strauss (Salome) e Mozart (Le nozze di Figaro).
Assente purtroppo Richard Wagner, che ormai manca dal palcoscenico del Piermarini dal 2017. Si contano però Britten (Peter Grimes), Giordano (Andrea Chénier), Montemezzi (L’amore dei tre re), Dvořak (Rusalka), Offenbach (Les Contes d’Hoffmann) e Leonardo Vinci (Li zite ‘n galera).
Oltre al Boris le nuove produzioni sono: I Vespri Siciliani, Les contes d'Hoffmann, Li Zite n'galera, Rusalka, Peter Grimes, Lucia di Lammermoor e L'Amore dei tre re; gli ultimi due originariamente programmati nelle scorse stagioni, cui si aggiunge Salome, andata in scena solo in streaming nel 2021.
Prudenza e tradizione nel repertorio italiano
Il pubblico della Scala non ha mai nascosto un’indole conservatrice nei confronti della regia, soprattutto per quanto riguarda il grande repertorio italiano e per questa stagione il teatro sembra assecondare questa tendenza.
Se Bohème, Nozze di Figaro, Andrea Chénier e Barbiere di Siviglia possono contare sui consolidati allestimenti di Zeffirelli, Strehler, Martone e Leo Muscato (che firmerà anche Li zite ‘n galera), I Vespri siciliani e Lucia di Lammermoor vedono schierati Hugo de Ana e Yannis Kokkos, due scenografi-registi autori di proposte solitamente rassicuranti. È quindi lecito sperare che qualche guizzo innovativo venga dal repertorio straniero, affidato a Davide Livermore, Robert Carsen, Emma Dante e La Fura dels Baus, incaricata di reinventare il poco frequentato Amore dei tre re.
Pochi i grandi nomi a livello internazionale presenti sul podio, ovvero Riccardo Chailly, Zubin Mehta, Fabio Luisi e Michele Mariotti, che si alternano a solidi professionisti tra i quali Frédéric Chasilin, Andrea Marcon, Marco Armiliato, Giampaolo Bisanti e le due direttrici Simone Young e Eun Sun Kim.
Equilibrato anche il rapporto tra le star del palcoscenico, tra cui si segnalano il basso Ildar Abdrazakov, interprete del Boris inaugurale, Anna Netrebko, Jonas Kaufmann, Vittorio Grigolo, Sonya Yoncheva, Yusif Eyvazov, Ekaterina Semenchuk, Lisette Oropesa, Juan Diego Flórez, Luca Salsi, Roberto Frontali.
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