Lirica

La prima “Alcina” di Haendel del 2022 vede la luce al Grand Theatre di Leeds

La prima “Alcina” di Haendel del 2022 vede la luce al Grand Theatre di Leeds

Nel 2022 “Alcina” di Haendel è prevista in molte sale e festival inglesi. Il primo a presentarne un'edizione – offerta in streaming da Opera Vision - è il Grand Theatre di Leeds, nel West Yorkshire.

Tra le prime opere a godere della Händel-Renaissance – che ha una decorrenza precisa, le celebrazioni per i due secoli dalla morte del compositore di Halle, nel 1959 – è l'Alcina (1735), melodramma che insieme al coevo Orlando ed all'Ariodante (1733) forma una nobile trilogia su personaggi ariosteschi. La prima registrazione in disco è quella storica del 1957 con dame Joan Sutherland, direttore Bonynge; e da quegli anni Alcina si è ormai ritagliata un posto stabile nel repertorio. Tanto che nel Regno Unito è prevista, di qui a fine 2022, una cinquina di sue riprese differenti. 

Ad inaugurare la serie ha provveduto Opera North, ospite del Leeds Grand Theatre – realtà produttiva attivissima in più campi – con un nuovo allestimento trasmesso il 17 febbraio in streaming aperto sul sito europeo OperaVision, dove rimarrà disponibile sino al 17 agosto

da sin. Claire Pascoe, Patrick Terry, Maire Flavin, Mari Askvik

Partitura un po' tagliata, spettacolo all'insegna della sostenibilità ambientale

Nuova produzione purtroppo segnata da considerevoli tagli, con l'intento dichiarato di rendere lo spettacolo più fruibile per un pubblico non uso ad esecuzioni integrali. Due atti al posto di tre, con il sacrificio qualche aria, pur se le altre sono tutte con generosi da capo; però la caduta di molti recitativi impaccia non poco lo svolgimento della trama.

Dal punto di vista visivo, lo stage director Tim Albery punta sui sentimenti dei personaggi e sulle loro interazioni, omettendo qualsiasi elemento favolistico o magico. Una regia assai moderna, più 'teatrale' che musicale, che sottolinea i singoli caratteri ma non spinge il pedale sull'androginia di Bradamante, e che nell'insieme procede con notevole abilità. 

Coadiuvato dalla scenografa/costumista Hannah Clark, Albery persegue un criterio di “sostenibilità ambientale”, per cui non si crea nulla di nuovo, né si consuma energia: ogni elemento, dai mobili ai costumi, è palesemente vintage – diciamo degli Anni '50/60 – preso di seconda mano o riciclato da spettacoli precedenti. Abiti ripescati in magazzino, qualche poltroncina verdina e una polverosa pelle d'orso sui cui tutti si sdraiano. Alla fine, nasce però la subdola sensazione di uno spettacolino da sala parrocchiale fatto con quanto trovato a portata di mano, spendendo poco o nulla. Innegabile, poi, che la mancanza dei mirabili incantesimi di Alcina lo spettatore finisca per avvertirla, se persino le attrezzature di scena rimangono a vista, sotto il gioco di luci di Matthew Richardson, avendo sullo sfondo – unico elemento in movimento - le video proiezioni naturalistiche di Ian Galloway

La regia della trasmissione streaming curata da Bridget Caldwell procede attenta e rilassata, alternando con assennatezza campi lunghi, campi medi e piani americani. Ottima la ripresa audio, nitida e ben spaziata. 

Máire Flavin, Alcina

La componente musicale, decisamente stimolante

Il bravissimo Laurence Cummings, autorevole direttore della Royal Academy of Music, concerta e guida dal clavicembalo l'Orchestra di Opera North, rinforzata con qualche strumento d'epoca. Per la pregevole partitura händeliana, affrontata con sicura proprietà, trova un buon dosaggio di vivacità teatrale e languori melodici, sospesa tra sontuose ricchezze strumentali e dolci limpidezze melodiche. Senz'altro, la parte migliore di questa produzione d'Oltre Manica.

Laurence Cummings

Poco da eccepire sulla compagnia di canto radunata a Leeds, formata tutta da interpreti versati al canto barocco. Non esaltante forse, ma ad ogni modo funzionale ed affiatata. Mostrano correttezza stilistica e buona tornitura di canto l'Alcina del soprano irlandese Máire Flavin, ricca di carattere; la Bradamante del mezzosoprano norvegese Mari Askvik, dalle tenere sfumature; il virile Ruggiero del controtenore americano Patrick Terry, assai convincente in scena pur se con qualche occasionale vaghezza di intonazione; ed infine l'espressiva Morgana del soprano inglese Fflur Wyn. Né tanto da meno sono gli altri figli di Britannia, il tenore Nick Pritchard (valido Oronte), ed il mezzosoprano Claire Pascoe (Melisso). 
 

Alcina - Opera Nord
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