Non ci sarà l'amatissimo festival lirico, già pronto e rinviato in blocco al 2021. Però l'Arena per questa stagione propone un nuovo modo per assistere agli spettacoli.
Non c'erano altre soluzioni, ed infine la decisione è stata presa. Come annunciato ieri in videoconferenza dal sindaco di Verona Federico Sboarina e dal sovrintendente della Fondazione Arena Cecilia Gasdia, la 98ma edizione del tradizionale, amatissimo Opera Festival Areniano non si terrà a causa Covid 19. Il cartellone 2020 viene forzatamente spostato in blocco al 2021, scelta inevitabile ma quanto mai dolorosa.
Che significa, come ha sottolineato il primo cittadino veronese, rinunciare a circa 20 milioni di euro dal botteghino. Si resta intanto in attesa, insieme con le maestranze veronesi, che il Ministero dei Beni Culturali prenda i necessari provvedimenti per sostenere l'importante settore produttivo italiano dello spettacolo, che da tre mesi è praticamente inattivo.
Parliamo di artisti, musicisti e tecnici, persone in molti casi senza più compensi da mesi, e che per di più sanno di non poter lavorare per un tempo ulteriore.
A tal proposito Mario Lumastro, sindacalista Cgil, ha precisato che da sola "la stagione areniana vuol dire qualcosa come 1500 persone, tra dipendenti diretti e indiretti della Fondazione: circa 900 più 600 stagionali di società di servizi. Gente che lavorava anche cinque mesi da giugno a ottobre. Lavoratori spesso senza nessun sostegno, esclusi pure dal “Decreto cura Italia”. È un problema nazionale, Verona con il suo grande teatro è la punta dell'iceberg".
Il teatro più grande del mondo diventa più piccolo
Sia come sia, anche quest'anno all'Arena di Verona si potrà vivere la grande musica, pur se in modo differente dal solito. E comunque con assai meno spettatori, posto che ci sia il via libera delle autorità sanitarie e non, dopo opportuni aggiustamenti e le indispensabili verifiche. Perché bisogna assicurare non solo le giuste distanze nel pubblico, ma anche in orchestra, là dove ci sono gli archi ma anche i fiati. E tutelare assolutamente l'ugola e la salute dei cantanti. Insomma, il teatro all'aperto più grande del mondo pare dovrà accontentarsi di “soli” 3000 spettatori, al posto dei soliti 13.500. Adeguatamente distanziati, beninteso, l'uno dall'altro sugli spalti dell'intero anfiteatro.
La musica al centro, il pubblico tutto intorno
Ma come fare? Ce lo spiega Cecilia Gasdia: "Abbiamo studiato un progetto per il 2020 che prevede un assetto del teatro completamente diverso da come è stato visto fino ad oggi: il palcoscenico sarà collocato nella platea, ospiterà orchestra e il coro posizionato su un piedistallo a debita distanza, con un protocollo sanitario che la Fondazione sta ultimando e che invierà alle autorità competenti a breve".
Una soluzione intelligente, e che potrebbe essere foriera di emozionanti suggestioni visive, oltre che musicali.
Nel frattempo, ha preso forza il progetto Festival d'Estate - Nel cuore della musica, sostenuto da innumerevoli artisti che hanno voluto manifestare così il loro amore per l'Arena di Verona. Una parata di stars delle lirica che vede in prima linea, fra gli altri, i direttori Daniel Oren e Marco Armiliato, ed i cantanti Francesco Meli, Marcelo Álvarez, Leo Nucci, Plácido Domingo, Luca Salsi, Fabio Sartori, Yusif Eyvazov, Vittorio Grigolo, Anna Netrebko, Maria José Siri, Michele Pertusi, Marina Rebeka. Il cartellone definitivo dovrebbe prevedere una decina di spettacoli lirico-sinfonici collocati nei week-end da agosto a settembre.
Per gli spettacoli del 98° Festival del 2021 - Pagliacci/Cavalleria Rusticana nella nuova regia di Gabriele Muccino, Aida, Nabucco, Traviata, i due gala Roberto Bolle and Friends e Nona Sinfonia di Beethoven – ci diamo appuntamento al giugno dell'anno prossimo.