L'edizione 2016 è incentrata sul drammaturgo tedesco e vede in cartellone le tre opere tratte da suoi lavori: Don Carlo, Giovanna D'Arco e I masnadieri, accanto a Il trovatore. Ma le opere sono solo una parte del ricchissimo cartellone del Festival che impone Parma all'attenzione internazionale
“L'artista è figlio del suo tempo; ma guai a lui se è anche il suo discepolo o peggio ancora il suo favorito”, così scriveva Friedrich Schiller in Dell'educazione estetica dell'uomo e lo scrittore è la figura di riferimento dell'edizione 2016 del Festival Verdi che impone Parma all'attenzione internazionale della lirica, un percorso che intende indagare il rapporto che il Maestro intrattenne in varie fasi della sua carriera col poeta e drammaturgo tedesco, uno dei grandi protagonisti del movimento romantico europeo.
Dalle tappe giovanili di Giovanna d’Arco e I masnadieri sino alla piena maturità di Don Carlo (le tre produzioni in programma quest’anno), Verdi torna più volte ad attingere alle opere di Schiller, grazie alla mediazione culturale di Andrea Maffei, cui si deve la prima traduzione integrale in italiano e il cui salotto milanese, vero circolo culturale internazionale, frequenta con assiduità. È molto probabile che Verdi rintracci nel teatro tragico di Schiller il valore simbolico del dramma storico in grado di improntare gli avvenimenti del presente.
Con Il trovatore, che affianca in una nuova produzione il percorso schilleriano, sono quattro le opere prodotte per questa edizione, di cui tre nuovi allestimenti, realizzati dai laboratori scenotecnici e di sartoria del Regio, oltre l’adattamento per il Teatro di Busseto di un allestimento di proprietà: un impegno che dà corpo alla dichiarata volontà di rilancio del Festival e che vede il Teatro Regio di Parma nuovamente partecipe di una rete internazionale di Case d’Opera, grazie alle relazioni intessute con partners italiani ed europei che hanno consentito, in questa sola stagione, di siglare accordi di coproduzione con Lisbona, Tenerife e Genova.
Il programma è ricco e articolato con spettacoli, concerti, incontri, giornate di studi in luoghi storici e amati di cui i quattro titoli di opera sono il cuore pulsante.
L’apertura del Festival è, come di consueto, l’1 ottobre al Teatro Regio con un nuovo allestimento di Don Carlo affidato alla regia di Cesare Lievi, autorevole frequentatore nella prosa di Schiller e della drammaturgia tedesca, con le scene di Maurizio Balò e la direzione di Daniel Oren (repliche il 5/8/11). La seconda opera che andrà in scena al Regio è uno dei titoli più popolari del repertorio verdiano, Il trovatore, nel nuovo allestimento curato da Elisabetta Courir con le scene di Marco Rossi (recente premio Ubu per Lehman Trilogy di Ronconi) e la direzione di Massimo Zanetti (recite il 21/23/27/30). I cast elencano cantanti prestigiosi e noti (Michele Pertusi, Josè Bros, Vladimir Stoyanov, Serena Farnocchia, Marianne Cornetti, George Petean, Murat Karahan tra gli altri).
Il Teatro Farnese ospita invece Giovanna D'Arco (recite il 2/9/15/20) con la regia di Saskia Boddeke e Peter Greenaway e sarà anche il luogo delle contaminazioni di AroundVerdi: la musica verdiana incontra la musica elettronica, il jazz di Uri Caine, le composizioni di Fabien Lévy, le note poetiche di Vinicio Capossela, la maestria attoriale di Ugo Pagliai, commissioni del Festival Verdi eseguite in prima assoluta cui si aggiunge quella Lenz Teatro negli spazi dell’ex Carcere di San Francesco.
La ricerca di giovani talenti è tra gli obiettivi primi del Festival: cuore di questo vivaio è il Teatro Giuseppe Verdi di Busseto, dove si rinnova la collaborazione con la Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna e con il Concorso Internazionale Voci Verdiane per l’allestimento de I masnadieri, nel fortunato allestimento di Leo Muscato ripreso per l’occasione (recite il 7/10/14/16/21/23/28/29).
L’immagine esclusiva del Festival è il ritratto di Verdi realizzato a matita da Renato Guttuso negli anni ’60, donato al Teatro Regio di Parma dall’Archivio storico Bocchi e concesso da Fabio Carapezza Guttuso.