Lirica

Un altro grande artista ci ha lasciato: salutiamo Rolando Panerai

Rolando Panerai
Rolando Panerai

Aveva appena compiuto 95 anni, portati con grande disinvoltura. Tanto che nell’aprile di quest'anno aveva curato un allestimento di “Gianni Schicchi” al Teatro Carlo Felice di Genova.

Uno dei massimi baritoni della seconda metà del secolo scorso, Rolando Panerai, è morto il 23 ottobre scorso nella sua casa a Settignano sulle colline fiorentine. Nato a Campi Bisenzio il 17 ottobre 1924, aveva aveva appena compiuto 95 anni, portati con disinvoltura e grande vitalità.

Basti pensare che proseguendo nell'attività di regista d'opera, iniziata nel 1972 dirigendo Il campanello di Donizetti, ma diventata abituale a partire dal 1993 in poi, nell’aprile di quest'anno aveva curato la messa in scena di Gianni Schicchi sulle tavole del Teatro Carlo Felice di Genova. Le stesse dove due anni fa aveva curato un applaudito Rigoletto con Leo Nucci.

Rolando Panerai con Di Stefano, Callas, Gobbi, Monti e Serafin

Una carriera folgorante e incredibilmente longeva

Formatosi musicalmente a Firenze e Milano, Rolando Panerai debuttò nel 1947, come Albert in un Werther di Massenet dato in forma di concerto nella sua città. Lo stesso anno, dopo aver vinto il primo Concorso dello Sperimentale di Spoleto, debuttando poi in Don Pasquale, venne chiamato al San Carlo di Napoli per il Mosè di Rossini. Iniziava così una folgorante carriera che lo portò nei decenni seguenti ad esibirsi con successo sempre crescente nei maggiori teatri e festival del mondo, e che le vide eccellere soprattutto in ruoli comici e brillanti quali Leporello e Masetto nel Don Giovanni, Guglielmo nel Così fan tutte, i rossiniani Taddeo, Figaro e Dandini, i donizettiani Don Pasquale, Malatesta, Dulcamara, i verdiani Ford e Falstaff. 

Una carriera incredibilmente longeva: dopo il calibratissimo Germont de La traviata trasmessa in mondovisione nel 2000 da Parigi, nel 2004 festeggiò gli 80 anni impersonando a Firenze Don Alfonso in Così fan tutte, e nel 2011 si era esibito a Genova ne Il campanello e nel suo ultimo Gianni Schicchi. figura di cui fu interprete memorabile.

Panerai in Gianni Schicchi

Un repertorio lungo tre secoli

Il vastissimo repertorio di Rolando Panerai attraversava tre secoli di musica, da Monteverdi ed Händel sino alla contemporaneità di Menotti (Amelia al ballo), Prokofiev (L'Angelo di fuoco), Pizzetti (Fra Gherardo) o Hindemith (Mathis der Maler); e comprendeva parimenti i ruoli primari di molti titoli drammatici, quali Cavalleria rusticana, Madama Butterfly, Puritani, Lucia, Favorita, Matilde di Shabran. E pure molto Verdi, da Battaglia di Legnano, Aroldo, Giovanna d'Arco, Rigoletto, Traviata, Ballo in maschera, Forza del destino, Simon Boccanegra, sino al Falstaff. 

Ruoli eseguiti e spesso incisi con i massimi direttori del tempo, avendo cominciato la sua carriera con numi tutelari quali Gui, Serafin e Votto per arrivare alle collaborazioni con Bernstein, Barbirolli, Prêtre, Muti e Karajan. Quest'ultimo ebbe per lui una particolare predilezione, e sotto la sua bacchetta partecipò a famose imprese discografiche: Marcello nella memorabile Bohéme incisa nel 1973 con Pavarotti e Freni, il Conte di Luna del Trovatore, Ford in ben due Falstaff, Silvio dei Pagliacci.

Con Eteri Gavzava ne La traviata, Parigi 2000

Un'eredità discografica eccezionale

Ed è anche per questo che la sua discografia ufficiale – quasi una trentina di titoli dal 1951 al 2000 – e quella dal vivo – una quarantina e passa di titoli – sono particolarmente ricche e significative, pronte ad illustrare una pregevole personalità da baritono lirico dalla vividissima presenza scenica, nella quale emerge sempre la perfetta penetrazione psicologica del personaggio, un grande rispetto della linea musicale, un uso accorto delle sfumature, e la massima varietà espressiva.