Lunedì 30: Il <i>Roma Fiction Fest</i> entra nel vivo della sua programmazione

Lunedì 30: Il <i>Roma Fiction Fest</i> entra nel vivo della sua programmazione

Dopo l'orgia di disegni animati (presentati con la solita anglofilia come cartoon) dei primi due giorni di festival la settima edizione del Roma Fiction Fest è entrata finalmente nel vivo della sua programmazione.

Ieri è stata una giornata ricchissima di proposte, di proiezioni e di incontri con il pubblico, tra masterclass, incontri dedicati agli attori e alle attrici del piccolo schermo e anche con la fiction di internet con una sezione dedicata (presente dal tre anni al Festival) alle web series pensate por la rete e non per la tv, dai tempi molto più concisi (nell'ordine dei pochi minuti).

Dopo la presenza chiassosa dei bambini ed elle bambine del weekend ieri si è tornati a una presenza di pubblico più composta e, forse per questo, meno numerosa.

La prima sorpresa della giornata è stata Äkta Människor (t.l. Veri umani)

una serie di fantascienza Svedese, scritta da Lars Lundström e diretta da Harald Hamrell e Levan Akin, prodotta nel 2012 in 10 episodi, che ha riscosso un notevole successo in patria e all'estero. La serie racconta della ribellione degli Hubots  (parola fondata dalla crasi tra Human e Robots) androidi umanoidi metà organici e metà meccanici prodotti per servire l'umanità nella gestione della vita domestica e di quella lavorativa.

La linea narrativa alterna a un presente nel quale gli Hubots si sono già ribellati a una serie di flashback nei quali si racconta da un alto come è avvenuta la ribellione e dall'altro come gli Hubots sono stati accolti. C'è chi li odia, chi non li usa, chi se ne affeziona come fossero veramente umani tanto da avere fondato un movimento per la loro emancipazione.

Gli Hubots sono interpretati da attori e attrici con un make up capace di dar loro un sembiante plasticoso, grazie  a pochi dettagli indovinatissimi (dei capelli evidentemente finti, delle lenti a contatto dall'iride celeste, e il viso truccato in modo che l'incarnato appaia perfetto e dunque artificiale. Completa la loro interpretazione il linguaggi del copro che manca di quella fluidità e casualità che caratterizza noi umani e la serialità degli Hubots, il fatto cioè che volti e modelli si ripetono. Gli Hubots sono costruiti in esemplari di entrambi i sessi la maggior parte dei e delle quali sono giovani e di bell'aspetto (ma non sempre: gli Hubots operai sono panciuti seppure ancora giovani e poi ci sono i modelli per fare da badanti alle persone anziane che sono avanti con l'età).

Gli Hubots si fanno squisita metafora dello sfruttamento delle classi inferiori e dei cittadini stranieri con tanto di Hubots clandestini e senza documenti avviati alla prostituzione (con un apposito software).

Äkta Människor ha un profilo squisitamente europeo priva della necessità di ricercare il dettaglio per la storia rocambolesca tipico degli americani (del nord) e molto attenta invece  a proporre una società alternativa che si fa specchio della nostra tramite la quale riflettere sul nostro presnete (e su dove stiamo andando...) che dovrebbe essere scopo precipuo di ogni buon racconto di fantascienza.

Una delle serie più interessanti degli ultimi dieci anni e non solo in campo fantascientifico. 



Poi è stata la volta di un'altra serie svedese Morden I Sandhamn (t.l. l'omicidio di Sandhamn) un poliziesco in pieno stile scandinavo, ambientato nell'isola dell'arcipelago svedese Sandhamn, liberamente tratta dal romanzo giallo di Viveca Stens I de lugnaste vatten (t.l nella più calma delle acque). che nulla aggiunge e nulla tolgie a un genere dalla fisionomai ben identificabile costituendo un godibile prodotto alternativo a quelli targati Usa.


Il primo appuntamento dedicato alle web series italiane  ha visto presentare serie diverse accomunate da diverse declinazioni di 'interattività.

Si è partiti con The Tournement prodotta da Coralia Produzioni e Meme Production, scritta da Simone Ruggieri e Riccardo Riande per la regia di Riccardo Riande è incentrata sull'idea di un gruppo di ragazzi e ragazze costretto a combattere in una serie di duelli all'ultimo sangue (un microchip sottocute li costringe a comportarsi come vuole il loro rapitore, altrimenti una scarica elettrica infligge loro dolore - molto simile a un episodio di Star Trek degli anni 60 The Gamesters of Triskelion).

Nella serie recitano Matteo Quinzi, protagonista della web series Freaks, Giacomo Rabbi, Rosario Altavilla, Eleonora Gnazi, Caterina Fornaciai (Le cose brutte, Nicole Petrelli, Roberta Azzarone,  Miguel Angelo Gobbo
Diaz e Roberto Luigi Mauri.

Una web serie disarmante per la psicologia dei personaggi tutta basata sui più corrivi cliché maschilisti: le donne sono isteriche  strillano quando si scoprono prigioniere, manipolano gli uomini sfruttando la loro bellezza e inducendo tecnici del suono dongiovanni a manomettere le prove canore di altre cantanti (sempre donna) che concorrono a un reality show. E pensare che in sala lo sceneggiatore ha precisato di avere prestato molta cura allo sviluppo psicologico dei personaggi...

Eppure le web serie vengono presentate come il futuro della fiction in quanto più libere dalle costrizioni dei format televisivi che questa serie invece scimmiotta ed emula incapace di proporre una idea che sia davvero autonoma da certo immaginario collettivi televisivo.

L'interattività della web serie consiste nel fatto che per ogni episodio sono disponibili oltre al video del duello uno che propone il punto di vista degli altri prigionieri in attesa di combattere e quello del rapitore (Andrea Pizzalis) che vediamo camuffato da una sorta di maschera respiratore che gli lascia scoperti solamente gli occhi.

Il pilota è stato appena terminato e sarà online  il prossimo 4 di Ottobre, quando partirà in concomitanza col lancio della web series la campagna di crowdfounding. Tramite il portale Indiegogo ogni utente potrà contribuire con un contributo
economico di diversi tagli per finanziare il progetto e il proseguimento della web series.


Più interessane Aequiolibrium che non è una propriamente web series ma un ARG acronimo di Alternate Reality Game, (ARG) è un gioco che si svolge in parte su internet e in parte nel mondo reale.

Si sviluppa attraverso numerosi strumenti web (blog, social network, siti dedicati, e presenta a chi gioca una storia misteriosa con degli indizi che puntano al mondo reale (oggetti nascosti in determinate località geografiche).

La prima fase del gioco avviene sulla rete in una crossmedialità con altre realtà massmediali alla quale segue quella che all'epoca dell'analogico si chiamava caccia al tesoro e che adesso si chiama con l'altisonante nome di geocaching dove la caccia al tesoro viene fatta con l'ausilio del gps.


Aequilibrium è iniziato a giugno 2013, con la pubblicazione online di video (per la regia di Domenico Morreale e Riccardo Milanesi su soggetto di Milanesi) siti web finzionali, blog e profili facebook finti, coordinati attraverso un’unica regia, atti a raccontare la storia dell’Ordo Aequilibri, un ordine fondato da Leonardo Da Vinci durante la sua permanenza in Lomellina, al fine di combattere un’associazione segreta chiamata Xianshì.

Il progetto è stato sviluppato nell'ambito del progetto Giovani e Crossmedialità – We Art Technology  inteso a valorizzare la creatività giovanile ponendosi in continuità con le iniziative realizzate fino ad oggi dal Consorzio A.S.T. - Agenzia per lo Sviluppo Territoriale sotto l’insegna del progetto “Cultura e Innovazione", volto a promuovere la divulgazione e l’acculturazione sui temi dell’innovazione tecnologica e della multimedialità applicata ai beni culturali.

Il progetto, presentato dal Comune di Vigevano in qualità di capofila in partnership con A.S.T., con il Comune di Mortara e il Comune di Formigine (MO) si è inserito in una serie di attività dedicate ai giovani, in sinergia con il Polo Multimediale su Leonardo da Vinci di prossima realizzazione in Castello a Vigevano.

Un progetto composto da sinergie interessanti che delude solamente per il contenuto aleatorio di conoscenze su Leonardo Da vinci, tutte incentrato su un inesistente Ordo Aequilibri capace di manipolare le forze della natura andando in tutt'altra direzione rispetto il metodo scientifico di Leonardo. Una contraddizione intrinseca che ci sembra un grave limite di una operazione altrimenti molto interessante.

Riccardo Milanesi è poi passato alla presentazione del suo nuovo progetto la web Vera Bes, in collaborazione con Marco Rosson che racocnta le vicissitudini di una tatuatrice che offrei i suoi servizi
come consulente degli incubi aiutando chi ne fa richiesta di entrare nei suoi incubi per governarli e non subirli più. A interpretare Vera Bes una credibilissima Gaia Scodellaro.

Su facebook Vera analizza i vostri sogni e vi suggerisce un tatuaggi da abbinare al vostro incubo...

Una web series che ha una sua originalità inserendosi in tutta autonomia in un filone già esistente che va da Dylan Dog a Inception)

Ultima web series una delle migliori che ci siano online al momento è Days: the crossmovie per la regia Flavio Parenti (Già autore di #ByMySide, premio SIAE 2012 per la migliore webserie) e la sceneggiatura di Nicholas David Altea. La Web serie racconta le vicissitudini di quattro personaggi, tre uomini e una donna, legati da complessi rapporti interpersonali, subito dopo il crollo finanziario del mondo occidentale.

La storia suddivisa in diversi giorni è sviluppata in brevi video di circa 3 4 minuti di durata l'uno alla fine di ognuno dei quali il pubblico è invitato a scegliere quale dei quattro personaggi I quattro protagonisti, Emile, Jon, Momma e Myrta seguire (a volte la scelta è solo tra due di loro) ogni percorso dunque pur se predeterminato è diverso e la sequenza è decisa da chi guarda. Alla fine di ogni giornata si può proseguire alla giornata successiva oppure tornare all'inizio della giornata e scegliere di seguire altri personaggi.

Ogni singolo video è concepito per adattarsi narrativamente qualunque sia il video che lo precede o lo segue, così come è stato scelto da chi guarda, dimostrando una perizia della sceneggiatura davvero d'alto livello.

La qualità della regia, della fotografia e delle location nonché i dialoghi e la recitazione sono di altissima qualità facendo di Days un vero esempio di fiction alternativa per il web pensata per il web e non per la tv (che non permettendo nessuna interattività non può ospitarla) e un esempio riuscitissimo di crossmovie un film appunto che al suo interno presenta degli snodi narrativi tra i quali scegliere generando così smepre combinazioni diverse, un po' come, mutatis mutandis, i libro game di una volta (o certi fumetti col bivio della Disney).

Days: the crossmovie online su youtube dal 15 gennaio è un lavoro di eccellenza una vera novità nel panorama delle webseries non solo italiane.

Potete cominciare a seguirlo cliccando qui.

Helden (t.l. eroi) (Germania 2013,) di HansjörgThurn  è un pessimo film tedesco, tonitruante e inutile, ridicolo nel pressapochismo scientifico sul quale dipana la sua storia che cade nel più pericoloso misoneismo reazionario e fideistico.

Un esperimento con un non meglio identificato collisore di particelle a Ginevra per studiare come è avvenuto il Big Bang (?!) crea accidentalmente un buco nero che invece di inghiottire all'istante materia ed energia come dovrebbe fare emette energia che brucia magneticamente (sic!) i dispositivi elettronici facendo precipitare gli aerei civili e sconvolgendo le placche tettoniche del Pianeta tanto che la Germania è divisa in due da un canion di 20 mt di larghezza.

Mentre quasi cattivi degli inglesi vogliono lanciare una bomba atomica per spegnere l0'accelleratore la cui energia alimenterebbe solo il buco nero facendolo crescere il Cancelliere tedesco (uomo) aspetta senza altro fare che una scienziata esclusa dal progetto di Ginevra rintracci un giovane hacker che sembra essere l'unico ad avere i codici e il software per spegnere l'acceleratore di particelle che va spento gradualmente (!?!?!) una volta spento il quale il buco nero scompare.

Mai ascoltate tante sciocchezze scientifiche in uno stesso film dalla storia inesistente (si sta due ore a vedere un ragazzino belloccio che si produce anche in una scena sexy con una ragazza perchè lei lo invita a non morire vergine) che sfugge alla scienziata raggiunta dall'ex compagno che a Ginevra,m all'acceleratore ha una figlia che lo odia...  Intanto un prete e un musulmano concionano sui pericoli della tecnologia quando l'uomo si sostituisce a dio mentre alla fine del film il Cancelliere preconizza che per riunire le due Germanie ci vorranno decenni.

Un film tv da evitare a ogni costo (nonostante la buona fattura degli effetti speciali) se sarà mai trasmetto in Italia.

Deludente anche Devious Maids  la nuova serie prodotta da Eva Longoria e scritta da Marc
Cherry, autore di Desperate Housewives che stavolta è incentrata su cinque domestiche latinoamericane. Nulla di nuovo sul fronte occidentale i colpi di scena, situazioni, reazioni e delitti sono quelli sbiaditi di Desperate Hosuewife.
Se amate i cloni è la serie che fa per voi.


Terza sorpresa della giornata, l'ultima serie programmata, alle 22 e 45 e iniziata con 20 minuti di ritardo, è The Revenant una serie francese tratta dell'omonimo film del 2004 di Robin Campillo,  il cui pilota comincia come un film di Chabrol e si conclude, purtroppo, come un episodio di X-files.

In un piccolo villaggio alpino ai piedi di una grande diga un pullman con una scolaresca a bordo precipita in un burrone. Quattro anni dopo (il lasso di tempo lo capiamo solo in seguito) alcune delle persone morte in quel terribile e fatale incidente, ritornano a casa.
Camille una giovane ragazza di 14 anni torna a casa come niente fosse, un giovane e avvenente uomo cerca la fidanzata, che intanto si è trasferita, la professoressa  torna a casa dal padre.
Il pilota non ci spiega il perchè di questi ritorni né il come. Ci mostra piuttosto le differenti reazioni di chi ha perso una figlia, un fidanzato.
La madre di Camille accoglie la figlia incredula e felice e chiama ex marito e compagno (il pilota non ci spiega subito i cambiamenti avvenuti in seguito all'incidente e ma lascia al pubblico di rendersene conto per conto proprio), il padre della professoressa si rifiuta di credere al ritorno della figlia e la lega ai piedi del letto, dando fuoco alla sua casa e suicidandosi gettandosi dalla sommità della diga.
La giovane fidanzata dell'uomo avvenente, ormai sposata e madre di una bambina, nel rivedere l'ex fidanzato crede di avere di nuovo le visioni del morto di cui, evidentemente, aveva sofferto in passato.
Fin qui il pilota è un capolavoro di plausibilità nella reazione dei parenti delle vittime dell'incidente (la reazione attonita della sorella di Camille che che capiamo essere la sua gemella solo quando anche Camille si meraviglia di vedere la sorella, perchè cresciuta) grazie a una sceneggiatura magnifica calibrata al millimetro (a scriverla oltre al regista c'è Emmanuelle Carrère) senza fare leva sul soprannaturale (oltre al ritorno dei morti..) ma sull'umanità di chi si rivede dinanzi chi sapeva di avere perso per smepre.
Poi purtroppo si vuole strafare e il pilota ci mostra un bambino che si intrufola in casa di uno dei personaggi secondari (l'infermiera del padre sucida) e che scopriamo essere la concausa dell'incidente del pullman (si piazza in emzzo alla strada costringendo il conducente  a una improvvisa sterzata verso il baratro); un uomo misterioso uccide una ragazza infliggendole innumerevoli coltellate al ventre (tutte inquadrate con un improvviso gusto per il gore) che finiscono per rovinare la plausibilità e la precisione psicologica con cui fino a quel momento il pilota aveva condotto il propri racconto con una impressionante verosimiglianza. Si aggiunge poi un dettaglio osè. La gemella di Camille, rimasta a casa con la scusa della febbre, fa l'amore per la prima volta con un ragazzo più grande di lei e Camille, sul pullman, provare le stesse sensazioni della sorella, rimanendone sopraffatta al punto tale da chiedere di voler scendere dal pullman finendo col distrarre il conducente che non vede subito il bambino in mezzo alla strada. Anche con questo cambiamento banale verso il classico racconto à la Steven King la serie rimane notevole e interessante nell'imbastire delle relazioni interpersonali tra i personaggi ai quali ci si affeziona subito volendone seguire le vicissitudini appassionati già dopo solo 45 minuti.



Una ricca giornata di proiezioni. Domani, sciopero dei bus permettendo, si bissa.