E morto a 53 anni George Michael. Dagli inizi con gli Wham! agli alti e bassi da solista, è stato uno dei simboli della musica pop degli anni '80.
Formidabili quegli anni (?).
E' passato giusto qualche settimana fa nelle nostre sale un piccolo bel film irlandese intitolato Sing Street, purtroppo quasi per nulla sopravvissuto alla calata dei cinepanettoni e dei blockbusters più o meno natalizi. Ambientato negli anni '80 della Thatcher, del reaganismo e di una guerra fredda agli sgoccioli, è la storia di un gruppo di adolescenti con il mito dei Duran Duran e di quel pop da sempre guardato con sufficienza, che cercano di mettere a frutto la propria passione per la musica per divertirsi e conoscere ragazze, ma soprattutto per sfuggire ad un destino di basso proletariato.
Stranamente, fra un brano degli Spandau Ballet ed uno più politico dei Clash, dalla colonna sonora del film sono rimasti però fuori gli Wham! e George Michael. Eppure di quella musica e di quegli anni Michael è stato uno dei protagonisti più importanti e, forse troppo col senno di poi, uno dei più acutamente personali.
Canzoni “alte” e canzoni “basse”.
Certo, canzoni smaccatamente da classifica pop come Wake me up (before you go-go) e Club Tropicana, o lenti da mattonella quali Last Christmas o Careless Whisper non l'avrebbero mai dato a pensare, ma – sempre col senno di poi - sono stati la chiave per entrare in un mondo musicale che difficilmente avrebbe accettato (sempre che poi lo abbia fatto fino in fondo) il George Michael del periodo successivo. Un periodo iniziato nel 1986 con lo scioglimento degli Wham!, la consacrazione in un mondo musicale più “adulto” attraverso il duetto con Aretha Franklin (I knew you were waiting), ma soprattutto proseguito con l'album Faith, successo planetario anche grazie al singolo I Want Your Sex e relativo video. Anni in cui George Michael è passato dal nascondere ad accettare fino a rendere pubblica la propria omosessualità. E questo percorso, iniziato intimamente negli anni '90 e culminato quasi un decennio dopo con la spettacolarizzazione stessa del coming out nel video del single Outside, è completamente “ricostruibile” anche attraverso la sua musica ed i suoi album.
Pubblico e privato.
Dagli anni del coming out ad oggi George Michael ha vissuto ogni tipo di alto e basso possibile, sia professionale che privato: depressioni, vari tipi di denunce e beghe legali con le case discografiche, ripensamenti sulla propria carriera, impegno sociale e civile ed attacchi politici, scandali più o meno “pompati” dalla stampa e gloriose rinascite musicali, fino all'uscita di scena più inaspettata e meno prevedibile. Quella che ovviamente prima o poi tocca a tutti, che in maniera differente è toccata a tantissimi grandi in questo 2016 che sembra ancora più nefasto degli altri anni verso chi con la propria musica, con la propria arte o con la propria presenza, ha accompagnato molti di noi. Quella che a 53 anni, nel giorno di Natale, per uno scherzo del cuore, ti porta via.