Al via il 30 novembre nella Chiesa della SS.Annunziata la XXI edizione del Festival di Musica Antica promosso dall’Associazione Koinè di Carmine Mottola che spazierà dal Barocco al Jazz in cinque appuntamenti
La XXI edizione del Festival di Musica Antica, promossa dall’Associazione Koinè di Carmine Mottola, con il sostegno della provincia e il Comune di Salerno, unitamente alla Fondazione della Cassa di Risparmio Salernitana, nella sua intrigante particolarità di lavorare attorno ad un tema prestabilito, avvia la propria indagine intorno all’era della “Musica totale”.
Si vivono tempi in cui si deve parlare di una nuova tipologia di musicista e quindi di un suo nuovo rapporto con gli esseri viventi e le cose, con la scuola, la società, gli ascoltatori gli altri musicisti, gli artisti tutti, con la vita stessa.
E si parla ad un tempo di un musicista che deve aprirsi a tutto tondo alla conoscenza e, possibilmente, anche alla prassi, di tutti i sistemi armonici e contrappuntistici, di tutte le forme musicali, anche quelle cristallizzate in generi, di tutte le esperienze sonore delle etnie dei popoli; quindi, di un musicista e di un pubblico che possieda la storia della musica, accanto alla storia delle musiche.
Carmine Mottola ha dedicato il cartellone 2008 alle convergenze e deviazioni della musica racchiuse nel tema “L’Arte della Variazione dal Barocco al Jazz”.
L’improvvisazione e la variazione rappresentano in musica i percorsi di unità e divergenza di tutti i generi, una “semplice” complessità in cui la manipolazione del materiale sonoro definisce strutture e modelli la cui interazione genera sistemi a livelli crescenti di astrazione. La ragione semantica della musica emerge, nel continuo divenire del “ludus harmonicus”, il gioco dell’invenzione e della mutazione, come una indescrittibile ed immanente intuizione del noumeno.
Dalla nascita della musica il binomio variazione-improvvisazione ha attraversato l’intera letteratura musicale e se nell’atto della variazione come scrive Nielsen “Si debba vedere più che una elaborazione del tema un ripensamento di esso, ripensamento che porta a superare il punto di partenza, cioè il dato di fatto iniziale che nella variazione dovrà essere in sé compiuto, in un certo senso autosufficiente, un microcosmo già formato che va interpretato e rinnovato mediante una valorizzazione delle sue risorse e possibilità”, l’estemporaneità dell’esecuzione e l’immediatezza dell’invenzione riconducono questa particolare prassi esecutiva alle caratteristiche proprie dell’improvvisazione, dunque all’elaborazione di nuovi temi che, generati dall’idea di partenza, se ne discostano al punto da non conservare, in apparenza, alcuna affinità.
Queste due pratiche con le proprie convergenze e deviazioni assurgono a simbolo del jazz, attraversando i programmi di cinque concerti che ospiteranno il 30 novembre, nella serata inaugurale Tommaso Rossi, Gaetano Russo, Maria Rosaria Marchi e I solisti della nuova Scarlatti, protagonisti de’ “Les Gouts Rèunis – invenzioni musicali dal barocco al post moderno”, i quali spazieranno da Bach a Debussy, passando per Clementi e Penderecki, sino a chiudere con la koinè linguistica espressa in “Serenata per un satellite” di Bruno Maderna; il 3 dicembre si giungerà al confronto tra un gruppo barocco e una formazione jazz, con il Barocco in jazz del Laus Concentus e del Musicarte Jazz Projects, un vero e proprio duel su otto gemme della musica seicentesca; il 14 dicembre ritorna l’Accademia degli Imperfetti con le “Variazioni sopra l’Aria” con lo sviluppo di un florilegio di temi di bassi ostinati presi dal consolidato repertorio in voga, come le ciaccone, le passacaglie e le follie, ma anche, talvolta curiosamente, inventati come il basso del Kapsberger o l’ossessivo La-Sib della “Canzonetta spirituale sopra la Nanna di Tarquinio Merula”, mentre il 20 dicembre Renata Fusco, Matteo Mela, Lorenzo Micheli e Massimo Lonardi, proporranno “La Suave Melodia”, l’arte della variazione nella musica di Andrea Falconieri e del suo tempo, con un confronto nelle danze, nelle Sinfonie e nelle Toccate per arciliuto,chitarra barocca e tiorba di questo autore e di altri compositori quali Girolamo Kapsberger, Francesco Corbetta e Girolamo Frescobaldi, in cui ritroveremo lo stesso gusto per l’immediatezza melodica che caratterizza i brani vocali, unito alla sapienza contrappuntistica e all’ utilizzo assai raffinato della variazione strumentale.
Gran finale il 23 dicembre con il Concerto de’ Cavalieri di Francesca Vicari e Marcello Di Lisa che evocherà l’estro del concerto barocco per archi con i concerti grossi di Alessandro Scarlatti e Georg Friedrich Haendel e l’invenzione veneziana di Antonio Vivaldi.