Che non serva smuovere masse oceaniche per dimostrarsi grandi artisti si è sempre saputo ma una bella conferma è arrivata giovedì scorso quando, in occasione della rassegna Music Club # 3 curata da Enzo Gentile, i live set di Nick Harper e di Andy White hanno conquistato la platea della sala piccola del Teatro Dal Verme.
Nick Harper, figlio del più famoso Roy Harper, ha aperto la serata riuscendo ad evitare l' abusata convenzione/convinzione che “acustico = noioso” grazie alle proprie doti di grandissimo virtuoso della chitarra unite ad una gran bella dose di simpatia e di spontaneità. Artista forse poco conosciuto ma con un curriculum davvero interessante, con un pugno di canzoni e tanta energia ha entusiasmato i presenti. Dopo un inizio molto intenso con Shadowland, dal suo primissimo album, ha riassunto velocemente la propria carriera passando da Simple a Radio Silence. Ha concluso poi, dopo un paio di altri brani, con la scatenata Love Junky che ha visto il nostro lasciare il palco e lanciarsi fra gli spettatori in un assolo “ in corsa” strepitoso ( complice forse anche il vino che lo ha “ accompagnato” durante il set e, sospetto, anche prima e dopo..). La tecnica di Harper lascia letteralmente senza fiato, tale è la sua capacità di “estrarre” suoni e note, apparentemente impensabili, da una chitarra acustica. Quasi inutile dire, quindi, che l’allontanarsi di Harper dai microfoni a fine set è accompagnato da applausi entusiasti.
Andy White sale sul palco dopo pochi minuti accompagnato da Betty Vezzani, ex voce dei Modena City Ramblers, e da Lele Borghi alle percussioni e, in poco più di un’ora, propone alcune canzoni dal suo ultimo lavoro di studio oltre ad alcune incursioni nel proprio passato musicale. Il set di White appassiona immediatamente e non potrebbe essere altrimenti, vista la caratura dell’ artista e la perfetta intesa musicale che ha con la voce di Betty e le percussioni di Lele Borghi. Dopo Valley Of My Heart e If You Want It che aprono il concerto (e che sono anche le prime due canzoni di Songwriter, l’ultimo album di White), si è già conquistati ed è impossibile non tenere il ritmo. Inoltre Andy è piacevolissimo e mette immediatamente il pubblico a proprio agio. Dal suo primo album recupera Vision Of you cui fa seguito il personale omaggio alle bellezze (per una volta non artistiche) del nostro Paese, Italian Girls On Moped. Al trio si aggiunge poi, come ospite, la giovane e bravissima violinista Jada Salem che vira in festanti o malinconici toni irish il resto delle canzoni. Si passa così da Jacqy alla delicatissima First And Discovery, intenso duetto fra Andy e Betty, che dovrebbe chiudere il set. Dico dovrebbe perché Andy, a suon di applausi, viene richiamato sul palco e, in solitaria, ci regala la malinconica When I Come Back. Si applaude quasi non si volessero far terminare le emozioni ma il tempo è tiranno e a momenti il pubblico del teatro comincerà ad affluire per lo spettacolo della sera. Prima di uscire però, nel foyer, c’è la possibilità di poter incontrare Nick Harper e Andy White, disponibili ed emozionati quasi quanto noi, spettatori di una serata veramente ben riuscita.
Dopo la trionfale apertura, una ventina di giorni addietro, con il live di Joanna Newsom seguìto la settimana successiva dal concerto di Robin Williamson, non si può che rimanere più che soddisfatti dalle scelte musicali che anche quest’ anno la rassegna regala. Si prosegue giovedì 21 ottobre, alle 18.30, con il concerto del grande Steve Wynn.
Musica