Rinnovamento e coraggio sembrano essere le parole d' ordine della rassegna “Music Club ‘Round Midnight”. Se nei quattro anni precedenti, infatti, la rassegna curata da Enzo Gentile si era guadagnata uno spazio di nicchia regalando concerti strepitosi a prezzo popolare ed in fascia pre-serale, per il suo quinto anno lancia una ulteriore sfida e si spinge oltre, portando al teatro Dal Verme di Milano - in un orario non certo consueto per uno spazio teatrale - le migliori e più interessanti novità musicali internazionali accanto a nomi italiani già noti ed affermati, affrontando il torpore di una città ormai da troppo tempo impigrita e anestetizzata.
L’ appuntamento per la serata d' apertura è con la suggestiva accoppiata Big Deal / Edda.
Duo inglese composto dalla bionda Alice Costelloe e dal tenebroso Kacey Underwood, i Big Deal con il loro album d' esordio “Lights Out”, uscito da un paio di mesi, hanno già attirato l' interesse dei frequentatori del circuito indie. A loro tocca, alle 23 in punto, aprire con Chair un live set che riserverà più di una piacevole sorpresa.
Le atmosfere rarefatte - solo voci e chitarre, nessuna ritmica né bassi - si fondono in una miscela folk ad alto tasso di elettricità (e ben venga il volume alto!). Il set dura quasi un' ora e scorrono quasi tutti i brani presenti nel cd oltre ad un inedito. Ora, anche se è pur vero che a lungo andare il repertorio possa sembrare ripetitivo, il fascino mantra emanato dal ritornello ripetuto di Talk non lascia indifferenti, così come ben si adattano ad una serata che ci porta direttamente ai confini della notte l' inaspettata ruvidità - così diversa dalla versione in studio - di Distant Neighborhood, la dolcezza di Seraphine e l' obiettiva bellezza di Cool Like Kurt.
La seconda parte della serata alza ancor di più, se possibile, il livello complessivo di qualità con l’ act di Edda ( alias Stefano Rampoldi, già ex -Ritmo Tribale) il quale, con buon spirito, ha accettato la proposta di dedicare la propria performance ad una sorta di tributo trasversale alla musica italiana.
Accompagnato da Sebastiano De Gennaro, Filippo Pedol e, buon ultimo, da Alessandro “Asso” Stefana, quest’ ultimo già in forze nella ciurma che lo scorso anno aveva accompagnato Vinicio Capossela nell’ album Marinai, Profeti e Balene e relativo tour, Edda (s)travolge canzoni – di per sè abbastanza innocue ed apparentemente lontanissime dalla propria “visione musicale” - di Giusy Ferreri (Stai fermo lì) e di Noemi (L’amore si odia), alternandoli a brani propri (Emma e Gionata dall’ album Semper Biot) ed a recuperi eccellenti (Sulla Strada di Finardi, Voglio Di Più di Pino Daniele). Il livello è alto, altissimo, Edda non risparmia voce e fisicità nelle interpretazioni toccando vette di intensità impensabili durante le splendide interpretazioni di Suprema di Moltheni ( … “solo per aver scritto questa canzone, meriterebbe un posto al Parlamento”.. ), Rosemary Plexiglass degli Scisma ma soprattutto con Madre dei CCCP, cantata a due voci con “Asso”. Chiude il concerto – sempre troppo presto nonostante l’ ora - Laura, richiesta ed immediatamente eseguita. Tirate le somme, mettendo in bilancio l’ ottima presenza e l’entusiasmo del pubblico presente, la qualità delle proposte e la riuscita della serata, si ha l’impressione che la nuova scommessa di “Music Club”, nonostante si tratti solo del primo appuntamento, sia già sulla buona strada per essere vinta.
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