Alessio Bernabei e compagni parlano della loro prima esperienza al festival. Un debutto non facile, tra problemi tecnici e tante, troppe emozioni contrastanti. Ecco cosa ci ha raccontato la rock band italiana del momento.
Portano a Sanremo “Il mondo esplode tranne noi”, un brano molto rock, dal sound personale, assolutamente alla Dear Jack. Una canzone ricca di contaminazioni e frutto di uno scambio costante di idee tra i suoi autori. Alessio Bernabei e compagni sono approdati al festival dopo la netta vittoria di X Factor e un tour sold out in tutta Italia.
Un debutto all’Ariston non facile, con qualche problema di intonazione e intoppi tecnici. “Siamo onorati di essere a Sanremo – spiega il cantante della band viterbese - Sentiamo di avere una grande responsabilità. E' davvero difficile gestire le emozione sul palco. Per chi non è mai stato a cantare e a suonare all'Ariston, non può capire. Martedì sera abbiamo iniziato con tanta ansia, ma non eravamo scarichi. Ci sono stati diversi problemi tecnici e la voce tremava. Però abbiamo portato a casa una performance che ci rende orgogliosi e che ci ha permesso di cominciare il nostro percorso a Sanremo, per migliorarci”.
In meno di un anno sono entrati nella musica di “serie A”, hanno aperto i live negli stadi dei Modà, hanno mandato in delirio centinaia di migliaia di fan con il loro incredibile tour nei palazzetti. “Sanremo è arrivato molto velocemente - spiegano i Dear Jack - All'inizio eravamo titubanti, perché il festival è il simbolo della musica italiana, dunque ci siamo andati con i piedi leggeri”.
Come vi siete trovati nel dietro le quinte del festival? “Abbiamo fatto amicizia con i veri Big della musica: Nek, Masini, Britti e Grignani. Sono quelli con cui siamo cresciuti, molto amichevoli, simpatici. Ci hanno accolto non discriminandoci, ma come colleghi di lavoro. Sanremo è la realtà più grande con la quale ci siamo scontrati fino ad ora. Perfino la foto della copertina di Tv Sorrisi e Canzoni ci ha emozionato. Non sapevamo come funzionava qui. Sanremo è per noi il capolinea di un anno speciale”.
Pensate di essere agevolati dal televoto? E’ un’arma in più? “Sì, ci agevola perché siamo seguiti da molti giovani. Abbiamo sicuramente portato tanti ragazzi a seguire il festival, persone che prima non vedevano Sanremo”. Maria De Filippi? Cosa vi consiglia? Vi siete sentiti in questi giorni? “Ci ha dato tanti suggerimenti a livello di impostazione. Lei di tv un po’ ne capisce (ridono, ndr). E’ soddisfatta delle nostre performance qui a Sanremo. E’ la nostra mamma famosa”. Vi sentite i favoriti del festival? “Veniamo da un anno di crescita, non ci sentiamo favoriti. Abbiamo iniziato in un modo il festival, vogliamo crescere e ci stiamo riuscendo”.
Chi vince Sanremo poi va all’Eurofestival. L’idea vi stuzzica? “Il nostro sogno è di portare la nostra musica all’estero – raccontano i Dear Jack - Ci speriamo. Abbiamo influenze musicali che arrivano anche da oltreoceano. Sarebbe un grande onore. Un traguardo importante”.
Che rapporto avete con i fan? Siete ormai degli idoli per molti giovani. “Il termine idolo non ci piace. Siamo persone normali, esseri umani. Siamo cinque ventenni che arrivano da realtà ed esperienze diverse. Abbiamo suonato alle feste di paese, a eventi di ogni tipo, alla sagra del cinghiale a 300 km di distanza da casa per appena 50 euro di rimborso spese. La gavetta la facciamo ogni giorno. Da quando ci esibivamo a Roma, in un localino con quattro persone, litigando su chi doveva mettere la benzina, ma anche dopo aver riempito il forum con 11mila persone”.
Il nuovo album si intitola “Domani è un altro film (parte seconda)”, un disco “di cui andiamo fieri. Le canzoni affrontano soprattutto il tema dell’amore in tutte le sue sfaccettature”. Perché parlate sempre di amore? “Perché è il centro dei nostri pensieri. Abbiamo 20 anni e affrontiamo temi che riguardano i ragazzi della nostra età. Descriviamo la vita di tutti i giorni. L’amore è il nostro destino, come dice la prima canzone del disco”.
Quanto aiuta avere un bel faccino? “L’immagine conta ai nostri giorni, inutile negarlo. Le ragazzine sono piene di ormoni, sui social scrivono e condividono le frasi delle nostre canzoni. Dunque sì, un bel visivo fa sempre piacere alle ragazze e aiuta in carriera”.
Perché avete scelto di portare a Sanremo, per la serata cover, un brano di Sergio Endrigo? “La scelta non è stata facile. Non eravamo convinti dagli altri brani. Poi è arrivato “Io che amo solo te” e non abbiamo più esitato. E’ stato istintivo. Ci ha dato la possibilità di rischiare, di esprimere il rock in maniera differente rispetto al nostro disco. Abbiamo fatto tutto con consapevolezza. E’ un pezzo che ci sentiamo addosso ma che abbiamo riarrangiato con molto rispetto. Endrigo è una figura che non va dimenticata. Abbiamo conosciuto la figlia Claudia, ha telefonato per farci i complimenti dopo l’omaggio a Sanremo. E’ stata molto carina, si è commossa durante l’esibizione. Forse parteciperemo alla commemorazione per i dieci anni dalla scomparsa di questo immenso artista, una leggenda della musica italiana”.