Con Excepto, inno contro la sofferenza del mondocommissionato dalNapoli Teatro Festival Italia 2017,Enzo Avitabile chiude gli appuntamenti in città della rassegna.
Cantata per voce, corde e orchestra sinfonica: Enzo Avitabile, dopo uno spettacolare anno di raccolta fra premi e riconoscimenti di ogni tipo (fra cui due David di Donatello per il film “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, i Ciak d’oro, il Premio Ubu, il Globo d’oro e la Medaglia della Città di Napoli), racchiude l'essenza di un percorso in un concerto nella splendida chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova per il Napoli Teatro Festival Italia 2017.
Originalità nella composizione e non solo
«Le musiche sono tutte mie, adattate all’opera minuziosamente. I testi sono tratti da altri miei lavori che già da tempo s’ispirano ai temi del disagio e della sofferenza del mondo».
Lo accompagnano Gianluigi Di Fenza alla chitarra napoletana, Marco Pescosolido al violoncello e l’orchestra sinfonica Nova Amadeus diretta dal M. Gabriele Di Iorio.
Enzo ha con sé gli strumenti che ha inventato nel tempo, come la sua personalissima arpina o il sassofono/ciaramella (il saxello), costruiti per un bagaglio armonico che riconduce spesso alla scala napoletana maggiore e minore, elemento di grande identificazione di Avitabile, pur spaziando in altre sonorità concesse dall'appoggio sulla formazione della serata.
E dal Sacro al Folk alla Sinfonia, ecco susseguirsi fra le altre Don Salvatò, Gerardo nuvola ‘e povere, invocazioni alla Vergine Maria, Tutte eguali song'e song’e criature , Eli Eli, Liberazzione, fino a Terra mia di Pino Daniele, e la chiusura con una straordinaria versione di Mane e mane.
Il mare arato
Talassa Cardia, un testo greco di oltre 2.000 anni fa, che parla del rapporto fra vita e morte, fra mare e terra, è fra i primi ad introdurre il tema dell'opera: l'omaggio, in forma di cantata scenica, agli emarginati, agli esclusi, dichiaratamente collegato a tracce significative di opere classiche come l’Atlàntida di Manuel de Falla, La circe di Alessandro Stradella, Didonis Interitus tratta dal IV libro dell’Eneide di Virgilio (con musiche di Mozart, Pergolesi, Purcell), e l’Alexander Nevsky di Prokofiev.
Enzo Avitabile racconta la silenziosa dignità di chi cade e si rialza fin nella luce finale, come fa Cristo nel suo percorso, un "requiem alla nostra anima che in ogni epoca vive la sua via dolorosa", un eterno ritorno delle anime vaganti che continueranno sempre a segnare la forma della terra con il loro passaggio.
...e popoli arabi, popoli balcaniche
tiempe moderni o tiempe antichi
Don Salvatò nu poco ‘e pacienza
si nuie ancora niente ammo capito