È stato un 17 Novembre di grande jazz quello del Verdi di Padova. Sul palco Musica Nuda prima, con i due fantastici Spinetti e Magoni, ed a seguire il Claudio Fasoli four plus two con il compito di portare sulla scena il gene del virtuosismo musicale nato in sede progressive e trasferitosi ora al jazz.
Non vorrei trattare qui delle doti tecniche e della portata emozionale delle due esibizioni (non aggiungerebbe nulla di nuovo a quanto già abbiano detto - di bene - molti critici musicali su questi due gruppi). Vorrei trattare invece della sapiente combinazione che Gabriella Piccolo Casiraghi ha saputo portare sul palco del Verdi ieri sera, aprendo con un virtuosismo artistico, quello del trio Spinetti, Magoni, contrabbasso, tutto sbilanciato verso l’emozione e completando, complementarmente, con l’emozione confusa e forte di un tecnicismo virtuoso che pesca la sua necessità dal prog e lo trasferisce al jazz.
Questo pezzo vuole essere quindi un omaggio alla capacità, alla grandezza e alla passione di Gabriella Piccolo Casiraghi, che, giunta alla produzione della quattordiciesima edizione del Padova Jazz Festival non si smentisce ma rimarca la sua capacità di stupire il suo pubblico. Ieri sera ci ha dato molto con la scelta di far di un doppio concerto, un che di completo. Dal jazz pulito e fortemente emozionale al jazz sporco, difficile ed enfaticamente tecnico. Brava, avanti così: questa è la Padova che piace.
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